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FNS … ma Zanatta non li ha delegati suoi eredi

Federazione Italiana Sordi ma Zanatta non li ha delegati suoi eredi
Leggo sulla storia dei sordi, che nella storiografia dei minorati dell’udito e della favella si potrebbe annoverare anche la Federazione Italiana Sordi, F.N.S. Me ne compiaccio poiché più siamo nel complesso, noi sordi e più contiamo. Ma… il blog riporta, senza alcuna precisazione, i 32 articoli dello Statuto in cui si configura quella Federazione, che si è data pure un Regolamento, composto di altri 111 articolati, quasi il triplo rispetto allo Statuto dell’Ente Nazionale Sordi, che arriva a a 55 articoli, comprendenti anche il Regolamento.

Io ricordo molto bene che la F.N.S., al tempo del suo fondatore, Marzio Zanatta, questi aveva allora usurpato il nome all’ENS, togliendo una barretta alla E di Ente per trasformarla in F di Federazione. Solo Zanatta poteva essere così scaltro da ideare quel giochetto, ma non credo che una persona smaliziata e responsabile come lui avrebbe poi steso uno Statuto irrilevante e pasticciato come quello che poi si è data quella nuova FNS, dove i suoi cultori si sono anche dimenticati di indicare quando e perché quella Federazione fu fondata, un’indicazione utile e necessaria.

Gli scopi e le finalità, da quanto si legge nello Statuto della FNS, sarebbero di promuovere la crescita culturale favorendo l’integrazione dei sordi con la creazione di supporti psicologici e informazioni alle famiglie, agevolando l’inserimento scolastico e altre funzioni analoghe che non è specificato, né ipotizzabile, come si possa operare senza una struttura omogenea e personale specializzato per tali iniziative. Soprattutto non è intuibile  cosa si intende , quale finalità di quella federazione, l’ «assoluta indipendenza»,  non si capisce da chi e da che cosa.

Io ricordo molto bene perché, nel 1990, Marzio Zanatta decise di uscire dal Direttivo ENS,  essendo stato vicino a lui negli anni ruggenti antecedenti, prima dell’«avvento Collu» alla guida dell’ENS: accadde dopo un fatto che reputo increscioso sotto tutti i punti di vista e soprattutto dopo che Zanatta aveva dato prova di capacità e competenza esemplari che fecero onore allo Sport silenzioso, ai World Games di Los Angeles 1985, Oslo 1987 e Christchurch 1989: Zanatta aveva lavorato intensamente, su sollecito del CONI, per arrivare alla fusione della Federazione Sport Silenziosi Italiani, FSSI, con la FISD dei disabili, e la sua competenza aveva fatto sì che i sordi restassero un settore distinto, e con lui “vice presidente vicario” della FSSI nella FISD – il presidente lo sceglieva il CONI e non poteva essere un sordo… -, si sarebbe potuto continuare a scrivere, come aveva fatto Francesco Rubino in «FSSI 1924-1971» che «I sordi non gareggiano soltanto fra loro. I campionati nazionali, disciplinati dalla Federazione Sport Silenziosi d’Italia, si svolgono una sola volta all’anno per ognuno degli Sport programmati e a essi possono partecipare, in generale, soltanto gli atleti che in gare ufficiali del CONI abbiano superato i minimi di ammissione…». Invece i nuovi dirigenti della Federazione sportiva silenziosa non seppero  far tesoro di quanto avevamo insegnato i fondatori dello Sport “silenzioso”, e ancora oggi, 2012, i sordi gareggiano solo fra di loro, a parte qualche caso eccezionale.

All’assemblea elettiva del “Settore FSSI”, confluente nella FISD, nel 1990 – Zanatta era allora anche membro del Direttivo ENS – fu sorpreso di apprendere che l’allora presidente ENS, in accordo con il segretario nazionale, avevano candidato un altro Consigliere Direttivo alla carica di vice-presidente-vicario del settore FSSI e, come colpito alle spalle, Marzio si era avventatamente e scompostamente opposto e poi, non essendo accolte dalla maggioranza dei dirigenti sportivi presenti le sue ragioni, perché non le aveva esposte pacatamente, ha successivamente presentato le dimissioni sia dal Direttivo ENS – non da Socio, è bene rimarcarlo, poiché poi, nel 1995 e nel 2000, si era di nuovo candidato al Direttivo, ma non fu più eletto – sia da presidente della FSSI, arrivando poi a inventare il giochetto di mettere in piedi quella F.N.S. di cui dicevo all’inizio, ma con la sua morte inaspettata, nel 2007, con lui era stata sepolta anche la appena abbozzata Federazione Nazionale Sordi con cui avrebbe voluto opporsi, più che all’ENS riorganizzato da Ida Collu, la quale al tempo dello sgarro non era nel Direttivo  dell’Ente, a coloro che avevano perpetrato lo sgambetto a suo danno, che peraltro ebbe vita breve, poiché il vice presidente vicario del tempo conosceva i sordi, ma non altrettanto i trabocchetti dei componenti del CONI, così il settore FSSI si staccò dalla Federazione dei disabili e cadde successivamente in disgrazia, anche se è tornato a essere “associato” al CONI e indipendente dalla FISD, ma questa è un’altra storia che si dovrebbe esaminare a parte.

Mi  appare ora anacronistico ciò che leggo sul sito della FNS, oltre  a non essere veritiero,  che un personaggio esperto e capace come Zanatta, del quale ho scritto le vicissitudini in «Marzio Zanatta, il mio simpatico e grande amico dei bei tempi andati», e che viveva a Roma da molti decenni, si fosse affiatato con un personaggio stanziante nella minuscola Vigevano, sobborgo di Pavia, un tipo ambizioso, ma assolutamente non  competente in fatto di sport e di storia dei sordi, come l’attuale vice-presidente della FNS, per affidargli addirittura il suo testamento in punto di morte.

I sordi devono saper lottare per un ideale: anch’io non sono oggi lieto di una direzione ENS che ritengo non all’altezza del suo ruolo, ottenuto per di più con uno sgarro, ma credo anche che bisogna stare all’interno dell’Ente Nazionale Sordi per cercare di migliorare le prospettive. Il tempo è galantuomo, come amo credere, e «Il futuro è nelle nostre mani», quindi l’assoluta indipendenza che si attribuisce la Federazione Nazionale Sordi è solo fumo senza concretezza, occorre essere uniti nell’ENS anche per contestare quello che non va bene e cercare di migliorare.

Marco Luè – nw142 – 25 novembre 2012

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