Iscriviti: Feed RSS
cerca nel sito
Anche i sordi parlano
Alla sordità non necessariamente è accompagnato il mutismo. Si può infatti non sentire ma parlare.
Monte San Pietrangeli: Vi sarà capitato almeno una volta di leggere, di ascoltare o addirittura di pronunciare la parola sordomuto in riferimento a una persona sorda. Eppure la legge n. 95 del 20/02/2006 sostituisce il termine “sordomuto” con “sordo”. Nonostante siano trascorsi undici anni, la situazione sembra immutata.
In realtà, occorre sfatare qualche falso mito.
I sordi non sono muti e il loro apparato fonatorio funziona correttamente. Le difficoltà nella modulazione della voce derivano dal fatto di non potersi ascoltare. Per tale motivo molti intraprendono un percorso logopedico.
Un ulteriore uso improprio della terminologia si verifica con chi è solito parlare di “linguaggio dei gesti” volendo intendere la LIS. Si definisce linguaggio un codice di comunicazione semplice, privo di strutture e settoriale, come ad esempio: il linguaggio informatico, animale, sportivo e così via.
La LIS è invece una lingua a tutti gli effetti, con una propria struttura grammaticale, morfosintattica e lessicale.
In Italia i sordi sono circa 92 mila (il 95% proviene da famiglie udenti) e si possono suddividere in: – segnanti, coloro che usano la Lingua dei Segni Italiana (LIS), hanno una propria identità culturale e per questo amano definirsi Sordi (con la S maiuscola); – oralisti, coloro che intendono la sordità come disabilità, cercano di avvicinarsi il più possibile al modello udente e per questo prediligono esclusivamente la lingua italiana. Non hanno alcun problema nel definirsi: non udenti, audiolesi, ipoacusici; – bilingui, coloro che utilizzano sia la Lingua dei Segni che l’italiano.
Almeno nei primi anni di vita sono i genitori a dare un orientamento al proprio figlio. Da adulto deciderà lui quale strada percorrere. Può sempre accadere che un oralista o un segnante possano, nel tempo, diventare bilingui.
Letizia Frattani e Michele Peretti. Fonte: viverefermo.it
PER SAPERE DI PIU’