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La Fondazione del Pio Istituto Sordi guarda al passato e pensa al futuro
Mercoledì 29 marzo 2017 si è tenuta, presso la Sala Convegni della “Caritas”, in centro città a Milano, l’Assemblea ordinaria dei Benefattori e dei Benemeriti della Fondazione “Pio Istituto dei Sordi” di Milano. Tale assemblea riunisce coloro che desiderano sviluppare l’Istituto, assicurare il raggiungimento degli scopi indicati nel proprio Statuto e garantire il buon funzionamento dell’apparato amministrativo della Fondazione.
Quest’anno, per la seconda volta, l’Assemblea era aperta anche agli uditori esterni ed io, da anziano sordo che da una vita mi sono speso per lo sport e l’evoluzione sociale dei miei simili, come studioso della storiografia di chi non ode, ho gradito l’invito espressamente rivoltomi e ho aderito di buon grado, partecipando con interesse anche perché la storia del Pio Istituto dei Sordi di Milano, fondato nel 1853, converge in forma parallela con quella della prima “Cassa Mutua” dei Sordi di Milano, ora “Associazione Benefica-Cardano”, costituita nel 1874, di cui sono componente, quale consigliere segretario, e gestiamo un voluminoso patrimonio storico, oltre 3 mila volumi anche molto antichi, affidatici in custodia e in gestione dallo stesso Pio Istituto dei Sordi, ed è per questa circostanza, da attentamente valutare e aggiornare che ora auspicherei di includere in una prospettiva d’intenti programmatici per il prossimo futuro, poiché se in passato c’erano state divergenze fra sordi “oralisti” e altri “segnanti”, ora tale distinzione mi appare superata e sarebbe giunto il momento di unire le diverse funzioni e fare un “patto” per l’unità di intenti, poiché i sordi oggi è opportuno che ricordino il passato poiché «… la storia dei sordi è stata un continuo, e faticosissimo, cammino in salita…», ma bisogna tenere presente che «…abbiamo visto in questi ultimi anni molte importanti conquiste che hanno contribuito fortemente all’emancipazione e all’integrazione dei sordi…», per cui oggi anche noi che non udiamo possiamo confrontarci senza lacune o pregiudizi con le “associazioni di genitori (ALFA, FIADDA) e discutere anche con gli esperti di otorinolaringoiatria se una protesi o un impianto nella coclea ci è di ausilio oppure è un intralcio e di quale tipo.
Il mio auspicio è che possa proseguire e intensificarsi la collaborazione diretta fra la Fondazione erede del “Pio Istituto dei Sordi” e tutti coloro, a partire dai sordi stessi dai famigliari dei minori con problemi auditivi, e logicamente coinvolgendo i medici otorino, gli interpreti di Lingua dei Segni, e coinvolgendo le Istituzioni a partire dalla ASL, dai Comuni, dalle Regioni.
Marco Luè
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