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Ddl Riconoscimento Lingua dei Segni (Newsletter della Storia dei Sordi n.755 del 14 dicembre 2009)
Ens Ente Nazionale Sordi su Ddl Linguaggio dei Segni
Garantire l’informazione e la comunicazione nei tribunali e in tutti gli ambiti pubblici mediante l’uso del Lis, il linguaggio dei sordi, per tutelare ed equiparare i 42 mila sordi ai normododati in Italia. Camillo Galluccio, presidente Ente Nazionale Sordi della Campania e a nome del Consiglio nazionale , ha inviato una missiva al Presidente del Senato e ai componenti della Commissione Affari Costituzionali, con la quale ha chiesto che sia approvato il Ddl sul riconoscimento della Lingua dei Segni, attualmente all’esame della Commissione. Per Galluccio non assicurare l’approvazione del testo significherebbe ignorare i 42.000 individui sordi, parte di una comunità che ha una sua storia, ha un suo modo di comunicare univoco, con la Lingua Italiana dei Segni , introdott già nella seconda metà dell’800. “Speriamo che il Governo e il Parlamento non intendano tradire la fiducia dei più deboli- dichiara Galluccio- la non approvazione del testo non potrà certo essere considerato un reato ma apparirebbe decisamente una pesante colpa, che inciderebbe non poco sulla vita dei sordi italiani, già costretti ad un difficile rapporto con il sistema di comunicazione attuale nella pubblica amministrazione.” Dall’ uso di sistemi di informazione pubblica come pure dalla limitazione dell’uso del linguaggio italiano dei segni nel sistema televisivo, i sordi italiani chiedono che sia garantito l’adozione del Lis anche nel sistema privato, che non tiene conto nella stragrande maggioranza dei casi, del difficile handicap che utenti e consumatori sordi si ritrovano ad affrontare nella vita quotidiana. “ Non è più derogabile che i sordi italiani siano costretti ad affrontare un sistema sociale che tiene conto solo dei normodotati e così pur se in salute, molti nostri giovani sono costretti a rinunciare a un posto di lavoro, le recenti deleghe trasferite alle Regioni, trova questi enti locali in difficoltà nel garantire l’accesso ai concorsi e all’inserimento lavorativo, non tutelando i sordi. Un convegno regionale sull’argomento è stato effettuato solo la scorsa settimana e ha evidenziato la difficile condizione dei sordi italiani ulteriormente accentuata in questo periodo di crisi occupazionale- “Vanno garantite pari dignità per cittadini che hanno il sacrosanto diritto di non fare di un handicap, una pesante condizione esistenziale – conclude Camillo Galluccio – Non abbiamo scelto di essere sordi e non vogliamo che la cosidetta normalità sia ancora più sorda ai nostri richiami”.
Alla redazione
Garantire l’informazione e la comunicazione nei tribunali e in tutti gli ambiti pubblici mediante l’uso del Lis, il linguaggio dei sordi, per tutelare ed equiparare i 42 mila sordi ai normododati in Italia. Camillo Galluccio, presidente Ente Nazionale Sordi della Campania e a nome del Consiglio nazionale , ha inviato una missiva al Presidente del Senato e ai componenti della Commissione Affari Costituzionali, con la quale ha chiesto che sia approvato il Ddl sul riconoscimento della Lingua dei Segni, attualmente all’esame della Commissione. Per Galluccio non assicurare l’approvazione del testo significherebbe ignorare i 42.000 individui sordi, parte di una comunità che ha una sua storia, ha un suo modo di comunicare univoco, con la Lingua Italiana dei Segni , introdott già nella seconda metà dell’800. “Speriamo che il Governo e il Parlamento non intendano tradire la fiducia dei più deboli- dichiara Galluccio- la non approvazione del testo non potrà certo essere considerato un reato ma apparirebbe decisamente una pesante colpa, che inciderebbe non poco sulla vita dei sordi italiani, già costretti ad un difficile rapporto con il sistema di comunicazione attuale nella pubblica amministrazione.” Dall’ uso di sistemi di informazione pubblica come pure dalla limitazione dell’uso del linguaggio italiano dei segni nel sistema televisivo, i sordi italiani chiedono che sia garantito l’adozione del Lis anche nel sistema privato, che non tiene conto nella stragrande maggioranza dei casi, del difficile handicap che utenti e consumatori sordi si ritrovano ad affrontare nella vita quotidiana. “ Non è più derogabile che i sordi italiani siano costretti ad affrontare un sistema sociale che tiene conto solo dei normodotati e così pur se in salute, molti nostri giovani sono costretti a rinunciare a un posto di lavoro, le recenti deleghe trasferite alle Regioni, trova questi enti locali in difficoltà nel garantire l’accesso ai concorsi e all’inserimento lavorativo, non tutelando i sordi. Un convegno regionale sull’argomento è stato effettuato solo la scorsa settimana e ha evidenziato la difficile condizione dei sordi italiani ulteriormente accentuata in questo periodo di crisi occupazionale- “Vanno garantite pari dignità per cittadini che hanno il sacrosanto diritto di non fare di un handicap, una pesante condizione esistenziale – conclude Camillo Galluccio – Non abbiamo scelto di essere sordi e non vogliamo che la cosidetta normalità sia ancora più sorda ai nostri richiami”.
Alla redazione
Fonte: capitolo primo.it
nw755
Newsletter della Storia dei Sordi n.755 del 14 dicembre 2009