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Sparanise: l’eccidio nazista del 22 ottobre 1943 nel racconto di un testimone (Newsletter della Storia dei Sordi n.341 del 20 ottobre 2007)
Sparanise: L’eccidio nazista del 22 ottobre 1943 nel racconto di un testimone. Anche quest’anno, il 22 ottobre, il corteo di politici, reduci e studenti delle scuole comunali, si recherà al cimitero per commemorare i 39 concittadini uccisi dall’odio nazista il 22 ottobre 1943.
Come tradizione, alle 9 , è fissato il raduno in Piazza Santa Caterina; alle 10 è prevista la Messa solenne nella Chiesa Madre. E poi, alle 11, i consueti discorsi commemorativi e alle 11.30 la deposizione della corona di alloro sul monumento ai caduti. Dopo 64 anni, però, il ricordo di quell’eccidio che ha dato al paese la Medaglia d’oro al valor civile, è ancora confuso. Perciò riportiamo la testimonianza dello scomparso Peppino Senese, che cerca di ricostruire quei tragici momenti.
Allora Senese aveva 16 anni e nell’eccidio perse il padre Antonio, il nonno Achille ed uno zio sordomuto, Gaetano. Il mattino del 23 settembre 1943 – ricorda- due giovani, Raffaele Cipullo e Carlo Police, si trovavano seduti sul ponte di via Fornace, presso la stazione, quando arrivò un tedesco, appoggiò un sacco tipo americano vicino ai due giovani ed andò alla stazione. Io mi trovavo a 200 metri di distanza, in un ricovero.
Nel tornare il tedesco trovò il sacco manomesso perché i due giovani avevano rubato una colazione (un quarto di pane e del salame), alcune sigarette, una pila per segnalazioni e un paio di scarpe. Questi particolari mi furono detti proprio dai due giovani arrivati al rifugio; anzi chiesi loro anche delle sigarette. Mentre stavamo parlando sentimmo degli spari e delle grida provenienti dal portone di Michele La Peruta, nei pressi del passaggio a livello: era il tedesco che sparava con un fucile a ripetizione, gridava e correva dietro a Vittorio Capezzuto che ritornava dall’orto di Michele La Peruta, dove aveva comprato dei peperoni. Il tedesco l’aveva visto con un sacchetto addosso e pensava fosse lui il ladro, mentre Capezzuto non sapeva niente e aveva paura di essere deportato.
Il tedesco inseguiva Capezzuto per un viottolo e sparava ma non lo colpiva. Capezzuto, arrivato nel suo terreno, si nascose con il sacco in una cisterna dove c’era poca acqua. Vicino alla casa di Capezzuto però abitava una famiglia sfollata di Napoli che vendeva tessuti; la moglie era tedesca e disse che un italiano aveva rubato dei documenti di guerra, ma non era vero, perché era stata rubata una colazione. Quei due che l’avevano rubata stavano con me ad assistere lo spettacolo dal ricovero. La gente, invece, si fece convincere dalle parole della tedesca.
Quasi un mese dopo, nella stessa zona, si erano nascosti in una partita di melanzane, i fratelli Vittorio e Giovanni La Peruta con Nicola Cinquegrana; due tedeschi passavano per la stessa strada percorsa dal tedesco il mese prima, per andare alla masseria Carotenuto dov’era il Comando tedesco. Per gioco, Nicola Cinquegrana sparò ai tedeschi e ne ferì uno sul braccio. Allora, dopo essere stati soccorsi dalla tedesca, i due tornarono al comando, dissero del ferimento e alle 16, i tedeschi rastrellarono Sparanise da Monte Frappera (nel Comune di Francolise) fino all’attuale Bar Rinascente. Le prime sei persone che trovarono nella zona di Monte Frappera furono portate al comando nella masseria Carotenuto: qui gli fu imposto di scavarsi i fossi, poi furono sparate e abbandonate. Altre 39 persone, rastrellate lungo via Vittime, invece, furono fucilate su un terreno presso l’Istituto Padre Semeria. Tra queste c’erano Fatino Raffaele (3 anni), Maria Troise (9 anni), Antonio D’Attile (15 anni), Giuseppe Police (16 anni), due sorelle di 18 anni (Orsola e Vincenza Natale) ed una bambina di 9 mesi, Teresa Capezzuto che, trovata miracolosamente illesa, fu adottata dalle suore della Sacra Famiglia. Tra il 23 settembre, giorno in cui fu rubata la colazione ed il 22 ottobre, giorno del ferimento, quindi, trascorre un mese. Quindi l’eccidio non ci sarebbe stato senza di questo. Eppure, concludeva Senese, ancora oggi c’è chi crede che i due episodi siano avvenuti nello stesso giorno. (Pubblicato da redazione uno il 20 Ottobre 2007 Fonte Caserta 24Ore) – nw341
INFO:
Istituto Campano per la storia della Resistenza
Newsletter della Storia dei Sordi n.341 del 20 ottobre 2007