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Sostegno, l’Italia spaccata in due: differenze abissali fra le regioni
Sostegno, l’Italia spaccata in due: differenze abissali fra le regioni
Speciale realizzato da Tuttoscuola. La stabilizzazione degli insegnanti di sostegno condotta negli ultimi anni non è stata equa: sempre più docenti in servizio, ma sempre più precari. IIl nord e il centro penalizzati rispetto al sud: nella primaria 1,62 alunni disabili per docente in Basilicata e 4,05 in Veneto
ROMA – I docenti di sostegno sono sempre più precari ma tale precarietà non è distribuita in modo omogeneo sul territorio nazionale: a dimostrarlo sono i numeri dello speciale che Tuttoscuola.com dedica oggi alla scuola e alla situazione degli insegnanti di sostegno. Il livello di stabilizzazione dei docenti di sostegno nella scuola statale è stato fissato dalla legge finanziaria del 2008 a quota 70%, per un numero di posti fissi e stabili pari a 63.086 unità. La stessa normativa prevedeva però che la stabilizzazione graduale di questo numero avvenisse sanando le differenze regionali allora evidenti.
Le cose però – afferma Tuttoscuola – non sono andate in questo modo: “Alcuni territori si sono avvantaggiati sugli altri andando ben oltre il limite di stabilizzazione con una quantità percentualmente maggiore di posti in organico di diritto, lasciando in questo modo agli altri territori la pesante precarietà dei posti in deroga”. Secondo il rapporto, per un’effettiva perequazione circa 7 mila posti di sostegno avrebbero dovuto essere assegnati ai disabili del Centro-Nord, anziché, come avvenuto, a quelli del Sud e delle Isole. Se si fosse agito in questo modo, “anche la precarietà dei posti in deroga, aggiunti annualmente senza certezza della continuità didattica, sarebbe avvenuta in termini più equi”, e le nomine “anziché andare pressoché a senso unico a favore delle scuole meridionali e insulari si sarebbero distribuite anche negli altri territori”. In generale ciò avrebbe comportato un servizio più omogeneo sul territorio anche in termini di qualità del servizio e di continuità didattica. Sul perché non si è seguita questa strada, se vi è stata disattenzione o si è trattato di scelte intenzionali, Tuttoscuola afferma che dal ministero “sarebbero doverose delle risposte”.
I DATI – Complessivamente per l’intero primo ciclo, scuole dell’infanzia comprese, il ministero – informa Tuttoscuola.com – ha previsto 133.625 alunni disabili e per loro ha assicurato un organico di diritto di 49.588 posti di sostegno per una media nazionale di 2,69 alunni/docenti. Quei 49.588 posti fissi – che assicurano anche continuità didattica e stabilizzazione – hanno avuto una distribuzione sperequata. Se il rapporto medio di 2,69 fosse stato assicurato in ogni territorio, la Campania avrebbe dovuto avere 2.585 posti di meno in organico di diritto, la Puglia 1.481 posti in meno; sempre in meno la Sicilia (-1.258), la Calabria (-674), la Sardegna (-513) e la Basilicata (-240), per un totale complessivo di 6.694 posti assegnati oltre al dovuto. Quei 6.694 posti avrebbero dovuto essere invece, assegnati a scuole del primo ciclo di altri territori: 3.120 posti in più nel Nord Ovest (la Lombardia avrebbe avuto diritto a 2.615 posti in più), 1.823 posti in più nel Nord Est (1.234 posti in più al Veneto) e 1.681 posti in più al Centro (948 posti di sostegno in più nelle scuole del Lazio).
SCUOLA INFANZIA – Ecco alcuni esempi di differenze regionali indicati da Tuttoscuola. Per la scuola dell’infanzia l’organico di diritto ha previsto che nell’anno scolastico 2011-12 vi siano 11.794 bambini disabili e per loro ha disposto 5.440 posti di sostegno stabili e sicuri, per un rapporto medio nazionale di 2,17 bambini disabili per ogni posto di sostegno fisso. Rapporto che non è confermato sul territorio: in sei regioni infatti sono stati garantiti più posti stabili di sostegno e, quindi, il rapporto medio è risultato molto più basso della media nazionale. E’ il caso di Campania, dove la media è stata di 1,36 bambini disabili per ogni posto di sostegno in organico di diritto, e anche di Basilicata (1,41), Calabria (1,52), Puglia (1,81), Sardegna (1,29) e Sicilia (1,89). Di contro, al nord si va molto sopra la media nazionale (2,17): in Emilia-Romagna si arriva al 3,75, nel Veneto al 3,47, nelle Marche al 3,38, in Toscana al 3,32, in Umbria al 3,13 e in Lombardia al 2,93. In sintesi – spiega Tuttoscuola – nel nord-est la media risulta pari a 3,38 bambini disabili per ogni posto di sostegno, al sud dell’1,59: quasi due punti di distanza.
SCUOLA PRIMARIA – Per la scuola primaria, l’organico di diritto dell’anno scolastico 2011-12 ha previsto che vi siano 66.245 alunni disabili e per loro ha disposto 24.071 posti di sostegno stabili e sicuri, per un rapporto medio nazionale di 2,75 alunni disabili per ogni posto di sostegno fisso. Ma al nord e al centro, a causa della consistente minore assegnazione di posti, il rapporto è stato ben più elevato: nel Veneto è stato di 4,05, nelle Marche di 4,04, in Lombardia di 3,96, in Emilia-Romagna di 3,47, in Umbria di 3,40, nel Lazio di 3,36 e in Piemonte di 3,15. Poiché, invece, al sud e nelle isole, sono stati assegnati in proporzione più posti di sostegno, il rapporto medio è andato ben al di sotto del valore nazionale del 2,75: in Basilicata è stata infatti di 1,62, in Puglia di 1,78, in Sardegna di 1,91, in Calabria e Campania di 1,92. Anche qui, i criteri di assegnazione per la stabilità dei posti di sostegno nella scuola primaria hanno favorito (e non di poco) le aree meridionali (con l’eccezione di Abruzzo e Molise), a danno delle aree settentrionali e centrali.
SCUOLA SECONDARIA – Per il 2011-12 sono stati previsti 55.586 alunni disabili nella scuola secondaria di I grado e per loro in organico di diritto sono stati disposti 20.077 posti di sostegno, per una media di 2,77 alunni disabili per ogni posto. La distribuzione territoriale dei posti di sostegno è stata fortemente differenziata, tanto che il rapporto medio è salito al 3,78 al Nord Ovest ed è sceso al 2,00 al Sud.
SCUOLE SUPERIORI – Alle superiori Nord e Centro hanno un credito di 7.933 posti. La situazione dei posti di sostegno riconosciuti in organico di diritto per gli istituti di istruzione secondaria superiore è del tutto simile a quella riscontrata nel primo ciclo. Come risposta alla previsione di 48.427 studenti disabili il Miur ha fatto corrispondere 13.498 posti di sostegno in organico di diritto, con un conseguente rapporto medio di 3,59 studenti disabili per ogni docente di sostegno. Ad alcune regioni, però, è stato assegnato un maggior contingente di posti; e così sono risultate con un rapporto medio ben più basso la Basilicata (1,77 studenti disabili per docente), la Campania (2,01), la Sardegna (2,02), la Calabria (2,11), la Puglia (2,15) e la Sicilia (2,41). Grazie a ciò quelle stesse regioni si sono trovate complessivamente con 1.239 posti non previsti: la Campania avrebbe dovuto avere 645 posti in meno, la Sardegna 159 in meno, la Sicilia 144, la Puglia 117 in meno, la Calabra 105 in meno e la Basilicata 104.
Se vi fosse stata una distribuzione equa la Lombardia avrebbe dovuto avere 413 posti di sostegno in più, il Veneto 275, il Piemonte 217, l’Emilia Romagna, l’Emilia 184, le Marche 148 e via di questo passo. Tra primo e secondo ciclo i posti di sostegno fissi e stabili avrebbero dovuto essere 5.900 di meno al Sud e 2.033 di meno nelle Isole, mentre il Nord Ovest ne avrebbe dovuto avere 3.720 in più, il Nord Est altri 2.200 e il Centro 2.014. “Spesso – conclude Tuttoscuola – le legittime proteste dei genitori di alunni disabili insoddisfatti per la precarietà del sostegno possono avere una causa anche in questa sperequazione”.
Fonte: superabile.it (1 novembre 2011) nw128