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Il bambino sordo e il suo diritto a crescere bilingue
Il bambino sordo e il suo diritto a crescere bilingue. Ogni bambino sordo, qualunque sia il livello della sua perdita di udito, dovrebbe avere il diritto di crescere bilingue. È, infatti, importante che il bambino sordo possa acquisire due lingue: la lingua dei segni della comunità dei sordi e la lingua orale della popolazione udente, quest’ultima nella sua modalità scritta e, ove possibile, parlata. Tramite la conoscenza e l’uso delle due lingue il bambino potrà acquisire appieno le sue capacità cognitive, linguistiche e sociali.
La lingua dei segni è la prima lingua che i bambini affetti da una perdita grave dell’udito devono acquisire, infatti, questa è per loro una lingua naturale che a tutti gli effetti assicura una comunicazione piena e completa. Al contrario della lingua orale, la lingua dei segni permette al bambino sordo di comunicare precocemente e articolatamente con i propri genitori, alla condizione che questi la acquisiscano con rapidità. La lingua dei segni ha un ruolo importante nello sviluppo cognitivo e sociale del bambino sordo, lo aiuterà a conoscere il mondo che lo circonda e lo faciliterà nell’acquisizione della lingua orale, nella sua modalità parlata o scritta. Il bambino sordo, infatti, deve attendere diversi anni per ottenere un livello soddisfacente della lingua orale che, oltre tutto, potrebbe non essere mai raggiunto. Se, allo stesso tempo, gli viene negato l’accesso ad una lingua che soddisfa i suoi bisogni immediati (la lingua dei segni), egli rischia di subire un ritardo dello sviluppo sia esso linguistico, cognitivo, sociale o personale.
Per il bambino sordo l’altra lingua è la lingua orale, usata dal mondo udente, al quale anche egli appartiene. Questa è lingua dei suoi genitori, dei suoi fratelli e sorelle, della famiglia allargata, dei futuri amici ed è la lingua che, soprattutto nella sua modalità scritta, sarà un mezzo importante, principalmente a scuola, per l’acquisizione del sapere.
A seconda del bambino, le due lingue giocheranno diversi ruoli: per alcuni sarà prevalente la lingua dei segni, per altri la lingua orale, altri ancora troveranno un equilibrio fra le due. Il bambino sordo diverrà a vari livelli bilingue e biculturale e, in tal senso, non sarà diverso dagli altri bambini bilingui. Infatti, potrà utilizzare le due lingue nella vita di tutti i giorni appartenendo, così, sia al mondo degli udenti che al mondo dei sordi. Per raggiungere questo obiettivo il bambino dovrà essere in contatto con le due comunità linguistiche e dovrà sentire la necessità di apprendere ed usare ambedue le lingue.
Quindi, il bilinguismo nella modalità lingua dei segni/lingua orale è l’unico modo in cui il bambino sordo potrà soddisfare appieno i sui bisogni: comunicare con i genitori ed il resto della famiglia il più presto possibile; sviluppare abilità cognitive fin dalla prima infanzia; acquisire la conoscenza del mondo; comunicare pienamente con chi lo circonda; relazionarsi a due diverse culture.
E’ per questo che ogni bambino sordo dovrebbe avere il diritto di crescere bilingue ed è nostra responsabilità aiutarlo in tal senso.
Sibilla Biasion. Fonte: bambiniincorso.it
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