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Il ricordo di Don Andrea Volontè 1971-2011
Quest’anno ricorre il 40° Anniversario della morte di Don Andrea Volonté. Nato il 15 maggio 1918 a Cirimido (Como) e scomparso il 26 novembre 1971 a Roma. È sepolto nel cimitero di Cirimido (Como).
Don Andrea Volonté è ordinato sacerdote nel 1942 e nel paese natale celebrò la sua prima S. Messa. Fu collaborate di Mons. Giovanni Terruzzi, dopo la guerra, come assistente del gruppo giovanile di Azione Cattolica; prima della guerra lo era stato don Luigi Girola. Don Volonté però collaborò con il Mons. Terruzzi solo per pochi anni, perché quest’ultimo morì nel 1949.
Dopo questo doloroso evento, don Andrea Volonté fu nominato Diretto della Casa del Sordoparlante di via Boscovich carica durò fino al 1961, quando fu chiamato dall’Arcivescovo come responsabile di un importante ufficio di Curia.
Suo merito particolare fu quello di aver guidato la Casa, consolidando il non facile cambiamento iniziato da mons. Terruzzi. Con i suoi suggerimenti fu vicino a Francesco Rubino nel lavori ritenuti necessari per rendere più accogliente la Casa e soprattutto per rendere più decorosa la Cappella.
Don Andrea Volonté conversa con Francesco Rubino e Mons. Giulio Broggi
Essa fu dotata di vetrate artistiche, di nuovi quadri e di un bell’altare di marmo, che fu poi consacrato da mons. Schiavini. La Cappella divenne così, non solo la chiesetta della comunità dei credenti, ma anche il luogo sacro per le celebrazioni religiose delle varie Associazioni.
Don Volontè svolse con amore il suo impegno di continuatore dell’opera di Mons. Terruzzi: nel gabinetto di audio-fonetica, dove accoglieva ogni giorno bambini ed adulti che avevano problemi di udito o di pronuncia, e soprattutto, nella Cappella della Casa del Sordoparlante di Milano dove svolse per più di un decennio la sua missione pastorale per i sordi.
Durante il periodo della sua Direzione ebbe modo di organizzare pellegrinaggi di sordi a Roma, a Lourdes ed a Loreto. Seguì poi il sorgere del gruppo scoutistico cattolico “Clan Effetà” che però duro pochi anni.
Tra i Sordi lo stile di don Volontè fu sempre quello di avvinarli attraverso il rapporto amichevole che favoriva la confidenza, attraverso il dialogo pieno di buon umore che infondeva serenità e fiducia.
Conferma di questo sono le belle parole che scrisse una ex-allieva del Pio Istituto Sordomuti di Milano nel primo anniversario della morte di don Volontè avvenuta a Roma il 26 novembre 1971:
«Don Andrea ha fatto della sua vita una missione per noi privi dell’udito e della parola… La nostra visita sulla sua tomba è stato l’omaggio semplice e schietto del nostro animo riconoscente… Siamo stati in molti a credere in Don Andrea. Egli solleva dire: “I sordomuti sono la ragione della mia vita”. E chi potrebbe mettere in dubbio che gli anni più belli, Don Andrea, li passò effettivamente con noi?… Mi chiedo se non sia per noi sordi, una delle cose più urgenti per sopravvivere, un po’ d’umorismo proprio come quello che dava Don Andrea… Come uomo schivo… è sempre stato mite e buono… temeva sempre di disturbare, di pesare sugli altri… non voleva assolutamente giudicare nessuno…, sulla sua tomba, Don Andrea, abbiamo vissuto intensamente questi ricordi…»
Fonte: Giulio Tarra 4° trimestre 2011
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