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San Giovanni il Silenziario
San Giovanni il Silenziario, detto anche San Giovanni l’Esicasta, vescovo, monaco ed eremita armeno
Nell’antica Roma, nelle case private e nella corte degli imperatori, c’era uno schiavo incaricato di mantenere l’ordine e il silenzio, veniva detto silentiarius, silenziatore.
Nell’Impero bizantino, il silenziario era il funzionario addetto al mantenimento dell’ordine nelle processioni imperiali e nelle solenni assemblee cui interveniva il basilèus. Come insegna i silenziatori portavano una verga aurea e avevano rango senatorio; più tardi la carica di silenziario divenne un titolo onorifico.
Nei comuni medievali italiani, silenziario era uno dei nomi dei consiglieri dei giudici, così chiamati perché avevano l’obbligo di custodire il segreto sugli affari intorno ai quali venivano interpellati.
Nel Martirologio Romano leggiamo: In Palestina, san Giovanni Silenziario o l’Esicasta, che, lasciato l’episcopato di Colonia nell’antica Armenia, condusse nella laura di san Saba una vita monastica di umile servizio ai fratelli, di rigorosa solitudine e di silenzio.
San Giovanni il Silenziatore nacque a Nicopolis, attuale Yesilyayla (Pürk), nel 452. Alla morte dei genitori nel 471, fondò un monastero finanziato con i soldi dall’eredità paterna. Nel 481 fu eletto vescovo di Colonia in Armenia Prima (nome attuale Sebinkarahisar, Giresum), ora Sede episcopale titolare. Dieci anni dopo abbandonò l’incarico per non entrare in conflitto con il cognato nominato governatore della regione.
Si ritirò in Palestina nella laura di San Saba (Le laure sono grotte a sé stanti con al centro una chiesa, luogo d’incontro degli eremiti, dediti alla preghiera) vivendo da anacoreta.
Morì ultracentenario il 7 dicembre del 558.
La Chiesa cattolica lo festeggia il 7 dicembre mentre quella ortodossa il 3 dicembre.
P. Vincenzo Di Blasio – re023 – 7 dicembre 2012
LA VISIONE DI FRA SILENZIARIO
cronaca di Emilio Biagini
I frati, a volte, pronunciano voti particolari al di là di quelli loro imposti dalla regola del loro Ordine. Un voto di questo genere, ad esempio, è quello del silenzio. Un certo Fra Salvatore, nativo di Oliena, frate cappuccino, era noto per virtù, miracoli e dono profetico, ed aveva fatto voto di silenzio e, in tutti i lunghi decenni della sua vita trascorsa nel suo convento di Bitti parlò una sola volta. Per questo era soprannominato “Fra Silenziario”.
Era la sera del 27 ottobre 1683, durante la cena. Fra Silenziario, fra lo stupore generale, chiese a gesti al Superiore il permesso di parlare. Ottenutolo, disse testualmente: “Mando le congratulazioni al mio compaesano padre Giovanni Antonio Solinas, della Compagnia di Gesù, che in questo momento soffre il più crudele martirio per mano dei selvaggi dell’America meridionale. Ora è stato preso da un’orda di antropofagi, ne hanno squartato l’addome e il petto, ne han strappato il cuore e il fegato per inghiottirli quanto più caldi e sanguigni. In questo momento chi ne succhia gli occhi e il cervello e chi con lama affilata ne taglia le orecchie e le guance. Ora gli si mozza la testa e ringhiosi ne addentano la pelle e si disputano il cranio per farne una tazza da bere. Finalmente dal suo corpo squartato ognuno strappa un pezzo di carne, chi tira a sé una gamba, chi un braccio per sfamarsi. Ma la cosa che più mi preme far conoscere a gloria di Dio, e che al mio cuore arreca indicibile consolazione, si è che l’anima sua è volata direttamente al cielo tra i beati del Paradiso”.
Subito dopo, Fra Salvatore scoppiò in pianto dirotto. Va precisato che il pianto non è necessariamente segno di debolezza. Esiste un dono cristiano del pianto, ossia la capacità di commuoversi di fronte a Dio e ai suoi miracoli, e questo è uno dei massimi doni che l’Onnipotente concede agli uomini.
Il Superiore fece confermare tutto ciò con giuramento, redasse una relazione scritta, controfirmata da tutti i presenti, e la inviò al rettore del Collegio di Oliena. Il padre provinciale dei Gesuiti, dopo aver ricevuto precise notizie dai confratelli del Paraguay, confermò in ogni dettaglio il racconto di Fra Silenziario.
Attendo ansiosamente lumi scientifici su questo fatto dall’U.A.A.R., che mi pare significhi Unione Atei Agnostici Razionalisti, a meno che non voglia dire Unione Apostati Assatanati Ringhianti.
«La storia è testimonio dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra della vita» (Cicerone)
«La storia non è utile perché in essa si legge il passato, ma perché vi si legge l’avvenire» (M.D’Azeglio)
«Bisogna ricordare il “passato” per costruire bene il “futuro”» (V.Ieralla)
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“Storia dei Sordi. Di Tutto e di Tutti circa il mondo della Sordità”, ideato, fondato e diretto da Franco Zatini