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La forma del silenzio. Intervista a Justin Jackerson
Justin Jackerson ha 32 anni ed è originario della Bay Area in California. Attualmente vive a Los Angeles dove lavora a tempo pieno presso il Pasadena City College come insegnante di ASL (Lingua dei Segni Americana). Justin è anche attore e interprete sordo certificato (CDI). Nel 2017 ha affiancato l’attrice premio Oscar Sally Hawkins nella preparazione del film “La forma dell’acqua” per la regia di Guillermo del Toro.
1) Cosa significa per te essere sordo?
La sordità è un qualcosa che mi appartiene sin dalla nascita. La mia è una famiglia di sordi da ben tre generazioni. Essere sordo vuol dire far parte di una minoranza linguistica e culturale ricca di storia. Sono orgoglioso di questo.
2) Come sei diventato interprete di Lingua dei Segni Americana?
Crescendo ho avuto modo di conoscere varie persone sorde all’interno della Comunità. La mia formazione mi ha reso capace di farmi capire anche da persone con un bagaglio esperienziale e culturale diverso dal mio. Ho custodito a lungo questa mia abilità finché un giorno ho deciso di affinarla e di trasformarla in una professione riconosciuta come quella di interprete.
3) Ci sono interpreti alla Gallaudet University?
Sì, sia udenti che sordi.
4) Cosa vuol dire essere un “interprete certificato”?
Vuol dire che un interprete ha effettuato un periodo di tirocinio, ha accumulato una certa esperienza e/o superato tutti gli esami utili al fine di ottenere la certificazione valida a livello nazionale. Negli Stati Uniti esiste il RID (Registro degli Interpreti per Sordi) che rilascia certificazioni nazionali.
5) Lavori soprattutto come libero professionista o anche come dipendente?
Lavoro principalmente come interprete libero professionista per conto di agenzie e tribunali.
6) La Lingua dei Segni Americana è stata ufficialmente riconosciuta in tutti gli Stati?
Non ancora.
7) La Lingua dei Segni Americana segue la struttura frasale dell’inglese?
Assolutamente no. L’ASL ha una struttura frasale propria che è completamente diversa da quella inglese.
8) Quali sono i servizi di interpretariato che gli Stati Uniti garantiscono ai sordi in ambito pubblico (ospedali, comuni, università, tv)?
Gli ospedali prevedono il servizio di interpretariato e si rivolgono alle agenzie per interpreti. Le città hanno degli interpreti di riferimento o collaborano con le agenzie. Anche le Università garantiscono tale servizio: alcuni atenei assumono professionisti a tempo pieno e altri fanno riferimento ad agenzie indipendenti. Le emittenti televisive in genere non hanno interpreti ma la Commissione Federale delle Comunicazioni è responsabile per tutto ciò che riguarda l’accessibilità (sottotitoli, interpretariato, eccetera).
9) Gli interpreti possono lavorare in ambito scolastico? Con quali mansioni?
Sono molti gli interpreti che lavorano nelle scuole. Seguono gli studenti sordi nelle classi di udenti.
10) Gli interpreti udenti possono insegnare l’American Sign Language?
Ci sono interpreti udenti che la insegnano ma la cosa non viene vista di buon occhio perché è la lingua dei sordi e soltanto loro dovrebbero insegnarla.
11) Riesci a vivere unicamente di questo mestiere?
No, noi interpreti sordi non godiamo delle stesse opportunità lavorative degli interpreti udenti. Per tali ragioni sono costretto a fare anche altro.
12) Ti è mai capitato di lavorare con interpreti udenti?
Sì, lavoro quasi sempre con loro.
13) Quali sono i vantaggi di rivolgersi a un interprete sordo?
Ci sono molteplici vantaggi con un interprete sordo. Gli interpreti sordi ricevono il messaggio dagli interpreti udenti e lo veicolano con un’attenzione particolare per la cultura sorda, il che facilita la comunicazione con i suoi membri soprattutto in certe situazioni come ad esempio durante un’udienza o un processo in tribunale. Inoltre, capita sovente che l’interprete lavori sotto pressione e a ritmi talmente serrati da far sì che occorrano due professionisti perché una sola persona non riuscirebbe a gestire la situazione. Quando l’interprete udente è affiancato da un collega sordo, la persona sorda gestisce meglio lo scambio comunicativo. Tra l’altro, rivolgersi a un interprete sordo significa ottenere una resa con una minor percentuale di errori nel trasferimento del messaggio e una maggiore accuratezza a livello di informazioni.
14) Esiste un legame tra il mestiere di attore e quello di interprete?
Certamente. In entrambi i casi c’è un pubblico di riferimento. Inoltre, richiedono di essere pienamente presenti e di esprimersi attraverso il linguaggio del corpo.
15) Qual è il tuo motto?
Fallo e basta.
Michele Peretti. Fonte: viverefermo.it
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L’archivio delle interviste dirette da Michele Peretti