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Una santa suora negretta tra le bambine sorde. Santa Giuseppina Bakhita

S. Giuseppina Bakhita (1869-1947), nata nel martoriato Darfur (Sudan), schiava, approda in Italia e riacquista la libertà. Entra tra le suore canossiane e diventa amica delle bambine sorde. 

La “santa madre moretta” fu beatificata nel 1992. Giovanni Paolo II la dichiarò “santa” domenica 1 ottobre 2000.

Il Papa Benedetto XVI nella sua enciclica Spe Salvi addita Bakhita all’umanità come speciale luce di speranza.

Il calendario liturgico la pone all’ 8 febbraio.

Una santa suora negretta tra le bambine sorde

Di Santa Giuseppina Bakhita ha questo splendido ricordo Suor Giuseppina Berto:

«Sono sorda e da 60 anni suora della Piccola Missione per i Sordomuti, al servizio delle mie sorelline sorde alle quali ho insegnato per tanti anni l’arte del ricamo.

Ho frequentato la scuola speciale presso le suore Canossiane di Noventa Padovana.

Ed é in questo periodo che io ho conosciuto una santa:  suor Giuseppina, santa Giuseppina Bakhita, “dono della terra d’Africa” come é stata chiamata. Ogni tanto ci veniva a trovare in collegio e noi, io, suor Antonietta Soligo e suor Elena Vasina, mie consorelle sorde della Piccola Missione, eravamo meravigliate perché non avevamo mai visto persone dal viso di color cioccolata.

Però quel viso mite e quel suo dolce sorriso ci ispiravano tanta confidenza per cui una volta io, bimbetta di 10 anni, le dissi: “va a lavarti la faccia”.

La sua risposta fu un sorriso, un sorriso dolcissimo che ancora ricordo. Io la cercavo volentieri per avere una buona parola e per vedere il suo simpatico sorriso.

Mi dicono che parlasse in dialetto veneto, infatti chiamava il Signore “el mio Paròn”; io non sentivo le sue parole ma capivo il suo linguaggio d’amore e di bontà.

Questa Suora santa mi é rimasta nel cuore e sono molto contenta di averla conosciuta perché lei, da povera piccola schiava, é diventata la gloriosa sposa del Figlio di Dio.

Sembra una fiaba dal sapore antico, ma fiaba non é.

È solo pura e meravigliosa realtà».

P. Vincenzo Di Blasio

 Bakhita Giuseppina


Giovanni Paolo II: la vita di Santa Giuseppina Bakhita “ispira la ferma determinazione di operare in modo efficace per liberare le persone dall’oppressione e dalla violenza

Nel discorso che Papa Giovanni Paolo II rivolse ai membri della Conferenza dei Vescovi Cattolici del Sudan, ricevuti in udienza in occasione della visita “ad limina Apostolorum” il 15 dicembre 2003, indicò “due audaci testimoni della fede, due persone sante” le cui vite sono intimamente legate alla terra sudanese: santa Giuseppina Bakhita e san Daniele Comboni.

Santa Giuseppina Bakhita “ha sperimentato la crudeltà e la brutalità con cui l’uomo può trattare i suoi simili – ricordò il Santo Padre -. Rapita e venduta come schiava quando era ancora bambina, ha conosciuto fin troppo bene la sofferenza e la vittimizzazione che tuttora affliggono innumerevoli uomini e donne nella sua patria, in tutta l’Africa e nel mondo. La sua vita ispira la ferma determinazione di operare in modo efficace per liberare le persone dall’oppressione e dalla violenza, assicurando che la loro dignità sia rispettata nel pieno esercizio dei loro diritti”.

Giovanni Paolo II sottolineò inoltre che la vita di santa Bakhita “mostra chiaramente che il tribalismo e le forme di discriminazione basate sull’origine etnica, sulla lingua e sulla cultura non fanno parte di una società civile e non hanno assolutamente alcun posto nella comunità dei credenti.” (S.L.)

Fonte: fides.org

INFO:

Santa Giuseppina Bakhita

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