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Primo Pioniere della navigazione spaziale: Sordo russo Costantino Edoardo Ziolkowsky (Newsletter della Storia dei Sordi n. 445 del 12 marzo 2008)

Fu un Sordo il “Pioniere” della navigazione spaziale. «L’umanità non resterà a lungo sulla terra!». Questa temeraria affermazione è scolpita su una tomba, a Caluga, cittadina russa nella regione di Tula. Sotto, vi si leggono gli abituali riferimenti anagrafici: Konstantin Euardovic Ziolkowsky, 5 settembre 1857, 19 settembre 1935.
Ziolkowsky: un nome che per quasi tutti i nostri lettori suonerà come quello di un ignoto Carneade della Moscovia. Eppure, nella storia giovanissima ma già tanto ricca dell’astronautica, Ziolkowsky è considerato come il «primo pioniere» della navigazione spaziale.
Divenuto sordo fin da bambino, perciò schivato dai compagni e privo di amici, Ziolkowsky temprò con indomita volontà il suo impegno fantasioso, immerso nel grande silenzio e nella solitudine cui era condannato. Non fu certo il primo a sonare la possibilità che l’uomo violasse gli spazi interplanetari ma sicuramente fu il primo ad intuire quale fosse la via, l’unica via, da percorrere a quello scopo. Oggi il principio basilare della propulsione spaziale, la legge d’azione e reazione che anima i razzi, è di facile comprensione per tutti. Ma così non era nel 1876, quando Ziolkowsky studiava fisica all’università di Mosca e la stessa aeronautica cominciava a balbettare appena le prime sillabe.
Ottenuta la laurea, Ziolkowsky fu nominato insegnante di matematica nel collegio di Borowsk e potè cominciare a dedicarsi concretamente alle sue ricerche aeronautiche ed astronautiche.
Ma la «croce e delizia» di Ziolkowsky erano i razzi intero planetari. Non gli ci volle molto per accertare con calcoli matematici che i razzi pirotecnici allora esistenti, a combustibile solido, per quanto potenziati non sarebbero stati mai capaci di uscire dall’atmosfera; e presto intuì che i razzi per il volo spaziale avrebbero dovuto impiegare invece una combustibile liquido. In definitiva, Ziolkowsky fu il primo ad immaginare con esattezza un veicolo a razzo delle dimensioni e del tipo di quello che, con la «V. 2», i tedeschi riuscirono a realizzare per primi cinquant’anni dopo.
La sintesi di questi studi fu raccolta da Ziolkowsky nel 1898, in un manoscritto intitolato L’esplorazione degli spazi cosmici con apparecchi a reazione, talmente«avveniristico» che la Rivista scientifica moscovita glielo pubblicò solo dopo cinque anni di sollecitazioni ed insistenze.
Questa ed altre successive pubblicazioni caddero, in quell’epoca, letteralmente nel vuoto. Ma Ziolkowsky continuò imperterrito a studiare in tutti i particolari la teoria dei razzi e giunse perfino a progettare una camera di combustione per due propellenti liquidi, con tale precisione che i futuri tecnici non ebbero che da utilizzarla.
Ma, se Ziolkowsky è universalmente riconosciuto come il «primo pioniere» dell’astronautica, i precursori, gli altri pionieri, i padri , di questa nuovissima scienza sono una schiera numerosissima. Heinz Gartmann, nel suo libro L’avventura astronautica, edito da Bompiani, ne ha raccolto i nomi, la biografia e la cronaca personale, gli studi ed i conseguimenti, con una ricchezza di particolari suggestivi e con uno stile così preciso ma vivace ed interessante, da rendere il volume più appassionante di un romanzo d’avventure. Fra i precursori, manco a dirlo, non potevano non esserci anche i cinesi: per la esattezza, il Mandarino Wan-Hoo.

Ma, dopo i profeti, i precursori e i pionieri, il vero «padre» della navigazione spaziale fu l’americano Robert Goddard. Un anno dopo la morte di Ganswindt, che ne era stato il sognatore, e giusto un mese dopo la morte di Ziolkowsky, che ne era stato il precoce teorico, Goddard eseguì per la prima volta, nel suo campo sperimentale nel Nuovo Messico, il lancio di razzi a combustibile liquido e aprì quindi la via verso gli spazi cosmici. Egli fu anche il primo che si dedicò agli studi ed agli esperimenti di questo cenere con assoluto rigore scientifico e con mezzi adeguati, ottenendo risultati concreti e decisivi.
Autore: Marco Antonio Bragadin da Il Tempo del 31 marzo 1958.

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Newsletter della Storia dei Sordi n. 445  del 12 marzo 2008

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