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Piero Bargellini, Sindaco di Firenze e amico dei Sordomuti
Piero Bargellini, Sindaco di Firenze e amico dei Sordomuti
Nato a Firenze nel 1897, Piero Bargellini si diplomò geometra nel 1914 all’istituto Tecnico fiorentino. Durante la Grande Guerra fu sottotenente del 19° Artiglieria di campagna e si distinse per il suo coraggio. Dopo la guerra iniziò a frequentare la Facoltà di Agraria dell’Università di Pisa, ma abbandonò ben presto gli studi tecnici per frequentare i corsi di lettere, e poi i corsi di pittura presso l’Accademia di Belle Arti.
Abbandonata l’università, ottenne l’abilitazione magistrale. Maestro elementare, poi direttore didattico, nel 1937 fu nominato, per meriti eccezionali, ispettore centrale del ministero dell’Educazione Nazionale, incarico che lasciò nel 1948.
Raggiunse una certa notorietà con le sue prime opere: Fra Diavolo e San Bernardino da Siena. L’ispirazione cattolica ed apologetica lo guidò fin dall’inizio della sua attività culturale e letteraria, tesa a propiziare l’incontro tra la fede e la cultura.
Dopo la guerra Bargellini aderì alla Democrazia cristiana. Per la sua competenza letteraria ed artistica, e certamente anche per la sua fede cattolica, Giorgio La Pira, il famoso “Sindaco Santo” di Firenze, lo volle accanto a sé come assessore alle Belle Arti e alla Pubblica Istruzione. Sotto la sua guida furono restaurati palazzi, monumenti e tabernacoli, fu riscattato il Forte Belvedere, rinnovate le mense scolastiche, furono potenziati il Maggio Musicale Fiorentino e la Mostra dell’Artigianato, nacque la Mostra dell’Antiquariato.
Nel 1966 fu lui stesso eletto sindaco di Firenze, rimanendo in carica fino all’anno successivo (1967). Affrontò con coraggio i giorni difficili dell’alluvione. È infatti ricordato da tutti come il “Sindaco dell’alluvione“. La sua vicenda politica proseguì in Parlamento: nel 1968 in Senato e nel 1972 alla Camera dei deputati. Morì nel 1980. Vennero pubblicate postume pagine autobiografiche.
Incontro molto cordiale con Bargellini
Nel 1973, quando Bargellini era Deputato, un giorno, insieme con mia moglie, pure sorda, e mio zio Giulio, udente, nella funzione di interprete, lo incontrai, nella sua casa di Firenze, in Via delle Pinzochere n. 2, nei pressi di Santa Croce, per discutere con lui alcune problematiche che riguardavano i sordi fiorentini del tempo, e rammento con piacere che egli ci ricevette nel suo studio, dove c’erano ampi scaffali colmi di libri, carte di appunti, cartelle e altro ancora, mostrando interesse alle argomentazioni, comprensione e disponibilità alle mie richieste.
Egli, sia quand’era Sindaco di Firenze, sia poi nella sua veste di deputato, mostrò sempre particolare attenzione e disponibilità alle vicende dei sordi fiorentini. Fu sempre presente alle iniziative sociali della comunità sorda di Firenze con costante attenzione sulle problematiche dei sordi.
Ecco uno dei suoi testi scritto con spirito cristiano.
”””La Chiesa celebra con la solennità del Natale la manifestazione del Verbo di Dio agli uomini.
E’ questo infatti il senso spirituale più ricorrente, suggerito dalla stessa liturgia, che nelle tre Messe celebrate oggi da ogni sacerdote offre alla nostra meditazione “la nascita eterna del Verbo nel seno degli splendori del Padre (prima Messa); l’apparizione temporale nell’umiltà della carne (seconda Messa); il ritorno finale all’ultimo giudizio (terza Messa)” (Liber Sacramentorum).
Un antico documento, il Cronografo dell’anno 354, attesta l’esistenza a Roma di questa festa al 25 dicembre, che corrisponde alla celebrazione pagana del solstizio d’inverno, “Natalis Solis Invieti”, cioè la nascita del nuovo sole che, dopo la notte più lunga dell’anno, riprendeva nuovo vigore.
Celebrando in questo giorno la nascita di colui che è il Sole vero, la luce del mondo, che sorge dalla notte del paganesimo, si è voluto dare un significato del tutto nuovo a una tradizione pagana molto sentita dal popolo, poiché coincideva con le ferie di Saturno, durante le quali gli schiavi ricevevano doni dai loro padroni ed erano invitati a sedere alla stessa mensa, come liberi cittadini. Le strenne natalizie richiamano però più direttamente i doni dei pastori e dei re magi a Gesù Bambino.
In Oriente la nascita di Cristo veniva festeggiata il 6 gennaio, col nome di Epifania, che vuol dire “manifestazione”; poi anche la Chiesa orientale accolse la data del 25 dicembre, come si riscontra in Antiochia verso il 376 al tempo del Crisostomo e nel 380 a Costantinopoli, mentre in Occidente veniva introdotta la festa dell’Epifania, ultima festa del ciclo natalizio, per commemorare la rivelazione della divinità di Cristo al mondo pagano. I testi della liturgia natalizia, formulati in un’epoca di reazione alla eresia trinitaria di Arlo, sottolineano con accenti di calda poesia e con rigore teologico la divinità del Bambino nato nella grotta di Betlem, la sua regalità e onnipotenza per invitarci all’adorazione dell’insondabile mistero del Dio rivestito di carne umana, figlio della purissima Vergine Maria (“fiorito è Cristo ne la carne pura”, dice Dante).
L’Incarnazione di Cristo segna la partecipazione diretta degli uomini alla vita divina. La restaurazione dell’uomo mediante la spirituale nascita di Gesù nelle anime è il tema suggerito dalla devozione e dalla pietà cristiana che, al di là delle commoventi tradizioni natalizie fiorite ai margini della liturgia, ci invita a meditare annualmente sul mistero della nostra salvezza in Cristo Signore. “””
«La storia è testimonio dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra della vita» (Cicerone)
«La storia non è utile perché in essa si legge il passato, ma perché vi si legge l’avvenire» (M.D’Azeglio)
«Bisogna ricordare il “passato” per costruire bene il “futuro”» (V.Ieralla)
Per qualsiasi segnalazione, rettifica, suggerimento, aggiornamento, inserimento dei nuovi dati o del curriculum vitae e storico nel mondo dei sordi, ecc. con la documentazione comprovata, scrivere a: info@storiadeisordi.it.
“Storia dei Sordi. Di Tutto e di Tutti circa il mondo della Sordità”, ideato, fondato e diretto da Franco Zatini