Iscriviti: Feed RSS
cerca nel sito
San Francesco di Sales e Don Bosco
Il mese di gennaio è denso di significati per gli ambienti salesiani, ma anche per i sordi: il 31 gennaio è festa grande perché si celebra e si ricorda San Giovanni Bosco, il 24 gennaio è la festa di un altro Santo che ha dato il nome alla congregazione di don Bosco, i Salesiani, e che è stato dato da Pio IX come protettore alle persone sorde.
Nella Liturgia delle Ore, presentando la figura di San Francesco di Sales, così si tratteggia il rapporto fra lui e don Bosco:
“Ispirato dalla sua carità apostolica e dalla dolcezza e pazienza evangelica,
San Giovanni Bosco lo scelse come modello e protettore della sua missione fra i giovani”.
Carità apostolica, dolcezza e pazienza evangelica vengono attinte, nei due Santi, direttamente dal Cuore di Cristo, di cui entrambi furono devotissimi. Infatti, se San Francesco di Sales desiderò che al centro dello Stemma dell’Ordine della visitazione, fondato assieme a Santa Giovanna di Chantal, campeggiasse un Cuore:
“… nostra arma un unico cuore trafitto da due frecce, racchiuso in una cornice di spine,
un povero cuore che serve di piedistallo a una croce…”,
nello stemma della “Pia Società di S. Francesco di Sales” (la congregazione dei salesiani di don Bosco) compare un Cuore, a sottolineare che solo dalla sorgente che è il Cuore di Cristo è possibile attingere l’Amore di Dio da donare alle anime.
I due Santi furono grandi imitatori delle virtù proprie del Sacro Cuore: la pazienza, la mitezza, la dolcezza, la carità. Se il motto del vescovo Santo fu:
“Attira più mosche un goccio di miele, che un barile di aceto“,
non da meno il Santo dei giovani soleva dire
“Non basta che i giovani siano amati, è necessario che sappiano di essere amati“.
C’è allora un ultimo tratto comune in don Bosco e San Francesco di Sales: la gioia.
P.Vincenzo Di Blasio
S.Giovanni Bosco (1815 – 1888), insigne educatore della gioventù, è definito da Giovanni Paolo II “Padre e Maestro dei giovani”. Ha fondato le congregazioni Pia Società di San Francesco di Sales (Salesiani) e delle Figlie di Maria Ausiliatrice.
Alla fine dell’Ottocento a Napoli un gruppo di sacerdoti che si occupavano dei sordomuti, tra i quali Lorenzo Apicella e Filippo Smaldone, formarono una piccola comunità e si rivolsero a Don Bosco, perché i Salesiani si occupassero degli istituti Pia Casa Arcivescovile di Napoli e Casoria e Istituto Provinciale Sordomuti di Molfetta.
La richiesta fu discussa nella seduta pomeridiana del 27 dicembre del capitolo generale del 1884 e non venne accettata. Don Bosco volle aggiungere solo due parole: “per ora”. Successivamente infatti, nel 1909, i Salesiani assunsero la direzione della Pia Casa Arcivescovile di Napoli. A lui ancora vivente si attribuisce la guarigione di una ragazza (a Milano) e di un seminarista (a Roma) afflitti da sordità.
Il 31 gennaio la sua festa.
P.Vincenzo Di Blasio
PER SAPERE DI PIU’