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In ricordo di Giovanni Rubino
“L’amico non è colui che ti asciuga le lacrime ma colui che non te le fa versare.” (Anonimo)
In ricordo di Giovanni Rubino
di Ida Collu
Il 15 marzo scorso si è spento all’età di 81 anni l’imprenditore e filantropo milanese Giovanni Rubino, molto conosciuto nella città di Milano e nella nostra Comunità in quanto figlio del notissimo grande pioniere dello Sport Silenzioso Francesco Rubino che la mia generazione, quella precedente e l’attuale ben conoscono come uno dei Padri del movimento dei Sordi italiani nonché uno dei massimi dirigenti dell’ENS di Milano e dell’Italia.
Mezzo secolo vissuto con la passione che allora aveva caratterizzato l’impegno dei pionieri Ens e Sport Silenzioso Nazionale e Internazionale; un tenace e inossidabile binomio di impegni e, battaglie; vittorie e sconfitte che portarono i sordi italiani sul podio della Vita affrontando le sfide quotidiane con dignità coraggio e orgoglio!
A proposito di Sport Silenzioso, dopo la morte di Francesco Rubino avvenuta nel 1979, il figlio Giovanni prese le redini per dedicarsi con altrettanta passione alla cura e alla formazione dello Sport agonistico dei sordi esportando a livello internazionale fior di campioni; gli fu a fianco in questo cammino un altro “grande” dello Sport e del Sociale Manlio Marcioni scomparso nel 2009 con cui nel 1981 costituì e diede vita all’opera della “Fondazione Nazionale Francesco Rubino” allo scopo di promuovere e incentivare la pratica sportiva tra i giovani sordi, premiando atleti e dirigenti distintisi per meriti particolari sia nelle discipline sportive (atleti) sia per la dedizione profusa (dirigenti) a favore dello Sport Silenzioso.
Giovanni era Membro del Consiglio di Amministrazione della predetta Fondazione e Manlio ne era il Presidente, a quest’ultimo succedette poi Franco Zatini e infine Franco Pedrali che continuarono con la stessa identica passione a stimolare i giovani verso lo Sport per una crescita che ne fortificasse non solo il corpo ma anche il cuore e la mente.
Per onorare la memoria e far si che la Fondazione potesse disporre di mezzi necessari nel tempo e per le circostanze atte a promuovere lo Sport Silenzioso, Giovanni donò alla Fondazione le pregiate opere del Padre che era un rinomato e apprezzato disegnatore producendo camicie e cravatte, borse, cinture e portafogli affinché venissero messe all’asta e il ricavato dato in beneficenza alla stessa Fondazione.
Anche l’Ens contribuì sotto la mia presidenza ad un sostegno economico a favore dello Sport.
Con Giovanni ho ricordi belli e intensi, ci univano una certa passione e il coraggio di affrontare le sfide quotidiane della Vita, il pensiero di fare sempre di più e meglio per le generazioni presenti e future perché suo Padre Francesco aveva disposto una sorta di testamento spirituale per incoraggiare i giovani ad affrontare la Vita con coraggio, disciplina e rigore che solo lo Sport sa e può trasmettere.
L’ultima volta che lo vidi fu a Milano alla cerimonia di titolatura di una strada pubblica a Francesco Rubino ottenuta non senza fatica dal Comune di Milano.
Come il Padre, come Manlio, pure Giovanni mi resterà sempre nel cuore e lo ricorderò commossa per la sua grandezza e semplicità d’animo, per la sua discrezione e per le opere compiute che restano e resteranno tracce indelebili e tangibili per le generazioni di giovani sordi di oggi e domani.
Buon viaggio Giovanni, che la Terra ti sia lieve.
PER SAPERE DI PIU‘
Fondazione Nazionale Francesco Rubino
FSSI
Francesco Rubino
Manlio Marcioni