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Parole per Tutti. Proposta di Legge regionale sul riconoscimento della Lingua dei Segni
Parole per Tutti. Proposta di Legge regionale sul riconoscimento della Lingua dei Segni. Regione Lazio e X Municipio di Roma insieme per migliorare la qualità di vita delle persone sorde, Si è tenuta lo scorso 30 settembre alla Città dei Mestieri di Via del Sommergibile 11 ad Ostia, nell’iniziativa Parole per Tutti promossa dal X Municipio, la presentazione della proposta di legge regionale per la promozione del riconoscimento della Lingua dei Segni Italiana (Lis), per la piena accessibilità delle persone sorde alla vita collettiva e la disciplina dello screening neonatale.
Per illustrare la mozione sono intervenuti Emanuela Droghei, assessore al Welfare e Salute del X Municipio ed Eugenio Patanè, consigliere regionale e presidente della V Commissione Cultura, diritto allo studio, Istruzione, Pari Opportunità, Politiche Giovanili, Spettacolo, Sport e Turismo della Regione Lazio. Patané, promotore della norma, ha spiegato come “l’esperienza personale e il desiderio di rendere effettivi i diritti sanciti dalla nostra Costituzione che per loro non sono tutti attuabili”, siano stati determinanti. La proposta di legge regionale è stata approvata dalla V Commissione della Regione Lazio lo scorso agosto ed è ora in attesa di passare al vaglio del Consiglio Regionale per l’approvazione definitiva. Il testo di riferimento su cui è stata redatta è la Convenzione O.N.U. sul diritto delle Persone con disabilità del 2006, recepita in Italia con un ritardo di tre anni. “All’interno della convenzione – ha spiegato il consigliere – l’articolo 2 fa pieno riferimento alla lingua dei segni come vero e proprio linguaggio e l’articolo 21 obbliga gli Stati firmatari ad accettare e facilitare il ricorso della stessa da parte delle persone con questa disabilità, oltre che esercitare tutto ciò che è possibile per renderla utile alla comunicazione”. Lo strumento che ha reso possibile legiferare su questo tema?
L’articolo 117 della Costituzione sul federalismo delle Regioni. “In Italia è successo un fenomeno un po’ strano perché pensavamo si legiferasse una legge nazionale prima che la Regione – ha continuato Patanè – La normativa nazionale non c’è stata, abbiamo assistito a dispute di contrapposte fazioni di deputati e senatori anche di livello teorico e accademico. Se, cioè, la lingua dei segni fosse o no meritevole di riconoscimento. Nel frattempo molte regioni si sono mosse con disegni di legge a riconoscimento della Lis”. Quello targato Regione Lazio interverrà su alcuni punti fondamentali: il libero accesso alle informazioni e agli uffici pubblici; il diritto allo studio con l’introduzione di nuove tecnologie (smartphone e tablet); la promozione di eventi culturali accessibili e dei servizi di comunicazione; promuoverà le forme di collaborazione con tutte le associazioni; ricorrerà alla Lis nella prima infanzia; incentiverà la formazione di equipe di sostegno alle famiglie dei sordi.
Piena soddisfazione è arrivata dalla Droghei: “Si tratta di una mozione che scavalca un po’ la capacità che in questi anni hanno avuto i governi di rendersi utili all’accessibilità delle persone sorde alla vita collettiva nel suo complesso. Desidero fare un plauso perché in questo anno e mezzo di governo c’è stato un forte impegno da parte di Nicola Zingaretti e del consiglio tutto volto a colmare dei vuoti normativi che vanno poi a incidere sulla qualità della vita delle persone. Davvero riconosciamo da questo punto di vista lo straordinario lavoro che i consiglieri regionali stanno facendo e ci auguriamo di coglierne i frutti attraverso l’applicazione degli strumenti e grazie a delle risorse economiche che sono ineludibili per sviluppare i servizi”. Risorse che l’assessore al bilancio della Regione, Alessandra Sartore, ha stimato in mezzo milione di euro.
Eleonora Caradonna. Fonte: euroroma.net – nw105 (2014)
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Regione Lazio
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