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La storia di Matteo: “Il nostro bambino sordo ma con l’accento pugliese e romagnolo”
A Matteo vengono messe le protesi acustiche all’età di quattro mesi, senza ottenere alcun beneficio: “Le protesi erano tarate al massimo ma lui non sentiva niente. Gli procuravano solo fastidio e continuava a togliersele”. A Padova, dunque, quando il piccolo ha poco più di un anno viene sottoposto all’intervento per l’installazione dell’impianto cocleare: “Ricordo come fosse ora – prosegue Luciana – che il medico ci disse che Matteo, un giorno, avrebbe parlato sia pugliese che romagnolo. E adesso, quando pronuncia la parola ‘signora’ con la stessa mia cadenza, mi tornano in mente quelle parole”. Peccato che, dopo qualche mese dall’intervento, il giorno del matrimonio del fratello di Luciana l’impianto di Matteo comincia a lampeggiare: “Era sabato, eravamo in chiesa e non sapevamo che fare. Quando siano tornati a Padova abbiamo capito: l’impianto di Matteo era difettoso per un problema del processore interno e il suo modello, infatti, è poi stato ritirato dal mercato”.
Rioperato quasi subito, dopo l’attivazione Matteo diventa un altro bambino: “Nei primi mesi non ci spiegavamo, cosa che abbiamo capito dopo, perché si togliessi gli impianti. Con quello funzionante, invece, è stato subito rapito dal rumore delle macchine, degli uccellini. I primi giorni lo portavo fuori e lo vedevo letteralmente estasiato da quello che riusciva a sentire”. Un’uscita graduale dall’isolamento alla quale hanno contribuito, secondo Luciana e il marito, anche l’associazione “L’Orecchio Magico”, di cui Romagna Mamma sta raccogliendo le storie, e le educatrici dello spazio bimbi prima, e della scuola dell’infanzia poi. Che a Matteo e ai suoi compagni hanno dedicato anche un libretto, “Nuvolo e l’orecchio magico”.
La paura, ora, è che con l’inizio della scuola primaria Matteo possa non trovare l’insegnante di sostegno giusto o comunque un ambiente favorevole: “I miei timori – dice la mamma – sono circostanziati, visto che faccio l’insegnante ed è capitato che mi proponessero il sostegno a bambini con disabilità sulle quali non sono affatto preparata e davanti alle quali non sarei all’altezza”. E la paura riguarda anche la discontinuità che Matteo potrebbe dover affrontare: “Gli insegnanti di sostegno spesso hanno supplenze brevi e cambiano: spero davvero che mio figlio non impieghi mesi ad abituarsi a una persona per poi vederla andare via e dovere ricominciare tutto daccapo”.
Intanto Matteo, che non parla ancora benissimo ma si fa capire eccome, dice che tra venti giorni inizierà la “scuola dei grandi”. Dove i genitori sperano possa trovare bambini sensibili come è successo finora: “I suoi compagni sono sempre stati molto protettivi nei suoi confronti, alcuni gli aggiustano addirittura gli impianti. Finora il problema di Matteo ha permesso a lui e a noi di allargare il giro delle amicizie. Poi non nascondiamo che non è sempre tutto rose e fiori: a volte i bambini che non conoscono nostro figlio, non certo per cattiveria, non capiscono la situazioni. E capita di vederlo escluso e di rimanerci molto male”.
Silvia Manzani – Fonte: romagna.mamma.com
PER SAPERE DI PIU’
Associazione L’orecchio magico
«La storia è testimonio dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra della vita» (Cicerone)
«La storia non è utile perché in essa si legge il passato, ma perché vi si legge l’avvenire» (M.D’Azeglio)
«Bisogna ricordare il “passato” per costruire bene il “futuro”» (V.Ieralla)
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“Storia dei Sordi. Di Tutto e di Tutti circa il mondo della Sordità”, ideato, fondato e diretto da Franco Zatini