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Due avvenimenti storici dei sordi di Milano anno 1975
Il cervello ricalbato nei sordi dalla nascita …
Beata Benedetta Bianchi Porro e la storia dei sordi
Beata Benedetta Bianchi Porro Giovane laica, nata a Dovadola, Forlì, 8 agosto 1936 ed ivi morta il 23 gennaio 1964.
“Appena nata s’ammala di poliomielite. Nell’ottobre del ‘53 si trasferisce a Milano per frequentare l’università: sceglie Medicina. È convinta che la sua vocazione sia quella di dedicarsi agli altri come medico, ma la malattia avanza inesorabilmente.
Una lunga via crucis di interventi chirurgici, fino alla diagnosi che lei stessa formulerà per prima: neurofibromatosi diffusa o morbo di Recklinghausen.
Un morbo rarissimo che la priva della vista e dell’udito, del gusto e dell’odorato immobilizzandola in un letto. La sua cameretta diventa un crocevia di vite e il suo letto un altare attorno al quale si crea uno straordinario cenacolo d’amore. Benedetta si spegne a soli 27 anni, il 23 gennaio 1964. La Chiesa l’ha dichiarata Venerabile con Decreto del dicembre 1993.”
Il 14 settembre 2019 nel duomo di Forlì
è stata proclamata beata la studentessa di medicina colpita da una malattia degenerativa che la rese cieca e sorda. Affrontò l’infermità con coraggio affidandosi progressivamente nelle mani di Dio.
Benedetta Bianchi Porro (1936-1964), brillante studentessa in medicina, scoprì da se stessa una terribile malattia, che la rese lentamente sorda, totalmente paralizzata, priva di ogni facoltà sensitiva; in ultimo, dopo un intervento chirurgico alla testa, perse anche la vista.
Unici mezzi di comunicazione con il mondo erano un fil di voce e una mano: “…ha sensibilità solo in una mano tramite la quale possiamo comunicare con un alfabeto muto, con lei…” (così la mamma nel 1963).
“Icona della fragilità dell’uomo” e “imprigionata dal silenzio e dal buio”, ha cantato la libertà dei figli di Dio, le meraviglie della vita, l’ineffabile dono dell’amicizia, la fedeltà eroica al Signore.
Benedetta diceva: “Io penso che cosa meravigliosa è la vita anche nei suoi aspetti più terribili; e la mia anima è piena di gratitudine e di amore verso Dio per questo.”
Lasciò questo mondo per entrare nei “nuovi cieli” il 23 gennaio 1946, mentre nel suo giardino, nel bel mezzo del rigido inverno, sbocciava una tenera rosa.
Venerabile dal dicembre 1993, è stata dichiarata beata il 14 settembre 2019 nel duomo di Forlì dal card. Angelo Becciu.
P. Vincenzo Di Blasio
Benedetta Bianchi Porro (1936-1964), brillante studentessa in medicina, scoprì da se stessa una terribile malattia, che la rese lentamente sorda, totalmente paralizzata, priva di ogni facoltà sensitiva; in ultimo, dopo un intervento chirurgico alla testa, perse anche la vista.
Unici mezzi di comunicazione con il mondo erano un fil di voce e una mano: “…ha sensibilità solo in una mano tramite la quale possiamo comunicare con un alfabeto muto, con lei…” (così la mamma nel 1963).
“Icona della fragilità dell’uomo” e “imprigionata dal silenzio e dal buio”, ha cantato la libertà dei figli di Dio, le meraviglie della vita, l’ineffabile dono dell’amicizia, la fedeltà eroica al Signore.
Benedetta diceva: “Io penso che cosa meravigliosa è la vita anche nei suoi aspetti più terribili; e la mia anima è piena di gratitudine e di amore verso Dio per questo.”
Lasciò questo mondo per entrare nei “nuovi cieli” il 23 gennaio 1946, mentre nel suo giardino, nel bel mezzo del rigido inverno, sbocciava una tenera rosa.
Venerabile dal dicembre 1993, è stata dichiarata beata il 14 settembre 2019 nel duomo di Forlì dal card. Angelo Becciu.
P. Vincenzo Di Blasio
La vita della Venerabile Benedetta Bianchi Porro,
raccontata dalla sorella Manuela, intervistata da TV2000 (con sottotitoli)
PER SAPERE DI PIU‘
Fondazione Benedetta
Venerabile Benedetta Bianchi Porro
Giovanni Paolo II e la storia dei sordi
Comune di Dovadola
Santuario di Casticciano
«La storia è testimonio dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra della vita» (Cicerone)
«La storia non è utile perché in essa si legge il passato, ma perché vi si legge l’avvenire» (M.D’Azeglio)
«Bisogna ricordare il “passato” per costruire bene il “futuro”» (V.Ieralla)
Per qualsiasi segnalazione, rettifica, suggerimento, aggiornamento, inserimento dei nuovi dati o del curriculum vitae e storico nel mondo dei sordi, ecc. con la documentazione comprovata, scrivere a: info@storiadeisordi.it
“Storia dei Sordi. Di Tutto e di Tutti circa il mondo della Sordità”, ideato, fondato e diretto da Franco Zatini