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Clemens August von Galen. Leone di Münster per la difesa dei disabili

Clemens August von Galen “Leone di Münster” per la difesa dei disabili.

Il cardinale Clemente Augusto von Galen (1878-1946) fu profeta di speranza in tempi dolorosi per il popolo tedesco. Dopo aver svolto per diversi anni il ministero parrocchiale, venne nominato vescovo di Münster nel 1933. Riprodusse tra il clero e il popolo l’immagine evangelica del buon Pastore. Lottò apertamente contro gli errori del nazionalsocialismo e contro la violazione dei diritti dell’uomo e della Chiesa. Per il suo coraggio è stato chiamato “il Leone di Münster”. Giovanni Paolo II lo ha dichiarato “venerabile” il 20 dicembre 2003. É stato proclamato beato il 9 ottobre 2005 da Benedetto XVI. La sua memoria liturgica cade il 22 marzo.

Il beato conte Clemens August von Galen, undicesimo di 13 figli, ebbe la fortuna di crescere in una nobile famiglia cristiana, credente e praticante. Studiò in Germania, Austria e Svizzera e fu ordinato sacerdote il 28 maggio 1904 a Münster.

Svolse un lungo ministero presbiterale a Berlino, finché non ritornò a Münster, dove il 28 ottobre 1933 ricevette la consacrazione episcopale: come motto scelse : “Nec Laudibus, Nec Timore” (non con le lodi né con la minaccia devio dalle vie di Dio).

Durante la Quaresima del 1934, nella sua prima lettera pastorale non esitò a smascherare l’ideologia neopagana insita nel nazionalsocialismo; e continuò negli anni seguenti a difendere la libertà della Chiesa e delle associazioni cattoliche e per la salvaguardia dell’insegnamento della religione nelle scuole.

Nella primavera del 1936, una sua predica nel duomo di Xanten, sferrò apertamente alcune pesanti accuse al regime nazionalsocialista: discriminazione, imprigionamento ed addirittura uccisione di cristiani in odio alla loro fede.

Dopo un incontro con il Papa Pio XI a Roma nel gennaio 1937, continuò a denunciare i soprusi dello Stato, a rivendicare il diritto alla vita, all’inviolabilità ed alla libertà dei suoi fedeli, a condannare fermamente la teoria nazista dell’uccisione delle vite improduttive e senza valore.

La teoria era messa in atto con il programma di eutanasia Aktion T4 e con la «Legge sulla prevenzione della nascita di persone affette da malattie ereditarie» (Gesetz zur Verhütung erbkranken Nachwuchses) che stabiliva la forzata sterilizzazione delle persone affette da una serie di malattie ereditarie come schizofrenia, epilessia, cecità, sordità, corea di Huntington e deficienza mentale.

Difensore della vita
Il 13 luglio 1941, Von Galen pronuncia nella sua cattedrale la prima di tre grandi omelie, che faranno il giro del mondo, per condanna l’arresto dei sacerdoti, protestare contro il regime di terrore che regna in Germania e chiedere giustizia.

Il 3 agosto 1941, in una seconda omelia, Von Galen denuncia il massacro dei malati di mente: “Si tratta di uomini e di donne, del nostro prossimo, di nostri fratelli e sorelle! Di poveri essere umani malati. Essi sono improduttivi, se vogliamo. Ma questo significa forse che hanno perso il diritto di vivere? Se si stabilisce e si mette in pratica il principio che gli uomini sarebbero autorizzati ad uccidere il loro prossimo improduttivo, allora guai a noi, perché noi diventeremo vecchi e senili. Allora nessun uomo sarà sicuro. Chi potrà ancora avere fiducia nel suo medico? Potrà condannarlo a morte. Non si può immaginare la depravazione morale, la diffidenza universale che si estenderà al cuore stesso della famiglia. Guai agli uomini, guai al popolo tedesco se il santo comandamento di Dio: “Tu non uccidere!” non solo viene violato, ma viene esercitata impunemente la sua violazione!”.

Il discorso è di straordinaria attualità oggi in cui si legalizza l’eutanasia, l’aborto e addirittura l’infanticidio dei disabili, secondo una mentalità che cerca soltanto il proprio tornaconto ed è la negazione totale dell’amore e della vita, la negazione della Verità.

L’omelia di Von Galen contro l’eutanasia viene diffusa ampiamente in Germania ma soprattutto all’estero. Per questo il Vescovo riceve una minacciosa intimazione di Goering che lo accusa di “sabotare la forza di resistenza del popolo tedesco nel bel mezzo della guerra”.

Hitler gli fa sapere di volerlo impiccare perché osa resistergli. Goebbels gli consiglia di aspettare la vittoria definitiva, ma vengono arrestati 40 sacerdoti di Münster e il fratello del Vescovo, Franz, viene deportato nel campo di Oranienburg.

Grande è il dolore di van Golen che dice di voler morire martire anche lui.

Ma dal ‘42, la guerra volge al peggio per la Germania, sulla quale i bombardamenti degli alleati diventano sempre più frequenti. Von Galen allevia le sofferenze dei civili e ammonisce i suoi fedeli di non cedere all’odio, alla sete di vendette alimentata dalla propaganda ufficiale.

Verso il riconoscimento della sua santità

Finita la guerra l’anziano Vescovo continuò ad essere punto di riferimento per quanti si trovavano in un qualsiasi stato di necessità e di precarietà.

Il pontefice Pio XII il 18 febbraio 1946 lo chiamò a Roma e gli conferì la porpora cardinalizia, rendendo così omaggio alla condotta intrepida mantenuta durante la dittatura. Il popolo che gremiva la basilica di San Pietro lo acclamò quale “Leone di Münster”. 

Al ritorno in patria pronunciò il suo ultimo discorso davanti alle rovine della cattedrale, prima di ammalarsi e di morire il 22 marzo successivo. Ricevette sepoltura nella Ludgeruskapelle del duomo distrutto.

Il beato Giovanni Paolo II il 20 dicembre 2003 dichiarò Clemens August von Galen “venerabile” e un anno dopo riconobbe un miracolo attribuito alla sua intercessione. In seguito alla morte del papa la beatificazione fu rinviata, per essere solennemente celebrata in San Pietro il  9 ottobre 2005.

Il Santo Padre Benedetto XVI, concludendo la cerimonia della beatificazione, affermava: “Questo è il messaggio del Beato Von Galen: la fede non si riduce a sentimento privato, da nascondere quando diventa scomodo, ma implica la testimonianza anche in ambito pubblico in favore dell’uomo, della giustizia e della Verità”.

P. Vincenzo Di Blasio

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Von Galen Clemens August

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