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Don Fabriani: al via il processo di beatificazione… (Newsletter della Storia dei Sordi n.753 del 9 dicembre 2009)
Don Fabriani: al via il processo di beatificazione
Il 4 ottobre in San Domenico l’apertura
Causa di beatificazione e canonizzazione del Servo di Dio Severino Fabriani
Processo circa la vita, le virtù e la fama di santità in specie ed i fatti straordinari in genere
Il Servo di Dio don Severino Fabriani nacque a Spilamberto il 7 gennaio 1792, terzogenito del medico Luigi e di Francesca Maria Vicenzi; nel 1806, ormai orfano di entrambi i genitori, entrò nel seminario di Modena dove ben presto si distinse negli studi, tanto che venne incaricato di insegnare fisica e scienze naturali nel corso filosofico, ancor prima dell’ordinazione sacerdotale, conferitagli il 17 dicembre 1814. Continuò in questo incarico fino al gennaio 1822; poi, improvvisamente, fu colpito da uno strano e inspiegabile disturbo: perse la voce, colpito da afasia. Dopo lunghe cure riuscì parzialmente a riprendersi, ma non avrebbe più potuto insegnare, né predicare né celebrare la Messa. Gli fu di grande conforto la preghiera; lo scritto divenne la sua unica possibilità di comunicazione; ai suoi corrispondenti diceva di vedere questa sua malattia nella luce della Provvidenza, come un preciso invito di Dio a purificarsi maggiormente nel proprio spirito e a diventare più sensibile verso le realtà eterne. La sua preghiera silenziosa era alimentata con edificanti letture e la meditazione della Parola di Dio aveva raddoppiato di intensità. Le misteriose strade della Provvidenza condussero il Servo di Dio, nel 1823, a prendersi cura di una sordomuta, l’undicenne Santa Bonvicini, che gli venne affidata dall’amico don Giuseppe Baraldi, uno dei sacerdoti più colti del tempo. La Bonvicini era stata accolta nelle “Scuole di carità” sorte in via Sant’Agostino presso la chiesa delle Grazie e trasferite nel 1819 pressola chiesa del “Paradiso”. Nel 1824 don Severino Fabriani assunse la carica di direttore delle scuole per le bambine sorde, coadiuvato dalle loro prime maestre, appartenenti all’istituto Figlie di Gesù, fondato a Verona dal gesuita padre Pietro Leonardi. Il Servo di Dio volle perfezionare il metodo di insegnamento allora in uso con le sordomute, confontandolo con quelli in uso nelle scuole di Milano e Genova, che volle visitare personalmente.
Nel 1828 le tre maestre rimaste al “Paradisino” sotto la guida di don Severino, presero il nome di “Figlie della Provvidenza per le sordomute”; il riconoscimento ufficiale della nuova famiglia religiosa, per motivi di prudenza dovuti all’equilibrio precario nella situazione politica, arrivò solo nel 1843. Il 20 dicembre 1844 la Sacra Congregazione dei Vescovi e Regolari approvò l’istituto; il successivo 9 gennaio 1845 anche il papa Gregorio XVI diede la sua approvazione. Una nuova approvazione venne concessa all’istituto nel 1857, in occasione della storica visita a Modena del beato papa Pio IX. Le Costituzioni delle Figlie della Provvidenza sarebbero poi state approvate nel 1932 in modo temporaneo e definitivamente nel 1941. Suore e alunne furono in costante aumento.
La gioia del riconoscimento pontificio del 1845 fu presto offuscata da preoccupazioni, difficoltà, problemi che tormentarono il Servo di Dio negli ultimi quattro anni di vita. Accanto alle questioni dell’istituto (dotazione da parte del governo ducale, terremoto politico del 1848, sicurezza e indipendenza economica) c’era la salute malferma e pericolante. Gli ultimi anni della sua vita furono spesi per rendere la scuola sempre più rispondente alle nuove esigenze e per assicurare serenità economica all’istituto. Il Servo di Dio morì, colpito da ictus cerebrale, il 27 agosto 1849.
Dopo aver a lungo riflettuto ed ascoltato la voce di persone esperte ed ottenuto, il 17 marzo 2008, l’assenso dei confratelli della Conferenza Episcopale regionale e il Nulla Osta della Congregazione delle cause dei Santi il 6 giugno 2008, abbiamo deciso di dare inizio al processo canonico di Beatificazione e Canonizzazione del Servo di Dio, constatando che la fama di santità del Servo di Dio è ancora viva e il suo carisma ancora valido ed attuale.
Pertanto nel portare a conoscenza di questa comunità ecclesiale questa iniziativa, invitiamo tutti e singoli i fedeli a comunicarci direttamente e a far pervenire al Tribunale Diocesano tutte quelle notizie dalle quali si possano in qualche modo arguire elementi favorevoli o contrari alla fama di santità del servo di Dio. Dovendosi inoltre raccogliere, a norma delle disposizioni legali, tutti gli scritti a lui attribuiti, ordiniamo col presente editto, a quanti ne fossero in possesso, di rimettere con sollecitudine al medesimo Tribunale qualsiasi scritto che abbia come autore il Servo di Dio, qualora non sia già stato consegnato alla Postulazione della Causa.
Stabiliamo che il presente editto rimanga affisso per la durata di due mesi all’Albo della Curia Arcivescovile e alle porte delle parrocchie della nostra Arcidiocesi.
Fonte: web diocesi.it
DARE VOCE AL SILENZIO
Il 24 ottobre nella chiesa di San Domenico a Modena si celebrata la chiusura della fase diocesana del processo sulla vita, le virtù e la fama di santità del servo di Dio don Severino Fabriani. La celebrazione è stata presieduta dal’arcivescovo monsignor Benito Cocchi.
La fase diocesana del processo si era aperta il 4 ottobre dello scorso anno. In questo periodo sono state ascoltate le testimonianze di coloro che potevano garantire che don Severino aveva vissuto eroicamente la sua fedeltà al Vangelo, così come emerge dai suoi scritti, dalla tradizione dell’istituto da lui fondato, dalla vivacità del suo carisma, ancora fecondo ed attuale. E’ stata inoltre completata una grande raccolta di documentazione storica che, unita alle deposizioni processuali, testimonierà presso la Congregazione delle Cause dei santi l’autenticità della santità del servo di Dio.
Questo percorso porta a riflettere sulla profondità del carisma vissuto e trasmesso da don Severino: dare voce al silenzio, ascoltare chi non può farsi udire. Le suore Figlie della Provvidenza oggi vivono ed attualizzano la sua missione di carità, in Italia e negli altri paesi dove sono presenti, continuando così quell’opera di evangelizzazione e di servizio che fu la ragione della sua vita. Una vocazione da lui accettata nella sofferenza della prova e della malattia, che gli fece comprendere quanto fosse importante privilegiare le persone sorde, dare loro dignità e voce, comunicando la Buona Novella.
Dalla documentazione emerge la figura di un sacerdote che ha vissuto in pienezza la sua vocazione di ministro di Dio, servo fedele della Chiesa, padre dei più poveri e si è distinto per una forte testimonianza evangelica. Ecco perché la Chiesa di Modena-Nonantola, nella celebrazione conclusiva, ha affermato la convinzione che il suo figlio don Severino Fabriani è “santo” per la sua fede, il suo abbandono in Dio, la sua ardente speranza, la sua eroica carità e lo ha affidato al giudizio della Congregazione per le Cause dei Santi, presso la Santa Sede.
Web diocesi.it
Biografia di don Fabriani
Don Severino Fabriani, nato a Spilamberto nel 1792, entrò in Seminario a Modena nel 1806 e fu ordinato sacerdote nel 1814. A trent’anni, improvvisamente perse la voce, colpito da afasia. Questo avvenimento lo disorientò poiché lo costrinse a vivere nell’isolamento e lo privò della possibilità di esercitare le funzioni del ministero sacerdotale. Furono questi anni di solitudine e di sofferenza che cercò di valorizzare dedicandosi alla preghiera silenziosa, allo studio e alla pubblicazione di scritti in difesa della religione.
Don Fabriani, nel 1823, fu invitato da un amico sacerdote a prendersi cura di una sordomuta, Santa Bonvicini, accolta nelle “Scuole di carità”. Nel 1824 don Severino Fabriani assunse la carica di direttore delle scuole per le bambine sorde, coadiuvato dalle loro prime maestre, appartenenti all’istituto Figlie di Gesù. Il Servo di Dio volle perfezionare il metodo di insegnamento allora in uso con le sordomute, confontandolo con quelli in uso nelle scuole di Milano e Genova, che volle visitare personalmente.
È coadiuvato, in quest’opera, da tre maestre con le quali dà inizio alle Figlie della Provvidenza per le Sordomute. Resosi conto che tale opera era preziosa, ma anche molto impegnativa e che per questo occorreva garantirne la continuità, non si perde d’animo e procura di ottenere il riconoscimento da parte dell’autorità ecclesiastica alla neonata Famiglia Religiosa. L’iter burocratico, grazie anche all’interessamento del duca Francesco IV e del Vescovo di Modena Monsignor Luigi Reggianini, è sì laborioso, ma non eccessivamente lungo e, in data 9 gennaio 1845, il Sommo Pontefice Gregorio XVI, approva il nuovo Istituto delle Figlie della Provvidenza per le Sordomute. Impegna gli ultimi anni della sua vita per rendere la scuola sempre più rispondente alle nuove esigenze e per assicurare serenità economica all’opera. Morì il 27 agosto 1849 ed è sepolto nella cappella della Casa Madre della Congregazione
Il simbolo del pellicano è stato scelto dal fondatore per il suo significato: la donazione incondizionata richiesta alle Figlie della Provvidenza a favore delle sordomute espressa nel quarto voto: istruire, educare e servire i sordi.
L’opera di don Severino in Italia e nel mondo
A Modena: Istituto delle Figlie della Provvidenza per le Sordomute e Casa Madre.
A Santa Croce di Carpi: scuola dell’Infanzia e Primaria integrate: alunni sordi e udenti crescono serenamente insieme.
A Roma: Scuola Secondaria di I grado “Fabriani” con annesso Convitto per allieve sorde della Scuola Secondaria di I e di II grado. Servizio di turismo sociale.
A Casola di Montefiorino: Casa di preghiera, di servizio pastorale e di arricchimento dello spirito Nel mondo: Brasile, Nigeria, Sri Lanka: nelle case di missione sono in attività Scuole Integrate: alunni sordi e udenti insieme per una crescita umana, culturale, sociale e cristiana. Case di accoglienza per facilitare ai bambini sordi la frequenza alla scuola. Case di Formazione per le vocazioni religiose locali.
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Newsletter della Storia dei Sordi n.753 del 9 dicembre 2009