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Manzoni Alessandro ed i Sordi
Alessandro Manzoni ed i Sordomuti. «L’abate Giulio Tarra nei suoi Cenni storici scriveva: «Alessandro Manzoni, quando il giorno 8 d’ottobre del 1872, volle vedere tutti i nostri allievi e li sentì parlare e rispondere alle domande di religione ch’egli stesso mosse loro col labbro, esclamò: «la redenzione del sordo-muto vaticinata dal Vangelo, è compiuta: i sordi intendono; i muti parlano!».
Egli mi asserviva che quando, nella prima metà del secolo, egli colla sua moglie Enrichetta Blondel aveva visitato la rinomata scuola del P. Ottavio Assarotti in Genova n’era partito, ammirato bensì delle cose meravigliose che v’aveva veduto fare col gesto e collo scritto da quegli allievi, ma colla tristezza nell’animo di non possedere un mezzo di comunicazione viva che valesse a mettere in rapporto il suo spirito con quello di quei giovinetti tuttor muti e gesticolanti colle bracci e colle mani e d’avervi veduta ancora scolpita e confermata dall’istruzione la fatale impronta della loro sventura; – mentre con questi, egli diceva additando i nostri allievi, io provo il conforto di poter conversare con mutua intelligenza; né più ravviso in loro degli infelici segregati da noi, ma degli uomini a noi pareggiati e consapevoli e lieti di esserlo. – E ammirava i maestri presenti perché – continuassero a tutt’uomo nel procedimento avviato con sì felice successo, surrogando pienamente al linguaggio dei gesti, che sarebbe facile alimento della fantasia e della passione e conferma dell’ostracismo del sordo-muto dalla società, quello della viva parola che d’origine divina, e pienamente conforme alla natura dell’uomo razionale, portandosi direttamente all’intelletto debb’esser guida anche per lui a formarsi idee pure e a ragionare colla calma e coll’ordine convenienti, mentre è il solo che lo rigenera radicalmente a sé, alla famiglia e alla società. – Queste parole di un tant’uomo che, colla perspicacia della sua intuizione e colla profondità della sua riflessione, aveva d’un tratto rilevato ciò che era frutto per noi d’una lunga esperienza, ci confermarono sempre meglio nel proseguimento d’un tal metodo senza badare alle contraddizioni, né sgomentarci degli ostacoli che andavamo incontrando nell’ardua via. Noi le serbiamo come un documento, un testamento prezioso di quel sommo fra i maestri e padri della patria nostra che, vicino al tramonto della sua vita, mandò con esse alla sventura famiglia dei sordo-muti un raggio di dolce e benefico conforto, per lui e per loro augurio di più sereno dì».
La sepoltura del Sac. Giulio Tarra si trova nel Famedio del Cimitero Monumentale di Milano sotto il grandioso atrio dello stesso cimitero dove troneggia il sepolcro di Alessandro Manzoni.
A cura di Angela Cavallini della Biblioteca storica «Casa del Sordoparlante Mons. Giovanni Terruzzi» (2008)
INFO:
Biografia di Alessandro Manzoni
Fondazione Pio Istituto Sordi Milano
nw456
Newsletter della Storia dei Sordi n. 456 del 27 marzo 2008