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Un bambino sordo che guarisce l’anima Tumi
Un bambino sordo che guarisce l’anima Tumi
ha quattro anni, porta due antiquati apparecchi acustici e un paio di occhiali spessi: oltre a essere nato sordo, infatti, ha anche problemi di vista. Prematuro, madre single in attesa di due gemelle da un altro padre, viene affidato temporaneamente a un’amica di 33 anni che si è appena separata dal marito.
Ed è lui il co-protagonista del romanzo islandese La donna è un’isola, seconda opera di Auður Ava Ólafsdóttir pubblicata da Einaudi, che nel 2012 aveva già tradotto Rosa candida: un successo in Europa e negli Stati Uniti.
Con una prosa a tratti onirica e visionaria, capace di scivolare con eleganza in un registro realistico in poche righe, l’autrice (classe 1958, ex docente di Storia dell’arte e direttrice del Museo dell’Università d’Islanda) racconta il viaggio attraverso un Paese in parte selvaggio e inaccessibile.
E le difficoltà climatiche – piogge continue, allagamenti, frane e inondazioni – diventano una metafora della fragilità di rapporti affettivi che si credono erroneamente consolidati. In questo caos primordiale, nel groviglio dei sentimenti femminili, Tumi appare come un faro. La sua supposta incomunicabilità getta invece luce sul desiderio negato di maternità della protagonista, stana la sua apparente inaccessibilità.
Come se la disabilità si trasformasse per incanto in un ponte capace di tirar fuori dalle persone che incontra la loro parte migliore, Tumi insegna alla protagonista – traduttrice che sa undici lingue – non solo il linguaggio dei segni, ma la capacità di leggersi dentro in profondità, di non temere che le persone scalfiscano la sua indipendenza. È saggio, Tumi: ha imparato a riconoscere la curiosità morbosa, gli sguardi indiscreti, l’emarginazione dei compagni d’asilo. I suoi handicap ne hanno affinato l’attenzione e sviluppato la curiosità verso il genere umano e il mondo.
Sa già leggere e scrivere, è sicuramente geniale e precoce, ma gli resta uno stupore infantile davanti alle meraviglie della natura quasi incontaminata. «C’è un mondo intero, da scoprire, senza usare le parole», sintetizza la protagonista. Un linguaggio a lei prima sconosciuto, capace di svelarle parti recondite di sé. [L.B.] – re182 (2014)
Auður Ava Ólafsdóttir
La donna è un’isola
Einaudi 2013
pagine 266,
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«La storia è testimonio dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra della vita» (Cicerone)
«La storia non è utile perché in essa si legge il passato, ma perché vi si legge l’avvenire» (M.D’Azeglio)
«Bisogna ricordare il “passato” per costruire bene il “futuro”» (V.Ieralla)
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“Storia dei Sordi. Di Tutto e di Tutti circa il mondo della Sordità”, ideato, fondato e diretto da Franco Zatini