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L’interprete di Lingua dei Segni Americana (ASL): intervista a Lucas King

 “Le lingue dei segni sono fondamentali per esprimere sé stessi, interagire con gli altri e partecipare alla vita economica, sociale, culturale e politica.” António Guterres, Segretario generale delle Nazioni Unite.

Lucas King ha 29 anni ed è un interprete di ASL iscritto nel registro degli interpreti per sordi (RID) a Washington, area metropolitana del DC (Distretto di Columbia). Ha conseguito una laurea triennale in interpretariato presso la Gallaudet University. Originario di una cittadina nel Midwest, ha studiato e lavorato in varie città degli Stati Uniti, tra cui: Austin in Texas e Denver in Colorado.

1) Come nasce il tuo interesse per la Lingua dei Segni e per il mondo dei Sordi?
Alle superiori mi sono reso conto di avere un certo talento per le lingue in quanto eccellevo sia in spagnolo che in francese. Appena arrivato all’università ho iniziato un corso di Lingua dei Segni Americana (ASL) e me ne sono innamorato. Non solo era divertente, ma riuscivo a esprimermi meglio attraverso una lingua visiva anziché una lingua vocale. Ho scoperto inoltre la ricchezza culturale della Comunità Sorda che da allora è diventata parte integrante della mia vita.

2) Quale percorso formativo hai intrapreso per diventare interprete di ASL?
Ho studiato per molti anni la Lingua dei Segni all’università. Successivamente ho svolto due anni di tirocinio come interprete ad Austin in Texas e altri due anni presso la Gallaudet University. Ho potuto così frequentare quotidianamente persone sorde e immergermi nella loro cultura mi ha permesso di perfezionare le mie competenze linguistiche. Inoltre aver appreso il mestiere da interpreti professionisti e partecipare a workshop, conferenze e seminari è stato ed è un aspetto preponderante della mia crescita professionale. Per iscrivermi al RID è stata necessaria la laurea e il superamento di un esame scritto e di una prova pratica, senza trascurare la conoscenza del codice etico.

Lucas King

3) Come definiresti la tua esperienza alla Gallaudet University?
La mia permanenza alla Gallaudet University si è rivelata un’esperienza unica e indimenticabile. Un periodo denso di impegni e di momenti gratificanti. Consiglio vivamente a tutti gli studenti di ASL di recarsi alla Gallaudet University perché la pratica quotidiana della lingua è il modo migliore per acquisire maggior fluidità nel segnato. Incontreranno persone sorde provenienti da ogni parte del mondo. Entrare a far parte della Comunità Sorda consente di rivalutare alcuni aspetti della propria vita e di capire come porsi con l’altro.

4) Che cos’è il RID? Come vi si accede?
Il RID (registro degli interpreti per Sordi) è un’associazione nazionale che certifica la preparazione e la qualità dei propri iscritti. Il RID supporta la formazione continua e impone ai professionisti il rispetto del codice etico e deontologico.

5) Negli Stati Uniti è obbligatorio iscriversi a un’associazione di categoria?
Per mantenere l’iscrizione al RID, gli interpreti devono pagare una quota annuale. Ci sono tuttavia molte altre associazioni di categoria, sia locali che nazionali, la cui iscrizione non è obbligatoria.

6) Hai notato delle somiglianze tra la sintassi della lingua inglese e quella della Lingua dei Segni Americana?
Pur essendo inglese e ASL due lingue ben distinte, sicuramente condividono certi aspetti come per esempio lo stesso alfabeto che è utilizzato per fare lo spelling delle parole inglesi. La grammatica dell’ASL è diversa rispetto a quella inglese dal momento che l’ASL è una lingua visiva e tridimensionale. A volte i segni possono essere riprodotti seguendo la struttura frasale inglese; si tratta in tal caso di Signed Exact English (SEE). Tuttavia è a discrezione della persona sorda la preferenza tra ASL o SEE a seconda del proprio vissuto e del tipo di formazione ricevuta.

7) Lavori prevalentemente come libero professionista o anche come dipendente?
Come molti interpreti del mio distretto opero come libero professionista. Ci sono comunque varie occasioni di lavoro presso agenzie, scuole e aziende. Tuttavia io preferisco avere una certa flessibilità nella gestione dei miei orari.

8) Qual è il settore che preferisci?
Nella maggior parte dei casi lavoro per aziende e in ambito politico. Eppure mi affascinano molto anche l’ambito medico e artistico.

9) Ti occupi anche di video-interpretariato tramite PC o tablet?
No. La mia attuale sistemazione non mi consente di lavorare come interprete da remoto. So però che a molti miei colleghi piace lavorare comodamente da casa.

10) Effettui anche servizi di traduzione multimediale (da contenuti testuali a video in ASL)?
No. Di solito il miglior candidato per questo genere di incarichi è l’interprete sordo certificato o un madrelingua. Io posso contribuire per quanto concerne la lingua inglese, tuttavia è indispensabile un segnante nativo in possesso di quelle conoscenze linguistiche e culturali tali da offrire la miglior traduzione possibile.

11) Quali sono i servizi di interpretariato che gli Stati Uniti garantiscono alle persone sorde in ambito pubblico (ospedali, comuni, scuola, università, TV)?
Il testo di legge “American with Disability Act” (ADA) del 1990 garantisce la non discriminazione dei disabili in qualsiasi ambito della vita sociale nonché pari diritti e opportunità. L’ADA esige una comunicazione efficace per le persone sorde e specifica che gli interpreti debbano essere preparati a soddisfare ogni loro esigenza comunicativa in ASL. Ad esempio nel corso di visite mediche, processi giudiziari, lezioni all’università, tirocini in ambito professionale, eccetera.

12) Riesci a vivere unicamente di questo mestiere?
Sì, lavoro a tempo pieno.

13) Hai mai avuto modo di lavorare insieme a un interprete sordo?
Sì. Gli interpreti sordi sono necessari in determinate situazioni ed è sempre un’occasione lavorare con loro. Ad ogni modo, lavoro soprattutto come freelance o in coppia con un collega udente.

14) Qual è il tuo motto?
La via giusta non sempre è quella facile ma la via facile non è detto sia quella giusta.

(Traduzione dell’intervista a cura di Gloria De Santis)

Michele Peretti. Fonte: viverefermo.it

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