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L’università della Lingua dei Segni

Nel campus di Ca’ Foscari partira’ la prima laurea magistrale in Lingua dei segni

 Nuovo corso di laurea a Treviso: nel campus di Ca’ Foscari dal 2021 partirà la prima laurea magistrale in Lingua dei segni in Italia. «Garantirà sempre maggior accesso alle informazioni e tutela dei diritti della comunità sorda» commenta il coordinatore Giancarlo Corò. In Italia non è ancora una lingua codificata. Ma l’acronimo Lis oggi è diventato familiare a quasi tutti gli italiani. Perchè è grazie alle conferenze quotidiane dei Governatori e della Protezione civile che la lingua dei segni è entrata nelle nostre case. E nelle nostre vite. Dal 2021 il Campus di Ca’ Foscari a Treviso avvia la prima laurea magistrale in Lingua dei segni in Italia.

NOVITÀ ASSOLUTA.
«Ca’ Foscari è pioniera nello studio e nella didattica dedicata alla Lis – conferma Anna Cardinaletti, docente di Linguistica teorica e applicata e coordinatore del nuovo percorso- ma un corso di laurea magistrale in interpretariato nella lingua dei segni è un unicum in Italia. Partiamo con 8 posti: qui verranno formati i professionisti che oggi vediamo quotidianamente sul piccolo schermo nelle conferenze ufficiali». Una per tutti, Chiara Sipione, segnante di Luca Zaia nelle conferenze quotidiane dal centro della Protezione Civile di Marghera. Coneglianese, 37 anni, docente all’Istituto Besta e all’Itc di Vedelago, è stata formata dai corsi di Ca’ Foscari, e oggi è presidente regionale dell’Associazione interpreti di lingua dei segni, l’Anios. «Certo, l’emergenza Covid-19 ci ha dato molta visibilità. Speriamo ci aiuti a portare avanti la nostra battaglia per veder riconosciuta la Lis come lingua. Ricordiamo che l’Italia nel 2006 ha ratificato la convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità ed è l’unico Paese in Europa a negarci questo status». In Veneto, invece, esiste una legge regionale che riconosce la lingua dei segni per tutti. «In Italia esistono 60mila sordi- prosegue Cardinaletti- tra il 5% e il 10% dei sordi sono sordi nativi di Lis (nascono in famiglie di sordi); molti altri che nascono in famiglie udenti si avvicinano alla Lis da adolescenti o alla maggiore età».

Ca' Foscari

L’ISTRUZIONE.
L’altro tema è come garantire un’istruzione superiore alle persone sorde. «Uno studio condotto da Ca’ Foscari nel 2007 ha dimostrato che in 5 anni gli studenti con sordità sono raddoppiati negli atenei italiani». Ca’ Foscari ha investito molte energie in questo corso di laurea. «Nel 1999 abbiamo attivato il primo insegnamento di lingua dei segni, l’anno dopo la Lis è stata una delle lingue di specializzazione del corso triennale di Lingue e scienze del linguaggio. Fin qui ci siamo occupati della didattica: come imparare e come insegnare la lingua dei segni. A Treviso però facciamo un enorme passo avanti». Non esiste una scuola per interpreti Lis. Il campus trevigiano creerà proprio questa forma di specializzazione con la laurea magistrale.«Siamo davvero soddisfatti di poter connotare in maniera ancora più peculiare l’offerta formativa di Treviso – sottolinea Corò – questa laurea va nella direzione della sempre maggiore inclusione dei non udenti nella società». L’interpretariato sarà sempre più utile nelle dinamiche di comunicazione sui media e nel mondo professionale. «In questa direzione – aggiunge Cardinaletti – Ca’ Foscari ha creato Veasyt, lo spin off unico in Italia che consente da remoto traduzione simultanea nella lingua dei segni. Molto utilizzata da ospedali, istituzioni culturali». Felice che la prima laurea magistrale sia proprio a Treviso è anche Chiara Sipione. «La laurea in interpretariato è importantissima: la sfida e la speranza è che la comunità sorda, in Italia ancora un po’ fragile, abbia un risveglio». Negli Usa esiste un’università destinata alle persone sorde, ci sono medici e professionisti sordi. «In Italia manca ancora l’accessibilità agli studi superiori- osserva Sipione- guardo a questo corso con molto fiducia. Inoltre ci aiuterà in un’altra azione di sensibilizzazione. Noi interpreti Lis non abbiamo ancora un albo che garantisca la qualità della traduzione e del professionista».
Elena Filini. Fonte: ilgazzettino.it

Università e formazione degli interpreti LIS: diffidate dalle imitazioni!
“Il nostro è un lavoro importante per garantire il diritto delle persone sorde all’accessibilità in qualsiasi ambito della loro vita e per garantire la loro piena partecipazione alla vita sociale e politica del nostro Paese e merita una formazione di alto livello come quella sostenuta da un Ateneo prestigioso come Ca’ Foscari”. Francesca Malaspina, Presidente Nazionale ANIOS

Un’altra perla firmata Ca’ Foscari Venezia, pioniera nell’insegnamento della Lingua dei Segni Italiana (LIS), attiva nell’ateneo già dal 1999. Nell’anno accademico 2020/21 la LIS viene inserita nel curriculum inglese-spagnolo del Corso di Laurea Magistrale in Interpretariato e traduzione editoriale, settoriale (ITES) del Campus di Treviso. Gli studenti ora potranno scegliere anche la LIS come lingua di specializzazione, abbinandola all’inglese o allo spagnolo. Ca’ Foscari ha da sempre investito molto nella Lingua dei Segni: dal 2002 la LIS è diventata lingua di specializzazione nel Corso di Laurea in Lingue e scienze del linguaggio, ora Lingue, civiltà e scienze del linguaggio, e nel Corso di Laurea magistrale in Scienze del linguaggio. Un progetto scientifico e didattico all’avanguardia che prevede da un lato lo studio della LIS e dall’altro lo studio delle problematiche legate alla sordità e alla comunità sorda. “Si tratta di un traguardo importante per la formazione degli interpreti di Lingua dei Segni italiana – afferma la prof.ssa Anna Cardinaletti – che finalmente possono seguire un Corso di Laurea Magistrale specifico, come avviene per la formazione degli interpreti delle lingue vocali e come richiedono le direttive europee. Tutto questo nella più ampia sinergia con le realtà che si interfacciano col mondo dei sordi come Anios, l’Associazione interpreti di Lingua dei Segni Italiana, di cui Francesca Malaspina è Presidente Nazionale. “Lavoriamo da anni per raggiungere questo obiettivo – afferma Malaspina – l’alta formazione per gli interpreti di Lingua dei Segni è finalmente realtà. La nostra professione infatti richiede solide competenze linguistiche, culturali e deontologiche e un risultato come questo ci riempie di orgoglio. Del resto anche la risoluzione UE del 2016 su interpreti e Lingue dei Segni prevede una formazione accademica corrispondente alla formazione che ricevono gli interpreti di lingue vocali. Ca’ Foscari ha concretizzato il frutto di una lunga e proficua collaborazione e siamo certi che questa esperienza formativa sarà l’inizio di un percorso sempre più professionalizzante”.
Michele Peretti. Fonte: viverefermo.it

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