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La disabilità in Italia: il quadro della statistica ufficiale

La disabilità in Italia: il quadro della statistica ufficiale
L’Istat ha ricostruito in un volume un quadro completo sulle condizioni di salute, l’esperienza lavorativa, le relazioni familiari e, più in generale, il livello di partecipazione sociale delle persone con disabilità nel nostro Paese.
Sono state ripercorse le diverse fasi della vita dei disabili, dal periodo scolastico a quello della vecchiaia, approfondendo gli aspetti legati alle politiche sociali finalizzate all’inserimento scolastico, all’integrazione lavorativa e al complesso di aiuti, formali e informali, sui quali le persone con disabilità possono contare. Viene inoltre documentata quella parte della protezione sociale dedicata al sistema di previdenza per le persone con disabilità.
Ne emerge un quadro contrastante. Da un lato, sono infatti evidenti i progressi che le politiche hanno introdotto in un’ottica di inclusione delle persone con disabilità e la legge 104 del 1992 ne costituisce il principale esempio. Altri interventi normativi importanti sono quelli relativi alla legge 68 del 1999 in materia di inserimento lavorativo e alla 328 del 2000 in tema di integrazione socio sanitaria. Se questi interventi normativi pongono l’Italia all’avanguardia tra i Paesi europei in materia di politiche sulla disabilità, tuttavia permangono numerosi problemi, dovuti probabilmente alla lentezza delle amministrazioni nel recepimento delle norme e alla scarsità di risorse finanziarie a disposizione dei governi locali competenti in materia sociale.
Una delle conseguenze di questo stato di cose è che nel nostro Paese il principale strumento di supporto alle persone con disabilità e alle loro famiglie è rappresentato dal sistema dei trasferimenti monetari, sia di tipo pensionistico sia assistenziale.
Perdura inoltre la carenza di servizi e assistenza formale da parte del sistema sociale e questo deficit ricade inevitabilmente sulle famiglie, che continuano a farsi carico della maggior parte delle attività di cura e di aiuto ai loro componenti in condizione di disabilità.
Le politiche sull’inserimento scolastico e lavorativo non hanno ancora conseguito pienamente gli obiettivi prefissati, come testimoniano i dati sui livelli di istruzione delle persone con disabilità, sensibilmente più bassi rispetto al resto della popolazione, e sul numero di occupati che non sono ancora in linea con il resto del Paese.
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Disabilità e integrazione sociale
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I dati dei centri per l’impiego mostrano come il numero di coloro che è disposto a lavorare sia ancora troppo basso, segno di una persistente sfiducia verso la reale possibilità di svolgere una vita lavorativa a causa delle limitazioni imposte dalla condizione di salute e delle barriere, culturali e ambientali, che si frappongono tra le persone con disabilità e il mondo del lavoro.
Anche altri aspetti qualificanti della partecipazione sociale necessitano ancora di miglioramenti.
I dati testimoniano che vi sono ambiti in cui la mancanza di autonomia costituisce un elemento di esclusione e marginalizzazione. È questo il caso delle attività sociali, in cui ha una certa rilevanza la limitazione fisica. Un esempio è rappresentato dalle difficoltà legate ai trasporti pubblici.
Negli ambiti che non coinvolgono fattori fisici o impedimenti legati all’età, le persone con disabilità svolgono attività di partecipazione molto soddisfacente. In particolare, è il segmento giovanile che si manifesta particolarmente vivace negli ambiti della partecipazione politica e dell’associazionismo, ma anche nell’utilizzo delle nuove tecnologie della comunicazione e dell’informazione.
Le conclusioni delle analisi svolte sottolineano con forza quanto la disabilità non sia solo una condizione ineluttabile, frutto di problemi di salute, ma sia anche la conseguenza dell’interazione con un ambiente spesso ostile. Pertanto, le politiche sociali efficaci sono quelle finalizzate ad abbattere le barriere, di qualsiasi natura, che ostacolano il processo di inclusione delle persone con disabilità nel tessuto sociale. L’obiettivo di una maggiore inclusione è perseguibile attraverso un processo virtuoso che parta dall’identificazione dei bisogni della popolazione e arrivi all’individuazione delle azioni da attuare. In questo processo gioca un ruolo importate anche la statistica ufficiale, la quale è chiamata a fornire l’informazione necessaria per descrivere le diverse dimensioni del bisogno e documentare l’efficacia delle politiche attuate.

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