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Addio a don Piero Conca, decano dei Salesiani
Ivea. Addio a don Piero Conca, decano dei Salesiani
di Federico Bona
Si sono svolti, mercoledì 11 gennaio 2012, nel Duomo di Ivrea, i funerali di don Piero Conca, decano dei Salesiani piemontesi, che aveva raggiunto, il mese scorso, l’invidiabile traguardo dei cento anni di vita.
Nato in Lombardia, da una famiglia contadina, don Piero ha svolto, fin da giovane, la sua aziona pastorale al fianco degli “ultimi”: dapprima i sordomuti a Lodi, poi i giovani orfani ad Avigliana, prima di giungere in Canavese, all’istituto Morgando di Cuorgnè e, infine, al Cagliero di Ivrea. Prima ancora era stato insegnante a San Benigno, dove ebbe, come aiutante, l’attuale Segretario di Stato Vaticano Monsignor Tarcisio Bertone, all’epoca chierico.
Dopo la cerimonia funebre, la salma di don Piero venne tumulata nel cimitero di San Benigno.
Fonte: localport.it
Segnatato: P. Vincenzo Di Blasio
Estratto dell’intervista pubblicata su ilcittadino.it
…Fino a quando siete rimasti ai Monticelli?
«Intorno ai 14 anni la mia famiglia si trasferì a Lodi, in una cascina presso San Gualtero. Quello fu un passaggio importante della mia vita, perché mi permise di iniziare a frequentare, nei giorni festivi, l’oratorio di don Luigi Savarè (Direttore del Pio Istituto Sordomuti di Lodi, n.d.r.). Lui, don Savarè, era un vero apostolo della gioventù. Gli devo tantissimo. Per me significava frequentare altri bravi ragazzi della mia età, avvicinarmi a sacerdoti che avrebbero profondamente inciso nella mia esistenza. Don Savarè per primo».
Dunque lei ha conosciuto don Luigi Savarè.
«Era un prete unico. Era fratello di un grande salesiano, che era il primo dei suoi fratelli e che fu la fonte della sua vocazione. Tutto l’oratorio di don Savarè era improntato sugli insegnamenti di San Giovanni Bosco, la chiesa stessa sorta a fianco dell’oratorio, in viale delle Rimembranze, era stata dedicata a Maria Ausiliatrice. Fin da piccolo sentivo dentro di me la vocazione sacerdotale. Avrei voluto entrare nel Pime, farmi missionario, ma la povertà estrema della mia famiglia non mi aveva permesso di compiere un simile passo».
E allora?
«All’oratorio di don Savarè incontrai un pretino che mi propose di fare il suo assistente all’Istituto Sordomuti di Lodi, a Torretta. Era don Tarcisio Scolari. Accettai subito, avevo 16 anni. Il mio ingresso all’istituto Sordomuti di San Gualtero mi cambiò la vita».
Perché?
«Impegnavo tutte le mie energie lavorando con i giovani sordomuti. Erano una cinquantina, arrivavano non solo da Lodi, ma anche dalle campagne e alcuni dai lontani centri della provincia di Milano. I sordomuti frequentavano alcune scuole aperte all’interno dell’Istituto, tra cui quelle di sarto. Io feci la stessa cosa, e perfezionai quanto avevo appreso da piccolo presso il sarto Minoia di Cavenago. All’Istituto Sordomuti – cosa che nella povertà della mia casa non era mai accaduta – mangiavo abbondantemente tre volte al giorno, e tutti i giorni c’era anche la pietanza. Per me fu davvero un cambiamento radicale di vita, anche dal punto di vista umano»…
Visualizza l’intervista completa sul sito “ilcittadino.it”
Scomparso don Pietro Conca
Centenario, era il decano dei sacerdoti Salesiani piemontesi
Si sono stati svolti, mercoledì 11 gennaio, nella cattedrale, i funerali di don Pietro Conca, cent’anni compiuti lo scorso 6 dicembre, decano dei sacerdoti salesiani piemontesi. Originario di Lodi, ha ricoperto per molti anni l’incarico di rettore della chiesa salesiana dell’Immacolata di Cuorgnè ed è rimasto all’Istituto “Giusto Morgando” della cittadina altocanavesana fino alla chiusura dell’ex Collegio.
Quindi, ha trascorso gli ultimi anni della sua vita all’Istituto Missionario Salesiano “Cardinal Cagliero” di Ivrea. A Lodi, il futuro don Conca è stato allievo dell’oratorio San Luigi, fondato dal Servo di Dio don Luigi Savarè. E prima di diventare salesiano, è stato assistente dell’Istituto Sordomuti di Torretta, nei pressi della frazione cittadina di San Gualtero. Il religioso, che ha ricevuto l’ordinazione presbiterale il 4 luglio 1948 nella Basilica di Maria Ausiliatrice di Torino, ha svolto il suo ministero in varie case dell’Ispettoria del Piemonte della Congregazione fondata dal “Santo della gioventù”.
Forte personalità, eccellente predicatore, figura di sacerdote d’altri tempi, don Pietro viene ricordato dal direttore del “Cagliero”, don Eligio Caprioglio, come «uomo accogliente, al quale gli ex allievi delle case salesiane di Perosa Argentina ed Avigliana erano rimasti molto affezionati. Don Conca ha privilegiato l’attività nel campo dell’oratorio dove ha dato il meglio di sé stesso- aggiunge don Eligio -.
Il cortile era il suo luogo preferito di incontro ed educazione dei ragazzi».(c.c.)
Fonte: gelcal.it
nw008 (13 gennaio 2012)