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Unioni civili: il si in lis
Il “si” silenzioso di Ottavio e Francesco. Si celebra la prima unione civile in Lis. Grandi palloni raffiguranti due sposi in smoking e una bandiera rainbow attendono l’arrivo degli sposi ai lati dell’ingresso della chiesa sconsacrata Santa Maria in Tempulo. Sono il dono dell’amica del cuore Lucilla Masi per i futuri “uniti civilmente” che arrivano puntuali in una calda e soleggiata giornata quasi primaverile, con un “applauso silenzioso” fatto dagli amici nella lingua dei segni. Tante mani alzate a simulare una pioggia che scende il commovente benvenuto a Francesco Raffaelli, 68 anni, e Ottavio Fini, di 62. Ad attenderli nella sala con le poltrone in velluto rosso, c’è la responsabile dell’Ufficio del Registro delle Unioni Civili Valeria Cresta – con la fascia tricolore d’ordinanza – che sussurra: “Di tutte le coppie che ho unito, questa è, senza dubbio, quella che mi ha più emozionato e commosso”.
Francesco, ex dipendente della Corte dei Conti, è sordo dalla nascita. Ottavio ha perduto l’udito a causa di un’otite a soli due anni. Sono uniti legati alla loro amica del cuore da più di trent’anni. Hanno scelto due completi diversi. Per entrambi il papillon. Ottavio è più sobrio. Francesco ha voluto un completo gessato, fascia in vita, scarpa/pantofola in velluto blu con tanto di ricamo in filo di seta. Nella sala, accanto alla officiante, c’è Gabriel, che traduce ogni parola del discorsi. Dietro gli sposi, tutti gli amici che si “parlano” in L.I.S, senza disturbare la cerimonia, tra una foto e un video mentre Francesco e Ottavio si scambiano gli anelli.
Sono sorridenti e grati di tutto il calore che li circonda, stupiti di tanto interesse riguardo la loro cerimonia.
“Aspettavamo da tanto tempo di poterci sposare” – dicono all’uscita – “Non solo per veder riconosciuta la nostra storia, ma anche per dimenticare i pensieri inerenti problemi di salute e la casa”. Ottavio e Francesco vivono insieme da trent’anni. Oggi sono uniti per lo Stato e sognano di partire presto per la Svezia, dove, dicono: “C’è più apertura nei confronti delle coppie dello stesso sesso, mentre in Italia vi è ancora molta intolleranza”.
Emilio Sturla Furnò. Fonte: leggo.it
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