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Metodo Pigliacampo
È notorio che Renato Pigliacampo è anche uno studioso di fama, tanto è vero che l’editore romano Armando gli ha edito per la seconda volta, ampliandolo, il testo. Renato Pigliacampo, Nuovo dizionario della disabilità, dell’handicap e della riabilitazione, Armando, Roma 2009. Pensiamo di fare cosa gradita ai nostri lettori riportare la Voce che segue.
Metodo Pigliacampo
S’intende un procedimento d’insegnare ai ciechi di nascita o diventati in età evolutiva o da adulti la lingua dei segni dei sordi o, al limite, eseguire un gruppo di segni. L’eclettico studioso di Recanati notò all’inizio degli anni del terzo millennio che i sordi con cui aveva convissuto in istituto e che avevano appreso la lingua dei segni, divenuti ciechi totali, facevano fatica a comunicare con il braille o il sistema Melossi, notando che nello scambio interrelazionale tattile avevano conservato i processi mnemonici cinestetici. L’esperienza lo portò a proporre l’insegnamento della lingua dei segni ai ciechi, Il m.P. è semplice nell’attuazione: il procedimento è individuale e consiste nella presentazione di volta in volta di un gruppo di segni che interessa al soggetto sia adulto che in età scolare. Si procede dapprima con la configurazione della mano guidando il cieco a ‘impostarla’, poi si predispone l’orientamento e si accompagna il movimento verso il luogo segnico. L’esercizio va ripetuto più volte attraverso la guida del docente segnante sino al momento in cui il cieco non chiederà lui stesso di fare da solo. L’obiettivo è quello di permettere al cieco di orientarsi nello spazio neutro e nei luoghi segnici, vale a dire su zone definite del proprio corpo acquistando padronanza d’azione per raggiungere, infine, coscienza delle forme degli oggetti perché, elaborando il segno, ne comprenderà la forma. È possibile passare, dopo la conoscenza di segni singoli o isolati, a due o più segni corrispondenti a significati compiuti.
«Voce» tratta dal Dizionario, pag. 240. – nw019 – 2013
PER SAPERE DI PIU’
Recensione del Dizionario di Renato Pigliacampo
«Bisogna avere il coraggio di amare il Silenzio, scritto con la S maiuscola, perché dietro, tout-court, c’è tutto un mondo di persone “meravigliosamente speciali”, vale a dire bambini e adulti che non possono udire intelligibilmente la parola tramite la percezione acustica. Nel corso dei secoli, a seconda dei momenti, sono stati indicati: sordomuti, sordi, sordastri, non udenti, maleudenti, anacusici, ipoacusici, audiolesi, deboli d’udito, duri d’orecchio, cofotici. Io li chiamo semplicemente persone del Silenzio, miei fratelli: e so che, pronunciandone il nome, mi attribuisco il merito di far parte di quel mondo migliore, che procede con una marcia in più.» (Renato Pigliacampo da Pensieri e riflessioni sul Silenzio)
«La storia è testimonio dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra della vita» (Cicerone)
«La storia non è utile perché in essa si legge il passato, ma perché vi si legge l’avvenire» (M.D’Azeglio)
«Bisogna ricordare il “passato” per costruire bene il “futuro”» (V.Ieralla) .
Per qualsiasi segnalazione, rettifica, suggerimento, aggiornamento, inserimento dei nuovi dati o del curriculum vitae e storico nel mondo dei sordi, ecc. con la documentazione comprovata, scrivere a: info@storiadeisordi.it.
“Storia dei Sordi. Di Tutto e di Tutti circa il mondo della Sordità”, ideato, fondato e diretto da Franco Zatini