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Chiesa di Santa Maria del Monte in Bolognano (Pescara)
La Chiesa di Santa Maria del Monte in Bolognano (Pescara). Sorge questa Chiesa rurale, nella contrada omonima, su di un colle da cui domina alcuni paesi situarti lungo la vallata del Pescara, a ridosso di un vecchio convento diroccato. Nell’interno del convento si possono ancora vedere i segni che i soldati di una postazione contraerea dell’ultima guerra vi lasciarono: morti, figure e, crivellati da colpi di arma, i soffitti da cui evidentemente furono asportate perfino le travi messe al fuoco nei lunghi ozi della stagione invernale. Un giorno fu luogo di penitenza, di studio e di preghiera, poiché come si legge nel “Cronologio del 3° Ordine di San Francesco” stampato a Parma nel 1658 (Tip. Marii Vigne) a pag.398: “Bononiani, Conventus Sanctae Mariae de Monte receptus fui anno 1586 a F. Benedicto de Paulinis concedente Abbate Yeronimo Branconiano”. In un tempo non molto lontano dal nostro, nel 1936, se non erro, un eremita, fra Pietro, che i Bolognanesi ricordano ancora, lo scelse come luogo di preghiera e raccoglieva ogni sera gli abitanti della contrada intorno al Quadro della Vergine per la recita del S. Rosario.
Emanate le Leggi sull’Asse Ecclesiastico, 07 luglio 1866 e 15 agosto 1867, con la soppressione dell’Ordine, i beni della Chiesa furono venduti ed il convento fu ceduto al Comune di Bolognano con l’onere di versare al Fondo Culto un canone annuo di L. 30 e con l’obbligo di sopportare i pesi annessi oltrechè destinare il fabbricato ad uso di pubblica utilità.
La storia della Chiesa è legata a quella del Convento. Sappiamo, infatti, che negli anni 871-875, per munificenza e volontà di Ludovico II°, Imperatore dei Franchi, fu fondata la Chiesa di San Clemente a Casauria, che in breve, raggiunse tale ricchezza e splendore da meritare, per Diplomi Imperiali e Bolle Pontificie, giurisdizione civile ed ecclesiastica su diversi paesi vicini fra cui Bolognano, formando così una Diocesi Nullius. Ma nel 1301 il Vescovo di Chieti, Rainaldo, non perfettamente persuaso che i paesi sulla destra del Pescara dovessero far parte non della sua Diocesi ma della Diocesi Nullius di S. Clemente a Casauria, affidò a due Canonici Teatini, Ser Angeliero di Caramanico e Ser Matteo di Lanciano, l’incarico di esaminare antichi documenti, interpellare autorità ecclesistiche e sentire testimoni, per accertare il reale ambito della giurisdizione spirituale di San Clemente. E in seguito al risultato di tali indagini, il Vescovo di Chieti con la decisione del’ 11 ottobre 1301, riconobbe tale giurisdizione nella quale era compresa “Ecclesia Sanctae Mariae de Monte in pertinentiis Bononiani”. E’ questo anzi il primo documento nel quale si fa cenno della Chiesa della Madonna del Monte.
Ma nel 1818, con la Bolla Pontificia, la Badia di S. Clemente fu privata della giurisdizione spirituale come Diocesi Nullius e anche Bolognano entrò a far parte dell’Arcidiocesi di Chieti. Per quanto riguarda il culto, è tradizione che il Quadro della Beata Vergine fu trovato nella Contrada Fara (in località Piano d’Orta nella Zona oggi detta “Katanga”) e di lì fu trasferito nell’attuale Chiesa della Madonna del Monte. Il fatto è verosimile: vi fu un’epoca nella quale presso la Contrada Fara sorgeva un Castello “ Castrum Farae Ambriliae “, con Chiese e case che subirono poi saccheggi e devastazioni specialmente da parte dei Saraceni (Sec. IX e X) e dei Normanni (Sec. XII).
Si potrebbe riallacciare al tempo di queste devastazioni la leggenda riguardante la traslazione del Quadro ?.
LEGGENDA DELLA TRASLAZIONE DEL QUADRO
La Vergine sarebbe apparsa, su una quercia, prima ad una donna e poi a un bimbo sordomuto da Lei guarito, cui diede l’incarico di invitare il Parroco di Bolognano a rimuovere il Quadro dalla Contrada Fara per trasportarlo solennemente a Bolognano. Il Parroco, che non aveva dato ascolto alla donna “ visionaria “, si arrese dinanzi all’invito del ragazzo miracolato e, accompagnato da un folto stuolo di popolo festante, si recò nel luogo della visione per eseguire la volontà della Vergine. Ma la notizia del fatto si era divulgata ed i popoli vicini accorsero e protestarono per la pretesa dei Bolognanesi: tutti avrebbero voluto portare nel proprio paese il Quadro venerando. I più fanatici furono i Toccolani. A nulla valsero le proteste e le giustificazioni e si finì col dirimere la questione ponendo il Quadro su un carro trainato da buoi e lasciati senza guida ; dove si sarebbero fermati lì era destinato il Quadro. I buoi, dalla Contrada Fara, percorsero l’attuale strada Tiburtina Valeria e giunti al bivio, si diressero verso Bolognano e al Colle Gesseto deviarono per la strada che conduce all’attuale Santuario della Madonna del Monte dove spontaneamente si fermarono.
Il Quadro che si venera attualmente è situato sull’altare maggiore della Chiesetta, da qualche anno restaurata ed è racchiuso in un’edicola di cristallo. Misura m.1,42 di altezza e m. 0,50 di larghezza e secondo la descrizione fatta, per la prima volta, dal Prof. F. Verlengia il 23 maggio 1936, è su tavola a tempera. Contro un fondo azzurro tempestato di stelle d’oro, siede la Vergine, in veste scura con rabeschi biancastri e manto dorato con rabeschi dello stesso colore e risvolte verdi, in atto di sostenere sulle ginocchia il Bambino Gesù, a cui porge la mammella destra. Il Bambino reca sulla sinistra un globetto dorato. La Vergine ha testa eretta, frontale, carnale roseo, aureola dorata. La tavola è racchiusa in una cornice lignea intagliata . In qualche punto sono evidenti tracce di restauro. Classificabile al Sec.XVI. E’ lavoro di un ritardatario, che ripensa esemplari, forme e colori dei Senesi del Quattrocento nonché dei Marchigiani seguaci dell’arte di Carlo Crivelli. Reca nella parte inferiore la seguente data : 1542.
Sembra, a parere di molti, che l’attuale sia la riproduzione di un quadro sottostante, che dovrebbe essere quello portato dalla Contrada Fara.
Nei secoli passati grandissima era la devozione al Santuario con concorso specie nel giorno della Festa, 18 di agosto, di moltissimi forestieri. Se l’affluenz subì una diminuzione, questa fu dovuta al poco decoro in cui all’epoca delle leggi soppressive al 1944, il Santuario fu tenuto. Ora che la Chiesa ha riacquistato il suo antico splendore esterno, anche la devozione dei paesi limitrofi si va ridestando ed è bello lo spettacolo piuttosto folkloristico che ci si mostra il giorno della festa in cui tutta la vallata sottostante echeggia di canti di pellegrini ; segno di pietà rifiorita e di devozione inesausta alla Madonna del Monte.
NB. Contrada Fara è l’attuale Contrada detta Katanga in località Piano d’Orta, anticamente era chiamata FARA AMBRILIAE di chiara origine Longobarda. Non esistono attualmente toponimi in questa zona o ruderi che possano far risalire alla presenza di una Chiesa o cappella, le sole testimonianze sono quelle presenti nel Chronicon Casauriense col.890 in riferimento all’anno 1136, leggiamo : Faram de Ambriliae, Ecclesiam S. Mariae de Pesele… ed ancora… anno 1301 ecclesia S. Marie de fare cum Parochia sua… Potrebbe essere la Chiesa da cui è stato asportato il quadro ? …non lo sappiamo, era comunque intitolata a S. Maria.
ALTRE NOTIZIE
Su di una pietra del campanile della Chiesa vi è incisa la data 1760 ( forse indicante l’anno di un restauro)
In un documento datato 1782 dell’archivio del Comune di Bolognano si rileva che “Unitas, et Camerariius Bononiani” autorizza “ Franciscum Campagna Priorem Venerabily Conventus Tertij ordiny Sancti Francisci Sancte Marie de Monte Ns Terre Bononiani” a dire messe ed a chiedere elemosina durante il periodo Pasquale. Firmato dal Camerarius Joseph Jannucci .
All’interno della Chiesa troviamo un quadro “ Madonna con Bambino e Santi” del 1869 – olio su tela , 160 x 107 cm. del pittore Francesco Maria De Benedictis nato a Guardiagrele (CH) nel 1800 e deceduto nel 1872.
Delibera Consiglio Comunale del 15.02.1874 : Viene nominato il Maestro Rurale da stabilirsi nel Convento di Santa Maria del Monte “Padre Luigi De Rubeis” per lo stipendio annuo di Lire 212,50.
Durante un restauro del tetto della Chiesa avvenuto intorno al 1970, fu trovata, al disotto del manto di copertura una LUCERNA aventi le medesime caratteristiche di quelle Bizantine che si possono ammirare nel Museo di Crecchio (CH).
Da una delibera comunale del 1922 sappiamo che il Comune stanziò la somma di Lire 20.000 circa per riparare i danni causati alla Chiesa dal terremoto del 1915.
Fonte: Piano d’Orta – re123 (2008)
INFO:
Bolognano (Mappa di Google)