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La lingua è l’input, le papille il futuro (Newsletter della Storia dei Sordi n. 531 del 2 luglio 2008)
La lingua è l’input, le papille il futuro. Un piccolo magnete sulla punta della lingua: basterà quello per restituire ai diversamente abili molte delle capacità che la fortuna ha negato loro. È una promessa del Georgia Institute of Technology, che vuole far guidare una sedia a rotelle servocomandata o far adoperare un computer e altri strumenti a chi deve farlo servendosi di mezzi diversi da quelli tradizionali.
Secondo quanto promettono i ricercatori, il nuovo magnetino sublinguale è facilmente impiantabile perché grande quanto un chicco di riso. “Abbiamo scelto la lingua per far funzionare il sistema perché, a differenza di mani e piedi, che sono controllati dal cervello tramite la spina dorsale, la lingua è direttamente connessa con il cervello tramite innervature che solitamente non subiscono danni o disagi neuromuscolari”, dice Maysam Ghovanloo, un professore assistente che ha coordinato il lavoro di ricerca. Inoltre, “i movimenti della lingua sono veloci, accurati e non richiedono molta attività cerebrale, concentrazione o sforzi particolari”, continuano i ricercatori.
Il funzionamento del sistema – un’evoluzione di alcuni prototipi già in studio da circa due anni – è basato sulla rilevazione dei movimenti del magnetino presente sulla lingua tramite sensori a effetto Hall. Tali sensori, se sufficientemente miniaturizzati, possono essere presenti direttamente nel cavo orale. In ogni caso, i segnali ricavati dai sensori vengono inviati tramite una connessione wireless ad un computer portatile.
“Questo sistema potrà rivoluzionare il campo delle tecnologie assistive aiutando coloro che sono affetti da disabilità gravi, come quelle provocate da danni importanti alla spina dorsale, e permettere loro di ritornare ad una vita ricca di esperienze, attiva, indipendente e produttiva”, ha riferito il professor Ghovanloo in una nota.
Il progetto è stato presentato a Washington, ad un meeting della Società per l’Ingegneria Riabilitativa e Tecnologie Assistive (RESNA) statunitense. I ricercatori nella circostanza hanno precisato che il nuovo sistema consente di riconoscere diversi “set” di movimenti della lingua, riconducibili ad un singolo utente. Grazie a questa funzionalità, sarà possibile istruire il sistema stesso, ad esempio, a riconoscere il tocco di ogni singolo dente come uno specifico comando.
I test sinora svolti hanno coinvolto 12 volontari normalmente abili ed è in programma una avanzata fase di test su persone diversamente abili.
Per chi desidera approfondire, il professor Ghovanloo ha raccolto in questa pagina dettagliate spiegazioni e illustrazioni sull’intero progetto. Fonte: punto-informatico.it – nw531
Newsletter della Storia dei Sordi n. 531 del 2 luglio 2008