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Inutile parlare al bambino nella pancia, sente appena i rumori. Ma ora con una sonda si può
Pubblicato il Mag 8, 2018 in Sanita - Udito
Cantargli una ninna nanna, fargli sentire la voce della mamma e del papà, raccontargli una fiaba: parlare al piccolo quando è ancora nell’utero materno è un falso mito. I feti riescono a malapena a sentire il rumore che proviene dall’esterno. È quanto dimostra lo studio condotto dalla dottoressa Marisa Lopez-Teijón dell’Institut Marquès di Barcellona e dalla sua equipe sull’udito del feto e sull’effetto della musica all’inizio della vita, presentato all’Istituto Karolinska dell’Università di Stoccolma.
L’osservazione, condotta su pazienti tra la 14esima e la 39esima settimana di gestazione, rivela come la comunicazione con il feto sia uno degli aspetti più interessanti della scoperta. Affinchè il feto percepisse con la massima intensità il suono, è stato ideato uno specifico dispositivo per trasmettere musica per via intravaginale: il ‘Babypod‘ emette onde sonore fino ad un massimo di 54 decibel, che è il livello di una normale conversazione. Nel corso dell’intero studio, il team di ricercatori ha osservato attraverso ecografia la reazione del feto nell’ascoltare la musica emessa per via addominale e vaginale. In quest’ultimo caso, l’87% dei feti ha reagito con movimenti della testa e degli arti, della bocca e della lingua, gesti che cessano quando smettono di sentire la musica. Inoltre, con la musica trasmessa per via vaginale, circa il 50% dei feti ha reagito con un movimento sorprendente, aprendo moltissimo le mascelle e tirando fuori completamente la lingua. Sistemando, invece, delle cuffie che emettono musica con un volume medio di 98,6 decibel sull’addome della donna in attesa, non sono stati osservati cambiamenti nelle espressioni facciali del feto.
“Grazie all’invenzione di un dispositivo vaginale, Babypod, abbiamo dimostrato che i feti possono sentire dalla settimana 16, quando misurano 11 centimetri, solo se il suono proviene direttamente dalla vagina- ha spiegato la dottoressa Lopez-Teijón-. I feti riescono a malapena a sentire il rumore che proviene dall’esterno. Quindi, possiamo dire che il mito di parlare alla pancia delle donne incinte è storia passata”.
Ricercatrice principale dello studio, López Teijón nel corso delle presentazioni presso l’università di Stoccolma e Copenaghen ha spiegato che, oltre a rendere possibile la comunicazione con il feto, questo dispositivo ha applicazioni mediche molto importanti: consente di scartare la sordità fetale e facilita le ecografie poiché, provocando una risposta nel bambino, migliora la visione delle strutture fetali durante il suo svolgimento. La musica utilizzata nello studio era di Johann Sebastian Bach, per essere più esatti, la ‘Partita’ in la minore per flauto solo – BWV 1013.
Secondo la ricerca di Institut Marquès con questo sistema ora è possibile stimolare il feto neurologicamente. La stimolazione sensoriale è importante e può iniziare quanto prima possibile. La musica, infatti, attiva l’apprendimento delle lingue. E, come è stato dimostrato, questo apprendimento può iniziare già nel grembo materno.
Lo studio delle reazioni dei feti ai diversi stimoli acustici è stato effettuato con l’aiuto di un sound player pioniere. Si tratta di Babypod®, un dispositivo approvato dalla Fda (Food and Drug Administration) capace di trasmettere musica e suono della voce all’interno della vagina. È posizionato come se fosse un tampone ed è collegato al cellulare, risultando totalmente sicuro per la madre e per il bambino.
Fonte: dire.it
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