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San Francesco di Paola restituì l’udito ai sordi, la parola ai muti
San Francesco di Paola restituì la vista ai ciechi, l’udito ai sordi, la parola ai muti. Francesco Martolilla nacque il 27 marzo 1416 a Paola (Cosenza), da genitori anziani, che attribuirono questa nascita all’intercessione di S. Francesco d’Assisi.
Giovane, Francesco espresse il desiderio di condurre vita eremitica. Attorno al 1435 si ritirò fuori dell’abitato di Paola, intraprendendo una vita di grande austerità. Ben presto molte persone affluirono al suo eremo per condividere il suo stile di vita.
Questo movimento eremitico ebbe l’approvazione del Vescovo di Cosenza nel 1470 e la conferma di Sisto IV nel 1474. Al romitorio di Paola ne seguirono altri, mentre la fama della sua santità e dei suoi miracoli raggiunse la Francia, dove il re Luigi XI era afflitto da una malattia incurabile e chiese a Papa Sisto IV di mandare l’eremita paulano al suo capezzale. Il sovrano non ottenne la guarigione, ma colmò Francesco di favori.
Francesco visse 25 anni in Francia e morì il 2 aprile 1507 a Tour, dove fu sepolto. Il 28 marzo 1507, domenica delle palme, Francesco si ammala di una febbre insistente che si va aggravando durante la settimana santa. Muore il mattino del venerdì santo del 2 aprile 1507, alla veneranda età di 91 anni, nel Castello di Plessis-les-Tours.
Il principio che lo aveva guidato per tutta la vita era: A chi ama Dio tutto è possibile.
Fu canonizzato dal Papa Leone X il 1° maggio 1519, a soli dodici anni dalla morte e viene proposto ancora oggi non solo come modello di penitenza, ma anche di coraggio nel denunciare “le malversazioni dei potenti” (Paolo VI, 27 maggio 1977).
Quasi subito dopo la sua canonizzazione, furono erette in suo onore basiliche reali a Parigi, Torino, Palermo e Napoli e il suo culto si diffuse rapidamente nell’Italia Meridionale, ne è testimonianza l’afflusso continuo di pellegrini al suo Santuario, eretto fra i monti della costa calabra che sovrastano Paola, sui primi angusti e suggestivi ambienti in cui visse e dove si sviluppò il suo Ordine dei ‘Minimi’.
Il 27 marzo 1943 il papa Pio XII, in memoria della traversata dello Stretto, lo nominò protettore della gente di mare italiana.
Il 2 giugno 1962 Giovanni XXIII lo proclama patrono della Calabria.
Molti sono i miracoli a lui attribuiti e un autore afferma: “Non vi sono malattie che egli non abbia guarito, di sensi e membra del corpo su cui egli non abbia esercitato la grazia e il potere che Dio gli aveva donato. Egli restituì la vista ai ciechi, l’udito ai sordi, la parola ai muti, l’uso dei piedi e delle mani agli storpi, la vita ai moribondi e ai morti; e, ciò che è più ammirevole, la ragione a insensati e frenetici. Non vi fu mai male, per quanto potesse sembrare inguaribile, che potesse resistere alla sua voce o al suo tocco. Giungevano a lui da tutte le parti, non uno alla volta, ma in grandi gruppi e a centinaia, come se egli fosse l’Arcangelo Raffaele e un medico sceso dal Cielo; e secondo la testimonianza di coloro che lo accompagnavano costantemente, nessuno mai tornò a casa scontento, ma tutti benedicevano Dio per aver ricevuto la grazia che desideravano”.
Tra i numerosi miracoli, vogliamo ricordare l’attraversamento dello Stretto di Messina sul suo mantello, insieme ad altri due fraticelli e nove viandanti:
“San Francesco doveva recarsi in Sicilia: a Milazzo lo attendevano per la costruzione di un convento. Sulla riva di Catona, un paesino in provincia di Reggio, si avvicinò ad un tale, proprietario di una barca carica di legname che stava per salpare e gli chiese di accoglierlo sulla barca con i suoi confratelli. Il barcaiolo rispose che li avrebbe portati solo se lo avessero pagato; poiché essi un avevano un soldo, Francesco, senza scomporsi, si allontanò sulla riva e si inginocchiò per pregare. Dopo un po’ si alzò, benedisse il mare, distese il suo mantello e vi fece salire sopra i due confratelli e i nove viandanti; intanto aveva attaccato una estremità del mantello al suo bastone, come se fosse una vela. Appena si mosse a navigare, il barcaiolo, un certo Coloso, mortificato gli grida che sarebbe disposto a trasportarlo, ma il Santo era assorto nella preghiera e non ci fece caso. Era il 4 aprile 1464”.
Altri due miracoli ci interessano più da vicino.
– Due giovani sposi attendevano con ansia la nascita del loro figlio, ma nacque senza bocca, senza orecchie, con il volto completamente senza forma.
Pieni di fede lo portarono al Santo il quale, dopo una preghiera, modellò sul viso del bambino gli occhi, il naso e la bocca e lo consegnò ai genitori, che si mostrarono felici e riconoscenti.
– Venne al convento un giovane muto, dalle parti orientali della Calabria, da una località vicino Crotone, accompagnato dai suoi genitori. Quando il buon Padre lo vide lo accompagnò in chiesa portando con sé molte candele. Appena Francesco cominciò a pregare per lui, il muto riacquistò l’uso della parola.
P. Vincenzo Di Blasio – 028re – 7 aprile 2013
PER SAPERE DI PIU’
Santuario di San Francesco di Paola
Testamento del sordomuto Luca Riva
«La storia è testimonio dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra della vita» (Cicerone)
«La storia non è utile perché in essa si legge il passato, ma perché vi si legge l’avvenire» (M.D’Azeglio)
«Bisogna ricordare il “passato” per costruire bene il “futuro”» (V.Ieralla)
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“Storia dei Sordi. Di Tutto e di Tutti circa il mondo della Sordità”, ideato, fondato e diretto da Franco Zatini