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La doppia discriminazione delle donne con disabilità
Minori opportunità e maggiori rischi di violenze: il gap di genere moltiplica le discriminazioni quando la donna ha anche una disabilità
Essere donna ed essere donna disabile può essere una doppia sfida, in una società dove “l’altra metà del cielo” paga spesso un gap in termini di pari opportunità. E’ sulla condizione delle donne con anche una disabilità che la Federazione Italiana per il superamento dell’Handicap invita ariflettere (e agire!) anche in vista della prossima Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, che ricorre il 25 novembre 2017.
Le donne con disabilità vivono una condizione di discriminazione multipla: come donne condividono la mancanza di pari opportunità che prevale nella nostra società e come persone con disabilità soffrono di restrizioni e limiti alla partecipazione sociale. Non è questa una mera sommatoria di discriminazioni, quanto piuttosto una loro moltiplicazione: non godono di pari opportunità né rispetto alle altre donne, né rispetto agli uomini con disabilità.
Secondo ISTAT lavora solo il 35,1% delle donne con limitazioni funzionali, invalidità o malattie croniche gravi, a fronte del già limitato 52,5% degli uomini nelle stesse condizioni.
Sempre ISTAT rileva che il rischio di subire stupri è più che doppio per le donne con disabilità: il 10% contro il 4,7% delle donne senza limitazioni funzionali. E i rischi aumentano anche in caso di stalking: il 21,6% delle donne con disabilità ha subito comportamenti persecutori contro circa il 14% delle altre donne.
Esiste una drammatica questione di genere quando ci si riferisce alla disabilità, come pure è significativa la variabile disabilità quanto ci si occupa di condizione femminile e di violenza di genere, ma su tali lacune non vi è ancora consapevolezza.
FISH, la Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, in prospettiva della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne (25 novembre) istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, richiama l’attenzione sulla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità che, per la prima volta, ha affrontato il tema della discriminazione multipla dedicandovi uno specifico articolo.
Ma l’occasione della Giornata sarà utile anche per auspicare con forza che la prospettiva di genere sia integrata nelle politiche per la disabilità come pure la condizione di disabilità sia integrata nelle politiche di genere, entrambe in stretta consultazione con le donne e le ragazze con disabilità e con le loro organizzazioni rappresentative. Alla Giornata FISH parteciperà con proprie iniziative ed affiancando eventi.
In questo senso FISH ricorda un fondamentale punto di riferimento: il Secondo Manifesto sui diritti delle Donne e delle Ragazze con Disabilità nell’Unione Europea. Uno strumento per attivisti e politici, adottato a Budapest il 28-29 maggio 2011 dall’Assemblea Generale del Forum Europeo sulla Disabilità (EDF).
Ratificato ufficialmente anche dalla FISH nella sua traduzione italiana [a cura di Simona Lancioni e Mara Ruele, Peccioli (PI), Informare un’H], il documento è consultabile a questo indirizzo: www.informareunh.it.
Fonte: disabili.com
“La violenza non è uno sport”: ecco il video della campagna di sensibilizzazione
CAGLIARI. Anche lo sport scende in campo per sostenere la campagna di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne. E lo fa sui social. È nata così la pagina “La violenza non è uno sport”. Tra le atlete schermitrici, pallavoliste, cestiste, ginnaste e anche Sara Gerini, la ragazza non udente di Carbonia nota sui social da quando ha lanciato l’appello #facciamocisentire, una campagna per spiegare com’è la televisione senza sottotitoli secondo i sordi.
Ora Sara ha deciso di realizzare un altro video e di pubblicarlo sulla pagina Facebook “La violenza non è uno sport”. Lei è una pallavolista, unica sarda a vestire la maglia della nazionale. Ha partecipato a un mondiale, vinto l’argento agli Europei in Turchia nel 2011 è poi approdata al beach volley, disciplina nella quale viene eletta, tra sordi e udenti, miglior giocatrice sarda. Fino a 11 anni giocava a calcio. Oggi sostiene l’iniziativa contro la violenza sulle donne e sulle note di “Break the chain” dei Fleetwood Mac dall’album Rumors.
Monica Magro. Fonte: youtg.net
PER SAPERE DI PIU’
Contro le violenze sulle Donne (ONU)
Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne