Il decreto-Legge (D.L.) sulle disposizioni urgenti in materia di Reddito di Cittadinanza e di Pensioni con il numero 4 del 28 gennaio 2019 é pubblicato nella Gazzetta ufficiale della Repubblica Italiana con il numero 23 del 28 gennaio 2019. Successivamente il Senato ha modificato e convertito in legge il decreto sul reddito di cittadinanza e pensione.
Il testo della Legge 28 marzo 2019, n. 26, è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il 29 marzo 2019, n.75. F.Z.
Disabilità e Reddito di Cittadinanza: emendamenti del Governo (agg. 15 marzo)
Mentre procede l’esame alla Camera del decreto legge sul Reddito di Cittadinanza, il Governo sottopone propri emendamenti rivolti ai potenziali utenti con disabilità. Vediamo nel dettaglio quale reale impatto avrebbero in caso di definitiva approvazione e quali siano i nuclei effettivamente interessati. Leggi tutto
Disabilità e Reddito di Cittadinanza: novità dal Senato (agg. 4 marzo)
Il Senato ha approvato in prima lettura le modificazioni del decreto-legge sul Reddito di Cittadinanza che ora passa all’esame della Camera. Vediamo quali siano le modificazioni che interessano direttamente le persone con disabilità e i loro familiari. Leggi tutto
“Reddito di cittadinanza cos’è e come funziona, requisiti Isee e limiti di reddito, a chi spetta e come richiederlo, da quando come ottenerlo da aprile 2019.”
Pensioni e Reddito di cittadinanza
Legge n. 145 del 30 dicembre 2018. Articolo 255 – Fondo per il reddito di cittadinanza
Al fine di introdurre nell’ordinamento le pensioni di cittadinanza e il reddito di cittadinanza, quest’ultimo quale misura contro la povertà, la disuguaglianza e l’esclusione sociale, a garanzia del diritto al lavoro, della libera scelta del lavoro, nonché del diritto all’informazione, all’istruzione, alla formazione e alla cultura, attraverso politiche volte al sostegno economico e all’inserimento sociale dei soggetti esposti al rischio di emarginazione nella società e nel mondo del lavoro, nello stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali è istituito un fondo denominato « Fondo per il reddito di cittadinanza», con una dotazione pari a 7.100 milioni di euro per l’anno 2019, a 8.055 milioni di euro per l’anno 2020 e a 8.317 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2021. Con appositi provvedimenti normativi, nei limiti delle risorse di cui al primo periodo del presente comma, che costituiscono il relativo limite di spesa, si provvede a dare attuazione agli interventi ivi previsti. Fino alla data di entrata in vigore delle misure adottate ai sensi del secondo periodo del presente comma nonché sulla base di quanto disciplinato dalle stesse continuano ad essere riconosciute le prestazioni relative al beneficio economico del Reddito di inclusione (ReI), di cui al decreto legislativo 15 settembre 2017, n. 147, nel limite di spesa pari alle risorse destinate a tal fine dall’articolo 20, comma 1, del medesimo decreto legislativo n. 147 del 2017 e sulla base delle procedure ivi indicate, le quali concorrono al raggiungimento del limite di spesa complessivo di cui al primo periodo del presente comma e sono accantonate in pari misura, per il medesimo fine di cui al citato articolo 20, comma 1, del decreto legislativo n. 147 del 2017, nell’ambito del Fondo per il reddito di cittadinanza di cui al primo periodo del presente comma. Conseguentemente, a decorrere dall’anno 2019 il Fondo Povertà, di
cui al decreto legislativo n. 147 del 2017, è ridotto di 2.198 milioni di euro per l’anno 2019, di 2.158 milioni di euro per l’anno 2020 e di 2.130 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2021.
Reddito di cittadinanza e disabilità: da correggere subito (bozza decreto legislativo)
La FISH, Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, in riferimento alla bozza di decreto legge che dovrebbe introdurre il reddito e la pensione di cittadinanza, oltre a stigmatizzare le dichiarazioni che affermano infondatamente l’aumento delle pensioni di invalidità civile, rileva come non vi siano, nei testi attualmente noti, sufficienti misure a favore delle persone con disabilità.
Non vi trova spazio la consapevolezza che quelle persone vivano una maggiore esclusione sociale, un maggior rischio di impoverimento, maggiori oneri assistenziali a fronte di servizi troppo spesso insufficienti e compensati dai loro familiari.
Si afferma ciò, ancora con più forza, leggendo le dichiarazioni che indicano in 260.000 le persone con invalidità che gioverebbero del reddito di cittadinanza, cifra del tutto aleatoria, oltre che risibile di fronte a milioni di persone con disabilità grave in Italia. Ma quand’anche la cifra fosse reale, è decisamente inferiore a quella che dovrebbe o potrebbe essere se vi fosse concreto riconoscimento delle condizioni di vita. Infatti i testi della bozza di decreto, in alcuni rilevanti passaggi, trattano i nuclei in cui sia presente una persona con disabilità (anche se non autosufficiente o con disabilità grave) in modo più svantaggioso rispetto ai nuclei in cui non sia presente la disabilità pur a parità di condizioni economiche. Chi diffonde quelle cifre non dice che le stesse pensioni (esclusa l’indennità di accompagnamento) vengono di fatto considerate un reddito dal provvedimento.
FISH è perfettamente consapevole che al momento non sia stata prevista una copertura economica sufficiente a garantire le “promesse” di elevare le pensioni di invalidità a 780 euro. Al di là del giudizio politico su tale lacuna, FISH riserva una grande attenzione e conseguenti aspettative proprio sulle premesse fondative del reddito di cittadinanza definito come: “misura unica di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all’esclusione sociale, a garanzia del diritto al lavoro, nonché a favorire il diritto all’informazione, all’istruzione, alla formazione, alla cultura attraverso politiche volte al sostegno economico e all’inserimento sociale dei soggetti a rischio di emarginazione nella società e nel mondo del lavoro.”
Pertanto, affinché queste finalità riguardino davvero anche le persone con disabilità e le loro famiglie, rispetto alla bozza di decreto la Federazione chiede, con forza e convinzione, per lo meno le seguenti correzioni:
la pensione di cittadinanza, con i limiti corretti di seguito, sia estesa anche alle persone con disabilità a prescindere dall’età;
il limite ISEE previsto per la concessione di reddito e pensione di cittadinanza sia elevato a 15.000 nel caso in cui nel nucleo sia presente una persona con disabilità grave o non autosufficiente (come definite dal DPCM 159/2013, quello che ha disciplinato l’ISEE);
la soglia reddituale fissata a 6.000 euro ai fini della concessione del reddito di cittadinanza sia elevata a 12.000 euro nel caso in cui nel nucleo sia presente una persona con disabilità grave o non autosufficiente; nelle medesime situazioni la soglia ai fini della pensione sia elevata da 7.560 euro a 16.560 euro e con riferimento al solo reddito personale dell’interessato;
sia eliminato dal decreto la parte che prevede il computo, nel reddito di cui al punto precedente, delle provvidenze assistenziali (e quindi: “ed inclusivo del valore annuo dei trattamenti assistenziali in corso di godimento da parte dei componenti il nucleo familiare, fatta eccezione per le prestazioni non sottoposte alla prova dei mezzi.”);
il limite di patrimonio mobiliare consenta un incremento maggiore di quello previsto, nel caso in cui sia presente nel nucleo una persona con disabilità: 10.000 euro nel caso di disabilità media; 30.000 euro nel caso di disabilità grave o non autosufficiente al fine di riconoscere il potenziale investimento del nucleo rispetto al “dopo di noi”;
nella scala di equivalenza adottata per il calcolo del limite di reddito e dell’importo del reddito di cittadinanza sia aggiunto un coefficiente ulteriore ed aggiuntivo di 0,5 per ogni persona con disabilità grave o non autosufficiente presente nel nucleo e dello 0,2 nel caso sia presente una persona con disabilità media (come da definizioni del DPCM 159/2013);
adottare ai fini del calcolo dell’ISEE quanto previsto dall’articolo 6 del DPCM 159/2013 (cioè il cosiddetto ISEE ridotto) quando il valore sia di maggior favore per il richiedente nel caso sia persona con disabilità;
consentire alle persone con disabilità e a chi le assiste di accedere, su loro richiesta, ai servizi relativi ai progetti personali connessi al Patto per il Lavoro e al Patto per l’Inclusione Sociale.
Sono queste le istanze, chiare e anche sostenibili, che FISH sottopone al Governo e al Parlamento che dovrà convertire il decreto legge. Rinviare sine die gli interventi a favore della non autosufficienza e della disabilità, invocando interventi futuri e codici complessivi, non favorisce certo la credibilità e l’autorevolezza dei decisori politici. Fonte: fishonlus.it
Anche la FAND sollecita la modifica del decreto sul Reddito di cittadinanza
Continua la mobilitazione delle Federazioni dell’universo disabilità all’indomani della pubblicazione del decreto sul reddito di cittadinanza, ed in generale all’indomani di misure ritenute troppo poco efficaci nei confronti dei cittadini con disabilità. Dopo la presa di posizione di ieri della FISH, anche la FAND (che riunisce ANMIC, ANMIL, ENS, UIC, UNMS, ANGLAT E ARPA, ndr), fa sentire la sua, in una nota (grassetti nostri, ndr):
In occasione di un incontro tenutosi ieri presso gli uffici del Ministero per la Famiglia e le Disabilità, la FAND (Federazione nazionale tra le Associazioni di persone con disabilità), rappresentata dal Presidente Nazionale Franco Bettoni e dal Vice Presidente Nazzaro Pagano, ha ribadito alla struttura tecnica del Ministero la propria preoccupazione per il provvedimento sul “reddito di cittadinanza” che ha deluso le aspettative di molte persone con disabilità.
Secondo il Presidente Bettoni “l’incontro è stato l’occasione per chiedere al Ministero un impegno serio e concreto su tre aspetti fondamentali per la FAND: attenzione specifica sulle problematiche delle persone con disabilità che porti a politiche realmente inclusive per tutti; l’inclusione lavorativa per tutte le persone con disabilità, tema da me ribadito con forza soprattutto da Bettoni; l’aumento delle pensioni di invalidità civile per tutti coloro che ne beneficiano, a prescindere da ogni altra forma di incentivo contro la povertà e l’esclusione sociale, temi su cui ha ulteriormente insistito il Vice Presidente Pagano”.
La FAND ha dunque ritenuto opportuno far sentire la propria voce e ribadire il proprio pensiero, nell’assoluta certezza che il tavolo di confronto che a breve inizierà a lavorare sul tema potrà introdurre sensibili miglioramenti e portare ad una maggiore equità sociale per le persone con disabilità. Fonte: disabili.com