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Sordità ed empatia sociale, sviluppo di una coscienza, una cultura e azioni concrete verso gli altri
Sordità ed empatia sociale: sviluppo di una coscienza, una cultura e azioni concrete verso gli altri
Angela e Giulia, due studentesse all’ultimo anno di scuola superiore, la prima frequenta l’Istituto tecnico industriale, la seconda il liceo classico socio-psico-pedagogico. Vivono nella stessa città, Ravenna, ma non si conoscono. Eppure oltre alle legittime preoccupazioni per l’imminente esame di Maturità, sono accomunate da un altro elemento, apparentemente secondario, ma che nella vita e nella società di oggi – la cui crisi socio-economica è troppo spesso ostentata come alibi per l’indifferenza e la spietatezza delle relazioni sociali – acquista un peso determinante nello sviluppo di una cultura personale e sociale.
Entrambe le ragazze animate da un particolare senso di empatia sociale, hanno scelto di seguire un percorso concreto verso una “maturità” non solo scolastica ma anche personale scegliendo di presentare all’esame di maturità due Tesine dedicate alla Disabilità.
Una disabilità invisibile, poco conosciuta e per questo altrettanto ignorata dal comune sentire. Scrive Angela: “Nel 2011 ho partecipato ad un corso per diventare istruttrice di nuoto, durante il quale abbiamo affrontato diverse problematiche teoriche e pratiche relative all’handicap e in particolare al deficit uditivo. Durante il tirocinio ho interagito con bambini non udenti, confrontandomi con la difficoltà di imparare a gestire le mie emozioni per riuscire a trasmettere tranquillità solo con il corpo. Mi sono accorta che all’inizio mi trovavo più a disagio io nel cercare di unire la teoria al tirocinio, rispetto ai bambini che nuotavano nella piscina senza nessun tipo di preoccupazione. Alla fine però mi sono trovata talmente coinvolta dalla situazione dei bambini sordi che ho cominciato ad interessarmi e a ricercare i metodi esistenti per curare o aiutare i tipi di sordità. Da qui la scelta di unire le materie affrontate nel Corso di Elettronica e Telecomunicazioni al mondo della medicina e di poter approfondire le conoscenze sulle applicazioni più avanzate della tecnologia in campo medico.”
Angela perciò sceglie di sviluppare una tesina di Maturità dedicata all’Impianto Cocleare (comunemente definito: “L’orecchio bionico”).
Diversa la motivazione di Giulia, che racconta: “La sordità mi riguarda molto da vicino da ormai quindici anni: mio fratello Angelo (nome di fantasia) infatti, è un ragazzino ipoacusico. Nel corso degli anni di studio al liceo socio-psico-pedagogico ho avuto occasione di osservarlo con due sguardi diversi: uno del tutto personale, affettivo e quasi abituale, da sorella, e uno pedagogico e psicologico, da studentessa. L’unione di tali aspetti mi ha spinto a scegliere questo tipo di argomento per la mia tesina, poiché sono ormai consapevole, a causa della mia esperienza, che la sordità è un deficit che spesso rimane in “secondo piano” e la cui importanza è spesso sottovalutata e poco conosciuta.
Nella mia tesina ho insistito molto sui concetti di deficit e handicap perché ho visto con i miei occhi quanto un deficit, ovvero una mancanza fisica come la sordità, possa tramutarsi in handicap, ovvero un disagio sociale, spesso a causa dell’indifferenza, del disinteresse, e della disinformazione delle persone, adulti e bambini, che non vivono direttamente questa realtà. La scelta di questo tipo di percorso d’esame mi ha permesso di approfondire questa tematica, a me così famigliare, e al tempo stesso di parlarne e farne parlare, tramite l’esame stesso, la preparazione in classe e la discussione con gli insegnanti.
Tutto ciò nasce e si sviluppa a Ravenna proprio quest’anno, e le scelte individuali di Angela e di Giulia non passano inosservate: accade infatti che una piccola ma molto attiva Associazione, sezione provinciale della F.I.A.D.D.A. (Famiglie Italiane Associate per la Difesa dei diritti degli Audiolesi), che raggruppa famiglie con bambini sordi al loro interno, grazie alla rete di “antenne sociali” particolarmente sensibili a captare gli embrioni di “Buone pratiche” sul territorio, decide che la meritoria iniziativa realizzata dalle due Studentesse meriti di essere gratificata e portata all’attenzione della Società e degli Amministratori del Territorio, troppo spesso “distratti” da altre questioni (con maggior rilevanza economica).
Così in quattro e quattr’otto il Consiglio Direttivo de “L’Orecchio Magico – FIADDA EMILIA ROMAGNA” onlus delibera all’unanimità di concedere ad Angela e Giulia un premio in denaro, e di pubblicare il loro lavoro sul sito web dell’Associazione, informandone le Istituzioni locali.
E’ particolarmente emozionante scoprire che due giovani, di propria iniziativa, riescono a svolgere un’operazione di divulgazione mirata che mette numerose persone, come gli altri studenti e soprattutto i Professori, nella condizione di venire informati su tematiche che, di per se stesse esulano dai comuni programmi scolastici, ma contribuiscono di sicuro, da punti di vista differenti, a mettere a fuoco temi di assoluto rilievo sociale e tecnico.
E’ poi entusiasmante osservare la coraggiosa scelta di Giulia ed Angela che hanno deciso di mettere in gioco lo spontaneo sviluppo della loro “empatia sociale” in un appuntamento così importante come il loro esame di maturità, ed il loro incontro con i diretti protagonisti che vivono la disabilità uditiva, da loro raccontata agli “altri”.
Questa sinergia è di certo un prezioso embrione di arricchimento sociale che merita grande attenzione. Oggi con questa iniziativa non abbiamo certo salvato il mondo, ma abbiamo indubbiamente, tutti insieme, gettato un seme nella direzione di una maggiore consapevolezza della dimensione sociale collettiva.
Gli esperti del settore sanno che sul piano giuridico e legislativo l’Italia ha pienamente sposato, con la Legge 18/2009 i principi della “Convenzione ONU dei diritti delle persone con disabilità”, che purtroppo sotto molti aspetti è rimasta lettera morta, nonostante sia legge dello Stato già da alcuni anni. La recente condanna da parte della Corte di giustizia Europea, dell’Italia per aver violato le pari opportunità delle persone con disabilità nel Diritto al lavoro, infatti, ha fatto particolare clamore.
Angela e Giulia da sole non risolveranno questo grave problema, che si affianca a molte altre, purtroppo quotidiane, violazioni a danno delle persone con disabilità. Però da come tutti noi sapremo valorizzare e mettere in evidenza la loro iniziativa, dipende lo sviluppo di una consapevolezza comune: “una deficit fisico si trasforma in Handicap solo se la società non è sufficientemente consapevole della necessità di attuare tutti gli accorgimenti (spesso molto semplici) che possono mettere le persone con disabilità in concrete condizioni di pari opportunità.
Fonte: Ravennanotizie.it – nw104 – 2013
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“Storia dei Sordi. Di Tutto e di Tutti circa il mondo della Sordità”, ideato, fondato e diretto da Franco Zatini