Le difficoltà che un compito come questo presenta sono molteplici. La principale riguarda la definizione stessa di ‘disabilità’ che, secondo l’International classification of functioning, disability and health (Icf), non è circoscritta semplicemente alla presenza di un deficit fisico o psichico. La Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità (CRPD) definisce le persone con disabilità come quelle che “… presentano durature menomazioni fisiche, mentali, intellettive o sensoriali che in interazione con barriere di diversa natura possono ostacolare la loro piena ed effettiva partecipazione nella società su base di uguaglianza con gli altri”.
Ciò appare concettualmente chiaro ma la sua traduzione in un insieme di condizioni rilevabili statisticamente è tutt’altro che semplice. Le difficoltà sono molteplici e non è stato ancora elaborato uno strumento statistico condiviso in grado di descrivere l’interazione negativa tra salute e contesto sociale dalla quale scaturisce la disabilità e ciò rende difficile individuare in modo rigoroso le persone con disabilità.
L’Istat, uniformandosi alle direttive impartite dal sistema delle statistiche europee, utilizza nelle indagini di popolazione un unico quesito, conosciuto come Global activity limitation indicator (Gali), che rileva le persone che riferiscono di avere limitazioni, a causa di problemi di salute, nello svolgimento di attività abituali e ordinarie. Ed è a queste persone che ci riferiremo in questo e-book, consapevoli della non completa adeguatezza di questa modalità di rilevazione delle persone con disabilità.
Formati disponibili:
Edizione: 2019
Pagine: 206
ISBN: 978-88-458-2005-2
Fonte: istat.it
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