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Le lingue dei segni. Storia e semiotica

Le lingue dei segni sono le forme di comunicazione visivo-gestuali delle comunità sorde.
Oggi gli studiosi di linguistica le considerano l’unica forma di comunicazione, accanto alle lingue vocali, a cui è possibile attribuire lo statuto di lingua a tutti gli effetti. Dunque, l’unica altra manifestazione della capacità umana di sviluppare un sistema comunicativo potente, complesso e pervasivo, in grado di accompagnarci in tutte le attività della vita quotidiana, così come di dare una forma al nostro pensiero.
Come tutte le lingue, anche quelle segnate si possono studiare in relazione ai tratti distintivi e universali del linguaggio umano, ma anche in rapporto ai caratteri storici e alle caratteristiche socioculturali delle comunità che le utilizzano. Questo libro ricostruisce entrambi gli aspetti, basandosi sulle ricerche compiute in campo internazionale e nazionale dai principali studiosi e dagli stessi autori.

Tommaso Russo Cardona svolge la sua attività didattica e di ricerca nel Dipartimento di Filosofia dell’Università della Calabria e in collaborazione con l’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del CNR.

Virginia Volterra è dirigente di ricerca CNR presso l’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione.

Le lingue dei segni. Storia e semiotica
di Tommaso Russo Cardona e Virginia Volterra
Roma, 2007, Carocci Editore, pp. 160.

Nelle migliori librere oppure scrivere via email alla casa editrice Carocci di Roma.
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Le mani parlano e non è facile starle a sentire: Parlarono quelle di Pietro Sraffa, economista napoletano, che con un gesto tutto italiano illuminò il filosofo Ludwig Wittgenstein. Storie e differenze degli idiomi usati dai sordi per parlare. (Fonte Il sole 24 ore 19 settembre 2007)


 

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