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SUB-TI Access. Televisione accessibile
La “Televisione accessibile”
Un incontro sul tema della “Televisione accessibile” in Italia ha visto protagonisti professionisti del settore, utenti, studiosi, rappresentanti delle Tv nazionali e altri ancora. È stato promosso da SUB-TI Access, con il supporto dellʼUniversità di Macerata e della Fondazione Sistema Tos.
FIRENZE. Si è svolto il 10 maggio scorso a Firenze un incontro sul tema della ‘Televisione accessibile’ in Italia, che ha visto protagonisti professionisti del settore, utenti, studiosi, rappresentanti delle Tv nazionali e altri ancora.
Promosso da SUB-TI Access, con il supporto dellʼUniversità di Macerata e della Fondazione Sistema Toscana, lʼincontro ha riunito e posto a confronto aperto esponenti di associazioni di non vedenti e non udenti con professionisti e ricercatori, dando vita a un dibattito vivace e costruttivo, che si auspica possa costituire il primo di una lunga serie di incontri.
Si è parlato in particolare di tecniche e tecnologie per la realizzazione dei sottotitoli in diretta e dellʼaudiodescrizione, servizi destinati a un pubblico stimato oggi un appuntamento per oggi in Italia in circa 9 milioni di utenti, e non limitato alle sole persone diversamente abili. “Rendere un programma accessibile ha un costo minimo rispetto al costo medio di una produzione televisiva, tuttavia al momento solo la Rai in Italia offre questo servizio, che a fine anno raggiungerà il 70% dei programmi sottotitolati e produce circa unʼora di audio descrizione al giorno. Sono dati che colpiscono purtroppo negativamente, se confrontati con quelli di altri Paesi europei.
La BBC, ad esempio – ha detto Federico Spoletti, amministratore di SUB-TI Access e organizzatore dellʼevento – sottotitola il 100% dei programmi e ne audiodescrive circa il 20%. Ma è soprattutto nella Televisione commerciale che il confronto non regge: le Tv commerciali italiane sembrano non considerare lʼaccessibilità dei contenuti una priorità, mentre allʼestero la percentuale dei loro programmi accessibili è comparabile a quella della Tv pubblica.
In Inghilterra, che è un Paese modello sotto questo punto di vista, i principali canali commerciali sottotitolano circa il 90% della programmazione e arrivano ad audiodescriverne in alcuni casi il 38%. Colpisce quindi come una parte di pubblico così importante, che indubbiamente ha un valore anche sotto il profilo commerciale, sia tendenzialmente ignorata dai network italiani. Non si tratta quindi solo di soddisfare un diritto allʼinformazione accessibile, giuridicamente sancito dalla normativa internazionale, ma anche di intravederne le potenzialità di mercato”.
Allʼincontro hanno i partecipato i rappresentanti di varie associazioni, fra cui UIC, FIADDA, FISH. Particolarmente utile e costruttivo il dibattito con i rappresentanti della Rai, che ha dimostrato quanto in effetti l’azienda sia disponibile al confronto, oltre che costantemente impegnata nel garantire unʼaccessibilità dei contenuti sempre crescente. Interamente sottotitolato dal vivo con la tecnica del respeaking dagli operatori di SUB-TI Access, lʼincontro si è chiuso con la volontà, espressa da tutti i partecipanti, di continuare a confrontarsi e collaborare, al fine di promuovere una più, visibile, efficace e sistematica accessibilità per tutti.
Fonte: millecanali.it 23 maggio 2012
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