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Teach & Touch nella Logopedia
Arriva la prima app che supporta i logopedisti nel trattamento dei bambini con disturbi del linguaggio
Un’applicazione pensata per facilitare il trattamento terapeutico dei bambini con disturbi dell’apprendimento, basata sull’utilizzo dei giochi e sull’interazione tra logopedista e famiglia. A svilupparla è stata la logopedista Sara Massa insieme alla grafica Chiara Colangelo e agli ingegneri informatici Giacomo Brambilla ed Edriano Cordara. Si chiama Teach & Touch ed è stata presentata pochi giorni fa all’interno della Commissione scuola del Comune di Napoli.
La app prevede un’interfaccia per il professionista e una per chi, genitore o insegnante, coadiuva il bambino nel percorso di cura, e permette di aumentare sia la frequenza degli esercizi, che vengono svolti anche da casa con l’utilizzo di smarthone o tablet, sia l’efficacia riabilitativa. La vasta gamma di giochi e di livelli a disposizione, infatti, permette di affrontare le aree di fragilità del bambino che, attraverso divertenti sfide, migliora le sue competenze linguistiche. Lo strumento di gioco è condivisibile con la famiglia: questa, a casa, ripete le attività svolte in trattamento o esegue quelle preimpostate dal logopedista, andando così a migliorarne l’efficacia. Attraverso il collegamento tra professionista e piccolo paziente, inoltre, è possibile tanto al logopedista quanto alla famiglia osservare l’andamento terapeutico del bambino, controllare gli esercizi, rilevare i progressi e scambiarsi informazioni o quesiti.
L’idea, nata nel 2016 a Pavia dove ha vinto il secondo posto del Google Start-up Weekend presso il Polo tecnologico della città lombarda, conta della supervisione di Renata Salvadorini, massima esperta dell’area del linguaggio, e sarà testata come strumento riabilitativo dalle Università di Milano e dalla Vanvitelli di Napoli. Una novità importante, soprattutto alla luce della correlazione esistente tra i disturbi del linguaggio e quelli dell’apprendimento. Individuando precocemente il primo, possibilmente già nei primissimi anni di vita, è possibile anticipare la cura ed evitare successive evoluzioni negative che incidono anche sull’aspetto relazionale del bambino.
Fonte: cittadiniditwitter.it
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