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Pendola Tommaso, Educatore, ecclesiastico (Newsletter della Storia dei Sordi n. 272 del 20 giugno 2007)
TOMMASO PENDOLA (1800-1883). Tratto da “Senesi da ricordare” di Marco Falorni. Educatore, ecclesiastico. N. Genova, 22/6/1800 – m. Siena, 12/2/1883
La grande e meritoria attività svolta a Siena durante la vita, e soprattutto la monumentale istituzione che porta il suo nome e che gli e sopravvissuta, valgono ampiamente a Tommaso Pendola di essere menzionato in questa rassegna.
Il Nostro intraprese la camera ecclesiastica a soli 16 anni, entrando a Firenze tra gli Scolopi, dove compì gli studi, approfondendo particolarmente quelli di Teologia, Filosofia, Matematica, e soprattutto di Astronomia. A partire dal 1821 fu a Siena, come Professore di Matematica e Filosofia presso il Collegio Tolomei.
Nel 1828 fondò in Siena un istituto per sordomuti che, originariamente, aveva il nome di Istituto Reale Toscano per Sordomuti. Nel 1831, grazie anche all’aiuto finanziario del Granduca Leopoldo II, l’istituto fu elevato alla dignità di Convitto.
Il Pendola dedicò ogni energia allo sviluppo del suo istituto, anche dopo essere diventato Padre Provinciale degli Scolopi, ed esso acquisi presto notevole fama a livello nazionale. Frattanto, a partire dal 1830, il Pendola aveva preso ad insegnare con passione Filosofia Razionale e Morale presso la Università di Siena, diventando presto uno dei più insigni docenti di quell’Ateneo.
Nel 1861 divenne anche Ordinario di Filosofia del Diritto, e fu addirittura proclamato Rettore Magnifico della Università senese, carica che mantenne fino al 1865, quando rinuncio spontaneamente.
Tornando alla sua attività di educatore dei sordomuti, notiamo che egli, dal 1871, diffuse il metodo orale del Padre Balestra di Como, e, nel 1873, organizzò un congresso e fondo il giornale «L’educazione dei sordomuti».
Il Pendola ha lasciato vari scritti di pregio, a carattere religiose, filosofico, pedagogico e didattico. Anche dopo la sua morte, l’istituto Pendola ha continuato a svolgere la sua opera meritoria per circa un secolo. In tempi recentissimi, le amministrazioni locali hanno incredibilmente deciso di sopprimerlo, con buona pace dei poveri sordomuti e delle loro famiglie, che da tutta Italia vi si rivolgevano, sicuri di trovarvi conforto e competente assistenza.
Varie forze sociali si stanno adoperando per promuovere la ripresa dell’attività dell’Istituto Pendola. Chi scrive non può che augurarsi che esse abbiano successo, sicuro che riaprire il «Pendola» significherebbe soltanto ridare a Siena una piissima istituzione, motivo di vanto e di grande lustro per tutta la città.
Fonte: Il Palio.Siena.it
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Newsletter della Storia dei Sordi n. 272 del 20 giugno 2007