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San Pietro da Verona nel ricordo della storia dei Sordi
6 aprile: San Pietro da Verona. San Pietro, sacerdote e martire, nacque alla fine del secolo XII da genitori eretici. L’innata rettitudine del cuore gli fece intuire subito da che parte si trovasse la verità. A sette anni imparò alle scuole dei cattolici il Credo, che per lui non sarà una formula qualunque, ma un principio di vita e una luce che rischiarerà per sempre il suo cammino.
Continuò gli studi all’Università di Bologna dove poi entrò nell’Ordine dei predicatori (domenicani), quando s. Domenico era ancora in vita. Il suo ideale era quello di lottare per difendere la fede, per questo nei lunghi anni di preparazione al futuro apostolato, mise le basi di quella robusta santità che fece davvero di lui un atleta di Gesù Cristo.
Un giorno confidò a un confratello che da quando era sacerdote, celebrando la S. Messa, alla elevazione del calice aveva sempre chiesto al Signore la grazia di morire martire, tale era l’ardore della sua fede e della sua carità.
Nominato nel 1242 Inquisitore Generale per la Lombardia, combatté senza posa gli eretici con la spada della divina parola, finché fu ucciso per loro mano, come egli aveva predetto. Fu infatti assassinato con una roncola nel 1252 nella foresta di Barlassina sulla strada da Como a Milano.
Il corpo di Pietro fu trasportato subito a Milano dove ebbe esequie trionfali e fu sepolto nel cimitero dei Martiri, vicino al convento di s. Eustorgio. In quello stesso giorno si diffondevano notizie di miracoli.
Tra queste grazie, bisogna annoverare la conversione del vescovo eretico Daniele da Giussano che aveva macchinato la sua morte e dello stesso assassino Carino che entrarono poi nell’Ordine Domenicano.
Il grande clamore suscitato dall’uccisione ed i tanti prodigi che avvenivano fecero si che da tutte le parti si chiedesse che fosse innalzato agli onori degli altari. Undici mesi dopo, il papa Innocenzo IV nel marzo del 1253, lo canonizzò nella piazza della chiesa domenicana di Perugia.
Il coltello usato per ucciderlo è conservato a Seveso, presso il Santuario a lui dedicato. È sepolto nella Basilica di sant’Eustorgio di Milano.
La sua data di culto è il 6 aprile, mentre l’Ordine Domenicano lo ricorda il 4 giugno.
Resurrezioni dai morti, guarigioni miracolose, profezie, non si contano i miracoli compiuti per sua intercessione.
Uno per tutti. “A Venezia, mentre confessava una signora nella chiesa di San Martino, un ragazzo faceva rumore correndo qua e là e si avvicinava spesso alla penitente. Il Santo le chiese se quel bambino fosse suo figlio. “Sì – rispose la donna – ed è il mio cordoglio, perché muto“.
Impietosito il Santo chiamò a sé il ragazzo e gli fece il segno della Santa Croce sulla lingua, dicendogli: “In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti” e il fanciullo rispose chiaramente “Amen“, né fu più muto”.
P.Vincenzo Di Blasio – nw027 – 2013
PER SAPERE DI PIU’
«La storia è testimonio dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra della vita» (Cicerone)
«La storia non è utile perché in essa si legge il passato, ma perché vi si legge l’avvenire» (M.D’Azeglio)
«Bisogna ricordare il “passato” per costruire bene il “futuro”» (V.Ieralla)
Per qualsiasi segnalazione, rettifica, suggerimento, aggiornamento, inserimento dei nuovi dati o del curriculum vitae e storico nel mondo dei sordi, ecc. con la documentazione comprovata, scrivere a: info@storiadeisordi.it.
“Storia dei Sordi. Di Tutto e di Tutti circa il mondo della Sordità”, ideato, fondato e diretto da Franco Zatini