Grande apostolo dei giovani, fu loro padre e guida alla salvezza con il metodo della persuasione, della religiosità autentica, dell’amore teso sempre a prevenire anziché a reprimere. Sul modello di san Francesco di Sales il suo metodo educativo e apostolico si ispira ad un umanesimo cristiano che attinge motivazioni ed energie alle fonti della sapienza evangelica.
Ha fondato le congregazioni Pia Società di San Francesco di Sales (Salesiani) e delle Figlie di Maria Ausiliatrice.
Alla fine dell’Ottocento a Napoli un gruppo di sacerdoti che si occupavano dei sordomuti, tra i quali Lorenzo Apicella e Filippo Smaldone, formarono una piccola comunità e si rivolsero a Don Bosco, perché i Salesiani si occupassero degli istituti Pia Casa Arcivescovile di Napoli, Casoria e Istituto Provinciale Sordomuti di Molfetta.
La richiesta fu discussa nella seduta pomeridiana del 27 dicembre del capitolo generale del 1884 e non venne accettata. Don Bosco volle aggiungere solo due parole: “per ora”. Successivamente infatti, nel 1909, i Salesiani assunsero la direzione della Pia Casa Arcivescovile di Napoli. A lui ancora vivente si attribuisce la guarigione di una ragazza (a Milano) e di un seminarista (a Roma) afflitti da sordità.
Il 31 gennaio la sua festa, che quest’anno coincide con le solenni celebrazioni del bicentenario della sua nascita.
P. Vincenzo Di Blasio