Iscriviti: Feed RSS
cerca nel sito
1994 La storia della scuola di Cossato
La scuola che insegna a vedere le voci. La lingua dei segni insegnata a tutti i bambini di Enrico De Maria
Sì, io vedo voci». Martina ha quasi 13 anni e da dieci frequenta il corso sperimentale di bilinguismo a Cossato, nel Biellese. «E’ vero parlo la Lis. Ma da noi “bilingue“ significa conoscere bene la Lingua dei Segni Italiana. E’ divertente e serve anche nei momenti di tensione o in quelli di privacy. Magari qualche compagno non vuole far sentire agli “udenti” quello che dice. Ed ecco che ci scateniamo con le mani. Gli altri sono tagliati fuori, per noi diventa utilissimo. Anche con i professori che non sanno, poveretti. Un gioco straordinario».
Il gioco di Cossato (Biella) nasce nel ‘94, quando un piccolo gruppo di famiglie si rivolge al direttore della scuola materna Centro e gli propone di istituire una classe che abbia anche bambini sordi, i loro quattro figli. Il direttore accetta con entusiasmo, anche se sa che potrebbe trattarsi di un salto nel buio, perché lo Stato non riconosce ancora oggi questi corsi. Viene contattato un interprete della lingua italiana dei segni e un educatore sordo, Daniele Chiri.
Iscrizioni da tutt’Italia
L’esperienza funziona. E’ tale il successo della sperimentazione alla materna che, quando i bambini passano alle elementari e quindi alle Medie, molti compagni udenti li seguono e continuano con la Lis. L’esperimento diventa talmente famoso che da tutt’Italia (persino da Roma, da Napoli e dalla Sicilia) arrivano le iscrizioni di altri bambini sordi.
Anna Clarke, origine americana, ma trapianta a Roma, è una delle mamme che è venuta ad abitare a Cossato. Dice: «Per mio figlio non potevo trovare una soluzione migliore, l’esperienza di Cossato dovrebbe essere presa ad esempio in tutt’Italia». «Viviamo felici, non ci sentiamo diversi – dice Martina – perché siamo in classe con ragazzi udenti che parlano con noi». Un tempo, i bambini sordi che nascevano in Piemonte venivano mandati in un istituto torinese dove entravano in contatto solo con altri sordi: la strada dell’integrazione intrapresa a Cossato, abbinata alla logopedia e alle protesi, ha consentito ai ragazzi di avere una vita non ghettizzata.
Martina è felice
Oggi Martina è felice. Sua sorella di 11 anni, Francesca, pur essendo udente, è stata iscritta nella stessa scuola. Le due sorelle non si sono così separate. «Ci parliamo sia con la Lis e sia normalmente. La lingua dei segni mi ha anche dato la possibilità di sviluppare quel residuo di udito che avevo ancora, altrimenti l’avrei perso: vedere le voci funziona», commenta la ragazza. Ma ora il problema è il riconoscimento della Lis come lingua a tutti gli effetti: ciò consentirebbe a scuole come quella di Cossato di proliferare e di attingere a finanziamenti pubblici. Luisella Curtolo, mamma di un ragazzino sordo e presidente dell’associazione Vedo Voci, spiega perchè questa esperienza andrebbe incoraggiata ed estesa: «Dai quattro bambini iniziali, nel ‘94, si è passati l’anno successivo a sette, e così via».
Un sogno e una speranza
«E’ cresciuto anche il numero degli interpreti, che adesso sono otto – prosegue Luisella Curtolo -. Fino alla scuola dell’obbligo, gli studenti sordi sono seguiti per tutte le ore di lezione dall’interprete, ma i cinque ragazzi che attualmente frequentano le superiori, a Biella, non hanno la possibilità di avere questa assistenza continua. L’interprete li può appoggiare solo parzialmente, perché questa assistenza costa e bisogna fare una scelta delle lezioni da coprire».
E qui si torna al tema centrale dell’integrazione: il riconoscimento ufficiale della Lis. Il ministro Ferrero ha dato più di una una speranza: la speranza, a questo punto, è che il sogno possa diventare realtà.
Autore: Enrico De Maria. Fonte: La Stampa (30.4.2007) – nw239
Fondazione della Cassa di Risparmio di Biella. Progetto LIS – Lingua dei segni italiana. In collaborazione con la Direzione Didattica di COSSATO
Il progetto di bilinguismo “Lingua Italiana – Lingua dei Segni Italiana (LIS)” è iniziato nella Scuola per l’Infanzia Statale di Cossato nel 1994/95.
L’obiettivo prioritario è sempre stato raggiungere l’integrazione dei bambini sordi nella scuola comune.
Il progetto nel 1997/98 è stato poi avviato anche nella Scuola Elementare di Cossato e dal 2002/03 nella scuola Media.
Dal settembre 2002 il progetto è gestito in rete dalla Direzione Didattica di Cossato e dalla Scuola Media “Leonardo da Vinci” di Cossato.
Nell’anno scolastico 2003/04 il progetto interessa 18 alunni sordi provenienti dal territorio biellese e dalle province confinanti; i loro genitori hanno deciso di iscrivere i propri figli a questa scuola, proprio per il tipo di servizio che nessuna altra struttura era in grado di offrire.
Motivazione pedagogiche del progetto
– i bambini frequentino insieme una scuola “normale” e che sia evitata l’istituzionalizzazione;
– i bambini acquisiscano al più presto la Lingua dei Segni Italiana (LIS) in un ambiente scolastico “normale” per garantire il massimo dell’integrazione, ma anche il massimo dell’apprendimento “curricolare”;
– i bambini siano supportati in modo continuativo da una figura veramente esperta in LIS per tutta la scuola di base per garantire il massimo della continuità;
– i bambini sordi apprendano precocemente e correttamente a leggere e a scrivere in lingua italiana tali obiettivi siano raggiunti evitando sprechi di risorse umane ed organizzative, ed eccessivi disagi per l’utenza.
Fonte: Fondazione Cassa di Risparmio Biella
PER SAPERE DI PIU’
Newsletter della Storia dei Sordi n.239 del 5 maggio 2007