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Alessandro Volta e i Sordomuti: la lettera di Volta al Prof. Luigi Brugnatelli sull’applicazione dell’elettricità ai Sordi dalla nascita (Newsletter della Storia dei Sordi n. 426 del 14 febbraio 2008)
La lettera del Professore Volta al Professore Luigi Brugnatelli sopra l’applicazione dell’elettricità ai Sordomuti dalla nascita.
“””Vi scrissi già, che le tante detagliate relazioni di sordi muti, a cui è stato dato l’udito coll’applicazione del mio apparato elettro-motore, singolarmente a Tever (Città della Vestfalia, e Capitale del Teverland, ch’è Signoria appartenente allo Zar di Moscovia) [1] per opera, e col metodo giudiziosamente immaginato di un certo SPRENGER, erano più che sufficienti a mostrare anche ai più increduli, che la cosa non è sprezzabile, e che merita almeno, che si provi da altri. Ho voluto dunque ancor io accingermi a tali prove, sebbene nodrissi più dubbj, che speranze; e già da giorni 15, adopero un metodo simile a quello di SPRENGER sopra una giovinetta sorda dalla nascita, dell’età di circa 15. anni, che trovasi quì a Como in un Conservatorio di povere zitelle.
Non posso dire di aver avuto finora un gran successo; ma però non può negarsi, che la paziente ha acquistato il senso dell’udito a segno di marcare varj suoni anche non molto forti, e in distanza di alcuni piedi. Si cominciò ad accorgersi, che sentiva qualche cosa al principio del terzo giorno, cioè dopo aver la giovane subito da 8. a 9. operazioni della durata ciascuna di 10. minuti a cadaun orecchio, in cui si fan succedere le scosse ad ogni minuto secondo. In tutti i consecutivi giorni si osservarono de’ progressi, ma piccioli. È curioso, che i suoni ottusi e cupi sono quelli ch’ella sente meglio, ei primi che ha potuti sentire, quali sono il battere sopra una scatola di legno vuota, o delle mani fra loro (cosa osservata anche nelle sperienze fatte a Tever, e riferita nella descrizione delle medesime) da alcuni giorni sente anche gli altri suoni, di varj stromenti cioè di Musica, di un campanello, ecc.
e la voce umana; ma come pare molto oscuramente, confondendo spesso un suono coll’altro. Io continuerò per altri 15. giorni ad elettrizzare l’uno e l’altro orecchio coll’istesso metodo, cioè coll’applicare alternativamente l’estremità di un filo metallico, che forma un bottoncino e che procede dall’estremità positiva dell’apparato per un minuto al tragus, per due al meato esterno, e per un altro minuto dietro l’orecchio interno al processo gastrocnemio, e portandovi frequenti scosse mediante il toccamento ad ogni minuto secondo dell’altra estremità negativa con un cannone metallico impugnato dalla mano umida sinistra quando si opera sull’orecchio dritto, e viceversa; e ciò quattro volte almeno per giorno. Continuerò, dico, fino a compiere un mese di prove, che è il tempo più lungo impiegato da SPRENGER alla guarigione dei sordi più difficili, dubito però molto di riuscire così bene come vien pubblicato da più parti ch’egli sia riuscito in più di 40. casi, ed altri pure in varj altri casi. Dubito, che la mia paziente possa giungere a ben distinguere le voci articolate. Ella ha sicuramente acquistato qualche cosa: non sentiva punto i suoni più forti da nessuno degli orecchj, or sente i discretamente forti singolarmente dall’orecchio dritto; ma siamo ben lontani da quella finezza di udito, che si ricerca per ben sentire la voce umana poco alzata, e distinguere l’articolazione delle parole, come si richiede per imparar a parlare: che se anche potessimo giungere fino a questa finezza, e perfezione di udito, chi sa se e quanto durerà, giacchè siamo informati dalle stesse relazioni delle prodigiose cure successe in Germania, che parecchi sono ricaduti quasi nella primiera sordità dopo qualche tempo; non tutti però: ma degli altri non sappiamo ancora se molti, o pochi, o qualcuno dei già sordi muti, abbia poi imparato a parlare; giacchè dopo il mese di Giugno non ho più relazione come siano andate le cose, e fino allora non potevano ancora i guariti aver appreso il linguaggio. Mi si dice, che anche a Parigi nell’Instituto de’ Sordi e Muti si siano intraprese da qualche tempo le sperienze; ma non so con qual metodo, nè con qual esito. Ne sapete voi qualche cosa? In Germania, ove si son fatti i tentativi in tanti luoghi, e da tanti, ed ove si son pubblicate tante relazioni, ed opere stimabili intorno all’applicazione del Galvanismo, o come aman meglio di chiamarla elettricità metallica, si decantano varie altre guarigioni di debilità di vista; e fin di gotta serena, di membri paralizzati, ec.; ma ciò che è curioso è che alcuni oltre l’udito hanno acquistato anche il senso dell’odorato, di cui erano affatto privi; e ciò col solo elettrizzare gli orecchj col metodo indicato. Non è però maraviglia, giacchè quasi tutte le parti interne della testa si risenrente elettrica, ed anche molte delle parti esterne, come si vede dal convellersi in tutte le scosse che si danno all’orecchio i muscoli temporali, e i zigomatici.
Come già dissi non ho molta speranza di riuscire perfettamente colla ragazza sorda, su cui sto ora sperimentando. Spero molto dippiù da un altro sordo muto, che sente pur qualche poco i suoni forti, e che fra poco assoggetterò alle prove.”””
1802 (dopo il Giugno). [1]
STAMPATE.
Br. Ann. T. XXI (1802) pg. 100.
Ant. Coll. T. II. P. II. pg. 283.
MANOSCRITTE.
Cart. Volt.: F 70; J 72
OSSERVAZIONI.
TITOLO:
DATA: [1] Risulta dal testo della lettera.
F 70 è una lettera autografa di Jean Senebier intorno all’applicazione della Pila ai sordi.
La lettera porta la data: Genève 17 Messidor An 10 (6 Luglio 1802).
In J 72 il V. riporta un brano di un libro del Wolke sopra l’applicazione dell’elettricità ai sordi, nel quale si insiste sulla terminologia tecnica caldeggiata dal V. stesso. Per ordine di tempo e di argomento dovrebbe seguire la lettera al Sig. Canonico Don Angelo Bellani in data « Como, 2 Gennaio 1804 » pubblicata in
Mont. pg. 49; che si rimanda all’Epistolario.
Nella classe Efot. (fotografie lettere del V.) vi è fotografia di una lettera del V. in data 2 settembre 1803, spedita alla direzione dell’Ospedale di Como ed accompagnante l’invio di un esemplare di pila per cure elettriche.
Fonte: Echo Projet
Pubblicata nell’edizione nazionale delle Opere vol. II pp.179-183 – Copyright: per concessione dell’Istituto Lombardo di Scienze e Lettere Milano (nota 6.2.08).
INFO:
European Cultural Heritage Online ECHO
A cura di Franco Zatini – nw426
Newsletter della Storia dei Sordi n. 426 del 14 febbraio 2008