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Santuario di Maria SS. degli Angeli in Cicciano (Napoli)
Il Santuario di Maria SS. degli Angeli in Cicciano (Napoli). A Nord ovest di Cicciano nella provincia di Napoli, e precisamente sulla destra della Regia via che mena a Caserta, quasi ai piedi del Monte Fellino, un chilometro lontano dall’abitato, trovasi un Tempio dedicato all’Augusta Regina degli Angeli, per avervi gli antichi Ciccianesi e Camposanesi rinvenuta una cara immagine della « Gran donna Maria 1446 » che salutarono con tale titolo, avendo l’immagine alla parte di sopra, a destra e a sinistra, tre testoline di Angeli.
Alle spalle del tempietto si erge Monte Fellino, che per lo passato, fu celebre per la lotta tra le legioni romane e i Cartaginesi, la cui battaglia si svolse presso Noia, ed ebbe il riepilogo di definitiva vittoria preso il Monte suddetto. I legionari romani, scesi dalla valle opposta al Monte Fellino, presero, alle spalle l’esercito invasore, il quale circondato ed incalzato da sud dai Nolani, da nord dai legionari di Marcello, fu sconfitto, e dovette ritirarsi presso Capua. La via ove scese il condottiero romano, anche ora è chiamata « Via Claudio Marcello ».
Il detto monte fu anche sacro per avervi, S. Guglielmo Abate, costruita una chiesa dedicata alla Vergine Santa, detta « S. Maria in Fellino » con un ospizio ove i frati potessero sostare nel tragitto che facevano tra il monastero di Monte Cassino e quello di Montevergine.
Dopo la morte di S. Guglielmo, l’ospizio passò sotto la giurisdizione di Montecassino e vi rimase per più secoli. Nel 1653 fu abbandonato per avere il Comune di Roccarainola trasportato in detto luogo i colpiti dalla peste che infuriava su tutta la zona del Nolano. Rimasto per quasi due secoli senza monaci, nel 1894 fu ricostruita la chiesa a spesa dell’avvocato Francesco Siciliano da Camposano ed aperto al culto nel 1900.
Alla destra e alla sinistra della chiesetta della Regina degli Angioli, sorgono due fabbricati di due piani, che, insieme col tempio, sono sotto la cura della congrega di Carità, la quale vi nomina un rettore ed un eremita per la cura del servizio religioso nella chiesa.
La tradizione che è storia vivente, che da generazione in generazione tramanda ai posteri i fatti successi essa così rievoca il grandioso e prezioso avvenimento. (Così ancora l’arciprete Ravelli, parroco di Cicciano dal 1814 al 1857 uomo di santa vira raccontava): Lo scoprimento del miracoloso quadro della Vergine degli Angeli avvenne per opera divina. Il fondo confinante col detto Santuario era circondato da una folta siepe di spine e di betulle, come ora è circondato da un muro di cinta. Il colono del fondo, che era un cittadino di Camposano, (questa è la ragione per cui i Camposanesi gareggiano coi Ciccianesi nell’onorare sia nell’ottava di Pasqua, che nel corso dell’anno questa Celeste Regina) un bel giorno, arando la terra con due giovenchi novelli, questi, giunti presso la siepe dove si trovava sotterrato il quadro, sostarono, e sebbene sferzati a sangue, s’inginocchiarono e non vollero rialzarsi. Il buon uomo, timorato di Dio, capì che qualche cosa di miracoloso dovesse trovarsi nel folto della siepe. Lasciò i buoi proni alla divina adorazione e corse a darne nuova ai suoi concittadini ed a quelli di Cicciano. La notizia si sparse rapidamente e tutto il popolo, accorse per osservare la posizione dei giovenchi, e così venire alla decisione di abbattere il cespuglio e fare degli scavi. Infatti, molte persone si misero all’opera recitando il divino rosario. Iddio premiò le loro fatiche. Ad un metro al disotto del cespuglio, si presentò un muro con una nicchia ed in questa l’immagine di Maria Santissima seduta sulle nuvole, in atto di allattare il divino bambino Gesù, posato sulle sue ginocchia, con tre testoline di serafini a destra e a sinistra del suo capo, che la contemplano e la salutano loro Regina. Come si osserva, il miracoloso quadro è una antica pittura sull’affresco.
L’epoca precisa della costruzione del Tempio s’ignora, come pure, non furono registrate le prime grazie che sebbene strepitose, la Regina degli Angeli largì in questa devota contrada.
Nella chiesa attualmente si trova un solo altare di magnifico marmo, che con rescritto della Sacra Congregazione delle Indulgenze del dì nove febbraio 1852, fu dichiarato Privilegiato quotidiano in perpetuo per tutte le messe che ivi sono celebrate per i fedeli defunti. Al di sopra, del detto altare, vi è il trono colla bella, pregevole e miracolosa antica pittura della Madonna degli Angeli, arricchita di doni ed offerte che sorride ai suoi devoti. Nel Tempio, ed a destra di chi entra, e collocata una lapide con epigrafe latina, la quale ricorda ai cittadini di Cicciano e paesi circonvicini la protezione della Vergine in tempi calamitosi, e la cura sollecitudine del Commendatore Don Girolamo Branciforti per la Chiesa, ed è la seguente:
Templum hoc sacellum olim paene dirutum
Deiparae angelorum reginae
Quod Ejus opem aegri sensere quam plurimi
Annb domini M. D. CLVI
Grassante populari lue grati animi monumentum
Fr. D. Hyeronymus Branciforti Commendatorius
Qua proprio aere qua priorum stipe
Erexit dicavit
Additisque Santorum Acliae ac Stephani aris
Exornavit
Anno urae salutis M. D. CLXI
A sinistra del Tempio si osserva una bellissima immagine dell’Arcangelo San Michele dipinto a fresco del Muzzillo rinomato pittore Nolano. Ed è proprio in quel luogo che fu ritrovata la immagine di Maria Santissima degli Angeli.
I popoli di Cicciano, di Camposano e paesi vicini, hanno una entusiastica devozione per l’Augusta Sovrana degli Angeli. La loro fede verso una si grande Signora è tale, da essere convinti che nessuna grazia o favore si può conseguire dal cielo, nessun pericolo evitare senza l’intervento della Madonna degli Angeli, loro speciale liberatrice.
La Regina degli Angeli ha sempre guardato i Ciccianesi come il suo popolo prediletto, e li ha sempre salvati da disgrazie e calamità : era l’anno 1656 il flagello della peste faceva stragi anche in Cicciano; i suoi abitanti, dall’aspetto di morta pallore, invocarono, nel Tempio a lei dedicato, la Madonna degli Angeli, e tosto si risanò l’aria avvelenata che tornò a spirar fresca ed odorosa e il pestilenziale morbo venne fugato per incanto.
Anche qui, la tradizione ci tramanda come la SS. Vergine volle dimostrare con un miracolo evidente la sua grande protezione verso i suoi cari figli. Un pio sacerdote, Don Giovanni Miele, che per molti anni servì come cappellano zelante la SS. Vergine raccontava: Anche a me, la felice memoria dell’Arciprete Ravelli, tra tanti miracoli che la Madonna degli Angeli elargiva a prò dei suoi devoti vi fu questo. Mentre la falce pestilenziale della morte mieteva le vite umane, sovente un pastorello sordomuto, che conduceva al pascolo il suo piccolo gregge per la campagna, si recava presso il Tempietto della Madonna per salutarla, se non con la lingua, col cuore. Un bel giorno la Regina degli Angeli gli comparve in forma di bellissima Signora, e accarezzandolo gli disse : va subito al paese dal Signor Commendatore e digli che la SS. Vergine degli Angeli da questo momento ha allontanato il flagello della peste da Cicciano e dai paesi vicini, e ciò racconterai ancora a tutti quelli che incontrerai. Il miracoloso evento, accrebbe la fiducia verso sì grande Signora, e tutti i Ciccianesi la salutarono per loro speciale patrona, e giurarono di onorarla ogni anno nell’ottava di Pasqua, con pompa solenne, e con processione di penitenza nella prima domenica di agosto che per concessione poi del Vescovo Renzullo, fu rimandata al quindici agosto, giorno sacro e solenne alla madre del Signore.
L’illustre cittadino, Commendatore Don Girolamo Branciforti, allora Governatore di Cicciano, s’impegnò perché la chiesa si fosse allargata, e vi aggiunse altri due altarini in onore dei SS. Stefano ed Elia. Nei tempi a noi più vicini, questi altarini furono abbattuti, perché la chiesa non solo fu ampliata, ma ancora rialzata, anche per custodirla dalle acque del torrente che scorre poco lungi. I lavori furono eseguiti in cinque anni (1869-74) dall’Ing. Don Francesco Maietta amministratore e Presidente della Congrega di Carità del luogo.
Nessun devoto dell’Augusta Sovrana degli Angeli, colto da qualche accidente, ha invocato invano il suo bel nome. Tutti sono stati sollevati dalle miserie e dalle infermità onde erano oppressi. Basta entrare nel suo Tempio, osservare i doni di ogni genere ed anche preziosi a Lei fatti, per comprendere quanti e quanti infermi, sebbene abbandonati dai medici, per l’intercessione dell’Augusta Signora, ottennero la sospirata guarigione. Che cosa, infatti, vuoi dire quel concorso sempre crescente di devoti, che fiduciosi si portano al suo Tempio? esso prova che non si fa inutilmente ricorso alla sua potenza; che dai suoi piedi nessuno si parte senza aver ottenuto la grazia che domanda, e che solo la nega, se Maria sa non essere di giovamento alla eterna salute, però fa, che si torni sempre a casa con la calma nel cuore e rassegnato.
Nell’ultima invasione francese 1799, passando le schiere dei soldati Napoleonici lungo la via di Cicciano Cancello, avvenne che un soldato stanco dal cammino restò sulla via. Alcuni pastori discesi dalle montagne di Cancello, avidi dell’oro che questi portava, a colpi di scure uccisero quell’infelice soldato presso il ponte dell’occhio. (Il ponte dell’occhio trovasi alle spalle del Tempio ad occidente ed a poca distanza). Il Generale francese, credendo che il reato fosse stato commesso dai Ciccianesi, ordinò la distruzione del paese. Era allora in Cicciano un illustre cittadino, a nome Gaetano Ravelli, nato nel 1778 da Pasquale e da Anna Napoli, e morto nel 1863, di nobile casato, che aveva sempre goduto grande autorità e prestigio nel mandamento per onorevoli Uffici Ecclesiastici e politici ottenuti e che solo da pochi anni si è estinto coll’ultimo rampollo Pasqualino devoto assai della Madonna degli Angeli; Gaetano, dopo aver pregato con fervore la Vergine SS., si presentò al Generale, e siccome conosceva l’idioma francese, la Regina degli Angeli gli suggerì tali ragioni da dimostrare, che il reato, non era stato commesso dai Ciccianesi, e così la sua Patria fu salva.
In una brutta notte del 1863 ladri sacrileghi ed assassini, spogliarono la chiesa e gettarono l’eremita, Antonio di Maddaloni, colla testa giù nel pozzo che trovasi nell’atrio della chiesa. Fatto giorno, il sacerdote Don Luca De Luca, passando per quella contrada, intese dei gemiti provenienti dal fondo del pozzo. Corse, ed accortosi che era l’eremita Antonio, richiamò molte persone ed anche la giustizia, e subito lo fecero estrarre dalle acque. L’infelice riavutosi narrò com’era stato gettato nel pozzo, e che era vicino per essere soffocato dalle acque; ma invocato appena la Madonna degli Angeli, che egli da più anni serviva fedelmente, sì vide alle spalle una Signora di bianco vestita, che lo salvò dal pericolo facendo comparire tre pietre, su una delle quali, egli sedette, e sulle altre poggiò i piedi, erasi trattenuto con lui fino al momento della liberazione.
Nel 1868 il Tempio fu rubato un’altra volta, ma questa volta i ladri furono scoperti e consegnati alla giustizia. Erano alcuni ceffi del Comune di Camposano.
Al Tempio della Regina degli Angeli accorrono ogni giorno persone di ogni età, paese e condizioni ad implorare grazie ed a sciogliere voti. I Ciccianesi due volte all’anno, come si è detto di sopra, nell’ottava di Pasqua ed il quindici agosto festeggiano con sontuoso rito e con viva fede la loro liberatrice. Le feste però, nell’anno 1891, nell’ottava di Pasqua, furono splendidissime. S. E. Reverendissima Agnello Renzullo, Vescovo di Nola, vi tenne i solenni Pontificali e dopo, ben quattro volte, amministrò il Sacramento della Cresima a gran numero, di persone di ogni ceto, venuti anche da lontani paesi. L’infaticabile prelato, per condiscendenza del clero, nobili ed autorità, che l’accolsero con le più vive dimostrazioni di affetto, essendo la prima volta che egli visitava le sue pecorelle, passò una giornata nelle stanze che sono alla destra del Tempio. Egli rimase commosso nell’ammirare la gran moltitudine che da ogni parte accorreva al Tempio, e la tranquillità con cui le cose si succedevano. Nel licenziarsi dai suoi figli, dopo impartita la solenne benedizione, disse sorridendo: Invierò un ricordo a questa chiesa. Il Santo prelato mantenne la promessa, ed un dono prezioso arrivò. Con decreto del 30 luglio 1891 concesse 40 giorni di indulgenza da lucrarsi una volta al giorno, a quelli che innanzi all’immagine della Madonna degli Angeli recitavano 12 ave.
Più solenni e lussuose furono le feste del 12 aprile dell’anno 1915. Si formò allora una Commissione con a capo il sindaco Magnotti Luigi; il Presidente della Congrega di Carità, sacerdote Nucci Francesco ; il promotore della festa Napolitano Pasquale ed altre zelanti persone, affinchè la miracolosa immagine della Regina degli Angeli venisse dal Capitolo Vaticano Incoronata. La Madonna gradì questo singolare affetto dei suoi figli affermandolo con uno strepitoso miracolo di guarigione nella persona di un cittadino di Castel-Vetere sul Calore della Provincia di Avellino, a nome Giovanni Prizio, padre di numerosa prole, uomo tra i 65 anni, ammalato di polmonite, il quale ridotto agli estremi e licenziato dal medico, non che confortato dai SS. Sacramenti aspettava serenamente la morte. La moglie, ed i familiari intorno al suo letto lo piangevano. La notte del 4 aprile, la SS. Vergine comparve in lucidissima visione all’ammalato e così parlò: Giovanni io sono la Regina degli Angeli, voglio che sii sano e perfettamente guarito; il male non è più in te, ritornerà nella tua casa la pace, se verrai a ringraziarmi. L’infermo nel destarsi vide a fianco uno zelante sacerdote che recitava le preci di rito e la desolata famiglia che piangeva. Con chiara voce disse loro : siate tranquilli, io sono, per grazia di Dio e per intercessione di Maria SS. degli Angeli perfettamente guarito, e raccontò la Celeste visione. Non sapendo ove si venerasse la Madonna degli Angeli scrisse a varie diocesi limitrofi. La Reverendissima Curia di Nola rispose che presso Cicciano trovavasi il Tempio dedicato alla Regina degli Angeli. La nuova del miracolo venne comunicata alle autorità ecclesiastiche di Cicciano, che la diffusero tra il popolo, ed in un baleno si sparse anche tra i paesi vicini. Tutti aspettavano il 12 aprile festa solenne dell’incoronazione della Regina degli Angeli, l’uomo redivivo. Non potendo intervenire in quel fausto avvenimento, perché trovavasi in convalescenza sciolse il voto il 2 maggio in devoto pellegrinaggio insieme al Parroco e tutti i familiari. Egli si trattenne tre giorni al Santuario per dare sfogo agli affetti dell’anima sua verso sì grande Signora. Anche in quel giorno vi fu una seconda festa. Accorsero da ogni parte al Santuario, gente di ogni condizione per assistere alle sacre funzioni che si svolsero in ringraziamento della ricevuta guarigione ; ed anche per conoscere da vicino il fortunato figlio di Maria, e tributargli sensi di stima, di riconoscenza e di cortesia.
Queste poche notizie circa lo scoprimento prodigioso del quadro e la devozione verso la Madonna degli Angeli, delle quali i Ciccianesi a ben ragione vanno gloriosi ed alteri, valgano a ripristinare nell’anima di chi legge la grande fede che meritatamente sì grande Signora, ebbe nel passato e a convincere tutti che soltanto nella fede sono le fonti della felicità umana.
Fonte: ciccianoonline.it – re120
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Santuario di Maria SS. degli Angeli
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