Bambini e ragazzi udenti e sordi cantano insieme con le mani inguantate di bianco. Con gesti ampi o minuziosi dipingono la musica e trasmettono l’emozione dei ragazzi che utilizzano la Lingua dei segni (Lis). La musica è il mezzo per crescere insieme e superare ogni diversità. E’ l’esperienza vissuta dal coro “Mani Bianche Roma“, un progetto innovativo e sperimentale per offrire educazione musicale, integrazione e inclusione sociale a bambini e adolescenti che vivono nella periferia romana, nel quartiere Bastogi. Anche Papa Francesco, alcuni giorni fa, ha compiuto un gesto innovativo per dialogare con il mondo dei sordi: ha registrato un video con gli auguri di Natale nella Lingua dei segni, chiedendo di pregare per lui. La sequenza è stata pubblicata sull’account twitter di mons. Yoannis Lahzi Gaid, della segretaria particolare del Papa, ed è già diventata virale.
La storia: dal Venezuela al mondo. Il coro “Mani bianche Roma” si ispira al famoso sistema fondato in Venezuela dal maestro José Antonio Abreu, che da quarant’anni promuove l’emancipazione dei ragazzi di strada dalla criminalità, dalla droga e dalla dispersione scolastica attraverso la musica. Il primo coro “Manos blancas” nasce in Venezuela nel 1999 grazie a Naibeth Garcia e riunisce bambini con deficit uditivi, visivi, cognitivi, motori e autistici. Ciascuno canta utilizzando il mezzo espressivo che preferisce. Da allora l’esperienza è stata imitata in diversi Paesi del mondo, adattata e arricchita. In Italia il primo coro di questo tipo si è formato a San Vito al Tagliamento (Udine) e altri ne sono sorti in diverse regioni.
Nelle periferie e nelle scuole romane. A Roma il progetto coinvolge una ventina di ragazze e ragazzi dello storico istituto residenziale per sordi “Severino Fabriani” nel quartiere Bastogi, periferia nord della capitale, insieme a bambini e adolescenti udenti, con l’accompagnamento musicale del coro della Asl Rm B “Voc’incoro”. “Mani bianche Roma” si è ufficializzata come associazione con un primo progetto sostenuto dalla Fondazione Altamane. Mimma Infantino è la presidente, affiancata da Nadia Boccale, terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva, da Maria Grazia Bellia e Tullio Visioli, musicisti e direttori di coro. Il coro si incontra ogni settimana nelle ore extracurricolari in una scuola integrata specializzata nell’istruzione per i sordi, l’Istituto professionale e statale per l’industria e l’artigianato “Antonio Magarotto”. Tutti gli studenti possono partecipare. “La scuola – spiega Mimma Infantino – è un luogo privilegiato perché può offrire a tutti i ragazzi la possibilità di vivere l’esperienza musicale come strumento di crescita psico-affettivo, relazione e integrazione sociale”.
Una esperienza multidisciplinare. In coro si impara a cantare in maniera espressiva e partecipata, a utilizzare strumenti musicali o oggetti di uso quotidiano per sonorizzare il canto o a suonare il corpo con la “body percussion”. E’ inoltre una vera occasione di collaborazione e socialità, specie per chi proviene da situazioni di disagio.
Ogni lunedì i coristi infilano i guanti bianchi e sperimentano, con l’accompagnamento esperto degli adulti e sempre nuove metodologie didattiche. Un gruppo di lavoro che ha la sua forza nell’essere multidisciplinare. “E’ fantastico vedere come siano gli stessi ragazzi a proporre nuove idee – racconta la terapista Nadia Boccale, che segue soprattutto gli aspetti clinici del progetto -. C’è perfino chi ha composto una sorta di musica rap e ha voluto cantare con la propria voce, seguendo le vibrazioni. L’esperienza ci ha mostrato che la musica resa ‘visibile’ deve partire da profondi livelli del piacere e del gioco, sia durante l’apprendimento, sia durante l’esecuzione. Questo attiva la consapevolezza e l’espressione delle emozioni, facilitando l’integrazione e stimolando la creatività”.
“Ci occupiamo dei ragazzi a 360 gradi, non solo di educazione musicale”.
“Di ogni ragazzo conosciamo la storia, i punti di fragilità e di forza, per formulare obiettivi individuali che cerchiamo di armonizzare con gli obiettivi del gruppo. Questo ci distingue dai cori dove si imparano i canti e basta”.
Un cammino già costellato di successi. Il cammino di “Mani bianche Roma” è iniziato da nemmeno due anni ed è già costellato di successi: tanti concerti in diverse città italiane, anche nell’ambito di importanti rassegne corali. A Roma hanno cantato perfino al Teatro Argentina e nel palazzo della Fontana di Trevi. Sono state realizzate collaborazioni con altri cori, come il “Coro in maschera” di Ariccia e la corale dell’Aventino di Rieti. A gennaio l’équipe del progetto terrà a Modena un corso di in-formazione con udenti, sordi e professionisti di diverse discipline (musicisti, interpreti Lis, insegnanti, logopedisti) .
Patrizia Caiffa. Fonte: agensir.it
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