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Sottotitoli in tv: la Rai dia ascolto a chi non sente
I programmi sottotitolati sulle reti Rai sono meno del 50%. Un vero e proprio schiaffo al servizio di libera fruibilità e libero accesso da parte degli utenti e laddove i sottotitoli ci sono, sono spesso errati o scadenti. Una questione aperta su cui dobbiamo interrogarci
È da circa venti anni che il Contratto di Servizio prevede l’obbligo della Rai di utilizzare il Televideo per garantire i sottotitoli per non udenti, nell’intera programmazione televisiva. Anzi, a giudicare dai recenti festeggiamenti della concessionaria, sembra che la sottotitolazione sia stata realizzata per la prima volta già nel lontano 1986, in occasione della messa in onda del film di Alfred Hitchcock “La finestra sul cortile”.
Tuttavia, nonostante l’enorme, trentennale, progresso tecnologico e la moltiplicazione dell’offerta, ancora oggi piovono sulla Rai vibranti proteste di Enti, associazioni e gruppi spontanei, che denunciano un servizio scadente e spesso errato.
I programmi sottotitolati sono molto di meno del 50%, le scritte quasi sempre fuori sincrono rispetto alla voce e non scorrono in maniera fluida. Completamente assente, poi, la sottotitolazione nei canali cd. tematici come Rai5, RaiMovie, RaiYoYo, RaiStoria.
La situazione non è diversa nelle reti private, ma almeno in questo caso non sono i cittadini a pagare per un servizio che non c’è. Sembra che un po’ meglio vada per l’offerta tv a pagamento, a cominciare da Sky, ed a finire con Netflix che sta sperimentando “servizi innovativi che meglio si adattano alle esigenze delle persone sorde”.
Ora, poichè anche il servizio pubblico televisivo è, in qualche modo, a pagamento, non si comprende perchè la Rai non abbia fatto alcun progresso in tutti questi anni.
È di pochi giorni fa, la notizia che il Direttore Generale della Rai, Antonio Campo dall’Orto, ha firmato un bando di 22 milioni – che scadrà il 7 novembre 2016 – avente ad oggetto “Accordi quadro per servizi di sottotitolazione di programmi televisivi preregistrati e in diretta”. Nulla si sa però circa i termini del capitolato d’appalto e, pertanto, sono legittimi i dubbi sull’affidamento del servizio secondo criteri tecnici obsoleti ed inefficienti.
Al riguardo, il consigliere di amministrazione Rai, Franco Siddi, ha dichiarato che occorrerà “vigilare al momento della gara affinchè le buone intenzioni trovino compimento adeguato e senza opacità”. Bene. Vengano coinvolti preventivamente, allora, i rappresentanti ufficiali o informali della sfortunata platea dei non udenti. Noi del Consiglio Nazionale degli Utenti siamo a disposizione di ambedue le parti in causa.
L’autore è vice presidente del Comitato Media e Minori (Mise) e del Consiglio Nazionale degli Utenti – AGCOM
Remigio del Grosso. Fonte: vita.it
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