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Festival del Silenzio 2018
“Nella civiltà del rumore e del caos troppo spesso pensiamo al silenzio solo come negazione del frastuono e della confusione. Ma il silenzio può anche significare pace, tranquillità, ascolto. Quando ci fermiamo ad ascoltare e guardare possiamo accogliere quello che ci circonda con tutti i sensi a nostra disposizione e riscoprire quella che è la forma espressiva naturale e più antica a nostra disposizione: il linguaggio del corpo, nato molto prima di ogni altra lingua parlata o segnata!
Al Festival del Silenzio siete invitati a incontrare diverse forme artistiche e performative, diverse forme comunicative ed esperienziali che potrete capire e apprezzare senza l’aiuto di alcuna lingua, solo siate disponibili ad aprire la vostra mente e il vostro sguardo ad un’esperienza nuova.
Potrete conoscere il lavoro di artisti di origini e culture differenti, tra cui anche nativi segnanti, che utilizzano cioè la Lingua dei Segni come lingua madre, e scoprire così la cultura di cui è, come ogni lingua, portatrice. Scoprirete come la collaborazione tra artisti con diverse abilità e qualità sia possibile e da valorizzare perché fonte di risultati sorprendenti e di meraviglia per chi osserva.
Nel programma troverete teatro, danza, arte visiva, musica, declinati tra performance, workshop, mostre, spettacoli e ciascuna proposta è pensata per ogni tipo di pubblico, di qualsiasi lingua o provenienza. Il nostro desiderio è infatti creare un terreno comune tra diversità, una terra di mezzo in cui le culture possano incontrarsi, conoscersi e condividere momenti di festa e divertimento, valorizzando l’unicità di cui ciascuno di noi è portatore come fonte di arricchimento per gli altri.”
La lingua dei segni é un arte. Alla Fabbrioca del Vapore, il Festival del Silenzio
Tra gli alti e bassi della Fabbrica del Vapore, nella Chinatown milanese, il 16 marzo, inizia la prima edizione del Festival del Silenzio, una tre giorni, fino al 18 marzo, di performance e incontri esperienziali dedicati alla cultura segnante e alle lingue dei segni.
Il festival è organizzato da Fattoria Vittadini, collettivo milanese di danza che ha recentemente festeggiato i 10 anni di attività, con la direzione artistica di Rita Mazza, artista nativa segnante italiana, residente a Berlino, che presenta così l’evento: «Al momento, il progetto del Festival del Silenzio non ha eguali né in Italia né all’estero; ci sono esperienze simili in Europa ma si rivolgono esclusivamente a un pubblico di sordi e/o segnanti, come il Festival Clin d’Œil a Reims (FR) o il Jugendfestival di Stoccarda (DE). Il Festival del Silenzio vuole invece creare un terreno comune tra udenti e non, segnanti e non, una “terra di mezzo” in cui le due culture possano incontrarsi, conoscersi e condividere momenti di festa e divertimento».
Non solo arte ma anche workshop e dibattiti attorno al delicato tema dei riconoscimenti sia del LIS come minoranza linguistica sia della comunità sorda italiana come minoranza culturale, con il conseguente adeguamento dei servizi alla persona e della tutela prevista dall’art. 6 della Costituzione per tutte le minoranze linguistiche. Il festival affronta un tema spesso escluso dalla produzione artistica nazionale: ha promosso il bando, lanciato a gennaio, “In principio era il segno”, rivolto ad artisti sordi o udenti che volessero portare in scena la cultura segnante, offrendo un sostegno economico e la possibilità di presentare il lavoro all’edizione del Festival del Silenzio del 2019. Tra gli artisti presenti, Ramesh Meyyappan (SGP), performer segnante di Glasgow, star internazionale del teatro visuale, e Giuseppe Giuranna (ITA/GER), considerato tra i maestri del Visual Vernacular, forma espressiva che unisce la Lingua dei Segni con il linguaggio cinematografico.
Giulia Alonzo. Fonte: exibart.com
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