Iscriviti: Feed RSS
cerca nel sito
Documento ufficiale del 3° Convegno sulla Lingua dei Segni Italiana (Newsletter della Storia dei Sordi n.201 del 12 marzo 2007)
Ecco il testo della mozione ufficiale approvata dal Convegno Nazionale sulla Lingua dei Segni Italiana sul tema generale “Dall’invisibile al visibile” svoltosi a Verona nei giorni 9-11 marzo 2007.
9-10-11 MARZO 1997
Terzo Convegno sulla Lingua dei Segni Italiana “Dall’invisibile al visibile”
Ente Nazionale Sordi
Associazione Progetti Felicità
CONFEMILI – Comitato Nazionale Federativo per le minoranze linguistiche d’Italia
CNR – Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione
Lega del Filo d’Oro
Università degli Studi di Verona
Mason Perkins Deafness Fund
Istituto Statale per Sordi di Roma
ANIOS – Associazione Interpreti di Lingua dei Segni Italiana
Università Ca Foscari Venezia
Università degli Studi 3 – Facoltà di Scienze della Formazione
Robert Wirth Fund
Gallaudet University – Washington
Wordl Federation of the Deaf
Presentano la seguente M O Z I O N E
Premesso che
– la lingua ufficiale della Repubblica è l’italiano;
– ai sensi dell’art.3 della Costituzione “Tutti i cittadini pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di LINGUA, di religione, di opinione politiche, di condizioni personali e sociali;
– la Repubblica valorizza il patrimonio linguistico e culturale della lingua italiana ed ai sensi dell’art.6 della Costituzione tutela con apposite norme le minoranze linguistiche;
Considerato che
– in Italia vi sono 42.000 cittadini sordi che a causa della loro disabilità hanno difficoltà di comunicazione;
– le persone sorde traggono giovamento nella comunicazione ed un miglioramento della qualità della loro vita attraverso l’uso della Lingua dei Segni;
– in Italia giacciono in Parlamento ben 9 proposte di legge presentate da quasi tutte le forze politiche di maggioranza ed opposizione sul riconoscimento della Lingua dei Segni;
– vi sono risoluzioni del Parlamento europeo (da ultimo quella del novembre 1998) che chiedono gli Stati membri il riconoscimento delle Lingue dei Segni nei rispettivi Paesi;
– la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità che sarà ratificata dall’Italia il 30 marzo 2007 si occupa, in ben 5 articoli, delle Lingue dei Segni ed in particolare:
– all’art.2 afferma che per “lingue” si intendono le lingue “parlate” e “SEGNATE”.
– all’art.21 afferma che gli Stati membri devono adottare idonee misure per garantire che le persone con disabilità possano esercitare il diritto alla libertà di espressione e opinione, inclusa la libertà di accedere alle informazioni con pari opportunità e attraverso tutte le modalità di comunicazione di loro scelta. A tal l’utilizzo delle Lingue dei Segni”:
Visto l’impegno formale assunto dal Ministro della Solidarietà Sociale, On. Paolo Ferrero, con la lettera prot. 1779/A/1 indirizzata all’ENS ed ai partecipanti al Convegno, di addivenire in tempi brevi al riconoscimento della Lingua dei Segni in Italia
tutto ciò premesso
CHIEDONO AL GOVERNO ITALIANO
– di predisporre un disegno di legge governativo che riconosca e tuteli la lingua dei Segni Italiana.
– di avviare entro il 30 marzo 2007, data di ratifica della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, l’iter legislativo;
– di giungere all’approvazione del testo di legge entro il 2007 nell’ambito dell’Anno Europeo delle Pari Opportunità.
La presente mozione, posta ai voti, viene approvata all’unanimità dai 1011 iscritti al Convegno.
Fonte: ENS (e per le cronache sul 3° convegno LIS cliccando qui)
Lingua dei segni: tutte le novità presentate a Verona
Dal 9 all’11 marzo la città veneta ospita il III Convegno nazionale sulla Lis ‘Dall’invisibile al visibile’, in cui studiosi ed esperti illustrano le più importanti ricerche in corso e i più significativi risultati raggiunti. Si farà un quadro esaustivo delle ricerche in atto sulla materia: tra l’altro si parlerà dell’uso della Lis in contesti riabilitativie terapeutici e delle più recenti scoperte sulla sua utilità in campo neuropsicologico.
Dopo 9 anni si torna a parlare di Lingua dei Segni Italiana (Lis) dei sordi all’interno di un convegno nazionale: l’iniziativa si intitola ‘Dall’invisibile al visibile’ e si svolgerà presso la Fiera di Verona. Organizzata dall’Ente nazionale sordi (Ens) in collaborazione con varie associazioni e strutture scientifiche, tra cui l’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione (Istc) del Consiglio nazionale delle ricerche, la manifestazione richiamerà nella città scaligera un folto numero di relatori, che tenteranno di fornire un quadro esaustivo delle ricerche in atto sulla materia. Le novità presentate risultano molto utili anche in chiave didattica: negli ultimi anni è infatti decisamente aumentato il numero di docenti propensi a comunicare con gli studenti sordi attraverso la lingua dei segni piuttosto che con il tradizionale sistema oralista.
“Nella tre giorni veronese – spiega Virginia Volterra dell’Istc-Cnr, animatrice delle prime ricerche in questo campo – le tematiche affrontate sono numerose: si discuterà su come raccogliere e archiviare le testimonianze storiche; si farà il punto sulla ricerca linguistica e psicolinguistica; si valuteranno i tempi e i modi di acquisizione; si parlerà della didattica, del rapporto con le nuove tecnologie e con il mondo artistico (cinema, poesia, teatro, narrativa); si esaminerà, infine, il ruolo della Lis in contesti riabilitativi e terapeutici e le più recenti scoperte sulla sua utilità in campo neuropsicologico”.
“Di un settore decisamente ancora poco esplorato – prosegue Volterra – parlerà Barbara Pennacchi, una collega sorda che presenta una serie di osservazioni e riflessioni sulla mancanza di una scrittura della Lis che aiuti a preservarne il patrimonio culturale e a documentarne i cambiamenti e che propone l’uso del sistema di ‘Sign Writing’ (SW) sperimentato nel ‘Laboratorio SW’ di Roma, illustrandone le principali regole visivo-mnemoniche”. Elena Tomasuolo e Laura Fellini, anche loro del Cnr, illustreranno uno studio sulle abilità lessicali dei bambini sordi valutate direttamente in Lis, anziché, come avviene di solito, con strumenti pensati per bambini udenti; mentre quella di Maria Cristina Caselli e Pasquale Rinaldi proporrà i risultati di uno studio longitudinale sullo sviluppo comunicativo e linguistico di un bambino sordo, in età prescolare, figlio di genitori udenti, inserito precocemente in un progetto educativo bilingue (italiano e Lis).
“Uno degli interventi del nostro gruppo – spiegano Olga Capirci e Maria Cristina Caselli del Cnr – esaminerà la relazione tra genitori e figli sordi e mostrerà come le madri udenti compiano importanti adattamenti comunicativi per interagire con i loro figli imparando col tempo a utilizzare con frequenza crescente attività visive e gestuali”. Sulla comparazione tra le lingue dei segni italiana, francese e americana verterà invece l’intervento di Elena Pizzuto. “Il nostro studio – commenta la ricercatrice – esaminerà tratti tipologici specifici della modalità segnata, le ‘Strutture di Grande Iconicità’ (Sgi). Queste ultime consentono una strutturazione multilineare nel discorso segnato impossibile nelle lingue vocali e risultano simili nelle tre lingue esaminate”.
Fonte: Tecnica della scuola
Verona da oggi sede del 3° Convegno sul linguaggio dei gesti. Attenzione sul Sud del pianeta ma «anche a Nord c’è lavoro da fare»- Sordità, ancora troppi ostacoli
Il presidente mondiale dei non udenti: «Non si decida su di noi senza il nostro assenso»
Guida 70 milioni di persone nel mondo. Uomini, donne e bambini privi dell’udito, l’80 per cento delle quali vive nel Sud del pianeta. Markku Juhani Jokinen, nato nel 1959 a Jamsakoski, Finlandia, eletto nel 2004 alla presidenza della Federazione Mondiale dei Sordi (WFD, World Federation of the Deaf), fu chiaro da subito: «Nulla che ci riguardi, senza di noi». Slogan che valeva un programma.
Non udente dalla nascita, come i genitori, rivela di «avere capito presto come il riconoscimento dei nostri diritti» sarebbe derivato «solo da un lavoro comune». Messaggio che rilancia oggi, dalla Fiera di Verona, sede fino a domenica del 3° Convegno Internazionale sul Linguaggio dei Segni: «Dall’invisibile al visibile».
Jokinen ha una convinzione profonda: «Dobbiamo tenere il passo di cambiamenti sociali e tecnologici rapidissimi, l’unico modo – spiega – per non finire ai margini nel mondo di domani». Domani che, in realtà, è già oggi.
Ricercatore e docente universitario, molti incarichi alle spalle come responsabile di organismi finlandesi e internazionali, Jokinen è stato nel 2001 componente del Comitato per i diritti umani nel Forum europeo per le disabilità. Ha, con l’Italia, un legame storico: il suo primo congresso «risale – ricorda – al 1983, a Palermo».
In un mondo non uguale per tutti, lui ha chiare le priorità: «La mole di lavoro è oggi nel Sud del pianeta ma – fa notare – anche a Nord c’è da fare. Sarà il rafforzamento delle nostre comunità, il rapporto con le organizzazioni governative e non, con le Nazioni Unite a fare la differenza». Come da programma: «Nulla che ci riguardi senza di noi».
Viviamo nell’era della comunicazione globale. Dal punto di vista di chi non ha l’udito ciò è un’opportunità verso la piena integrazione o il rischio di un «fossato» più ampio?
«La tecnologia dell’informazione e della comunicazione ha aumentato di molto, per i non udenti, l’accesso visivo a ogni tipo di notizia; ne risulta facilitata la relazione, sia tra i non udenti, grazie alla lingua dei segni, che verso l’esterno. Se le aziende seguissero, sempre, la pratica del cosidetto design for all (progettazioni utilizzabili da chiunque, ndr) i problemi sarebbero drasticamente ridotti. Resta il fatto che in molte aree del mondo chi non sente non ha neppure accesso ai computer o ai telefoni mobili, utilizzabili per lo scambio di messaggi».
Già, il Sud del pianeta: ancora un «mondo a parte»?
«Gli aiuti dal Nord hanno consentito di fare nascere associazioni in molti Paesi, di produrre dizionari della lingua dei segni, programmi per interpreti e servizi televisivi. Non è un caso che la World Federation of the Deaf abbia organismi aderenti in 128 nazioni. Ma in Asia e Africa i bambini sordi ancora non hanno opportunità di educazione; mentre le donne soffrono di ogni genere di discriminazione e violenza»
Il Nord del mondo: cosa c’è ancora di «sbagliato»?
«Ci sono tuttora Paesi dell’Europa che si rifiutano di garantire il diritto all’educazione attraverso la lingua dei segni: tutto ciò rallenta lo sviluppo cognitivo, frena i non udenti nel raggiungimento di alti livelli di istruzione. Le conseguenze? Disoccupazione, soprattutto, e intuibili problemi sociali, primo fra tutti la mancata partecipazione alla vita sociale e politica. Marginalità, in una parola»
Al Nord come al Sud: che tinte ha il quadro quando lo si guardi con gli occhi dei bambini?
«Il vero problema è la negazione dell’apprendimento della forma espressiva più fluente, il linguaggio dei segni. Tutto ciò impedisce ancora a molti piccoli di divenire multilingui; al contrario, questo tempo di globalizzazione richiede grande padronanza sia dell’espressione scritta che gestuale»
Qual’è, a suo giudizio, la situazione italiana?
«C’è, nel vostro Paese, una forte associazione nazionale, che ha prodotto ottimi risultati. Ma temo ci sia talvolta nell’opinione pubblica una sorta di “percezione negativa” nei confronti dei non udenti, che ostacola quelle innovazioni sociali che garantirebbero loro piena cittadinanza».
Ci sono molti politici «sordi» alle esigenze della gente. Ma non ci sono molti non udenti nei posti che contano, né ciechi a dire il vero. Ciò spiega molto forse…
«Ci sono parlamentari senza l’udito in Uganda, Sudafrica, Belgio e Islanda ma, è chiaro, ce ne dovrebbero essere di più, ovunque, ai livelli in cui si prendono le decisioni. Spero, e credo, in un grande cambiamento nel decennio a venire. Magari la stessa domanda la si potrà fare al nuovo presidente della Wfd…»
Molte catene televisive propongono notiziari nella lingua dei segni. È abbastanza o c’è di più da fare, soprattutto sotto il profilo culturale e formativo?
«Al Jazeera, per esempio, diffonde 30 minuti di notizie nel linguaggio arabo dei segni, iniziativa decisamente apprezzata. Ma è chiaro il diritto, ovunque nel mondo, di ricevere più programmi “accessibili” dai non udenti»
Linguaggio dei segni e ricerca medica: fronti opposti o soluzioni differenti, destinate al dialogo verso il medesimo risultato, ovvero l’integrazione?
«Il vero problema sta nell’esistenza di una consistente fetta di ricerca medica che non rispetta il diritto dei sordi a vivere, pienamente, come tali, come sé stessi; e si rifiuta di cooperare con loro, su un piano di parità. Tutto ciò è ampiamente discutibile sotto il profilo etico»
Esiste un linguaggio «internazionale dei segni»?
«C’è, su base spontanea, e lo si definisce International Sign; si usa comunemente nei congressi. Molti interpreti lo hanno già appreso e lo adottano…»
L’ex presidente degli Stati Uniti, Bill Clinton, conduce una campagna a favore dell’«impianto cocleare» nei casi di sordità profonda. Buon segno oppure il linguaggio testuale resta la via da seguire?
«Credo sia assai più importante garantire un’educazione multilingue, sia scritta che gestuale».
Fonte: L’ Arena 9.3.2007
Si concluderà oggi in fiera il convegno dell’Ens. Nel mirino il mancato riconoscimento del Lis da parte del governo
«La lingua dei sordi, un diritto negato»
L’assessore De Poli: «Una proposta di legge per equipararla a quella delle minoranze»
Il Parlamento Europeo ha già per due volte richiamato la «disattenzione» del governo italiano per non avere ancora riconosciuto nel Lis, la lingua ufficiale dei sordi. Un richiamo che è comunque rimasto inosservato. Di questo e di tanti altri aspetti legati al riconoscimento di quello che per 950mila sordi italiani «è un diritto negato» se ne parla nel terzo convegno nazionale voluto dall’Ens (Ente nazionale sordi) dal titolo «Dall’invisibile al Visibile», in corso nell’auditorium della Fiera che si concluderà oggi.
A smuovere il governo in favore di una legge non sono nemmeno servite le due iniziative fatte proprio per evidenziare il problema all’opinione pubblica: la scalata sul Monte Rosa del 2003 e la marcia partita da Torino e conclusasi in Campidoglio del 2006. A tutt’oggi i sordi italiani non vedono riconosciuto il diritto di potersi liberamente esprimere ed essere compresi nonostante in Parlamento ci siano nove proposte di legge per chiederne il riconoscimento. A scendere in campo ieri nell’auditorium dell’ente fiera di Verona sono stati molti politici. In prima linea il senatore dell’Udc Antonio De Poli, ex assessore regionale del Veneto per le politiche sociali. Lui è tra i nove che hanno presentato una proposta di legge per «equiparare il Lis ad una qualsiasi lingua di minoranza linguistica». «Occorre agevolare l’utilizzo della lingua dei segni nei rapporti con le amministrazioni pubbliche, negli enti locali», dice. «Questo è l’unico modo per offrire dignità sociale e uguaglianza di fronte alla legge per chi è sordo».
Dito puntato contro il ministro per gli affari sociali Ferrero , reo di «avere disatteso le promesse fatte all’Ens»: a dirlo è la presidente nazionale dell’Ens, Ida Collu. «Mi auguro che il ministro», ha detto, «tenga fede agli impegni pubblicamente assunti nella capitale il 27 ottobre del 2006: aveva promesso di portare al Consiglio dei Ministri il decreto legge sulla lingua dei segni per l’approvazione».
Fonte: L’ Arena 10.3.2007
III Convegno nazionale sulla Lingua dei segni, un bilancio, a cura de Il Pensiero Scientifico Editore (13/03/2007 10.35)
L’evento. Verona ha ospitato nei giorni scorsi il III Convegno nazionale sulla Lingua dei segni “Dall’invisibile al visibile” in cui studiosi ed esperti hanno illustrato le più importanti ricerche in corso e i più significativi risultati raggiunti. Un evento atteso da tempo, perché ha permesso, a distanza di 9 anni dall’ultima iniziativa analoga, di fare il punto su una realtà importante e ancora poco conosciuta: la Lingua dei Segni Italiana (Lis) dei sordi. Organizzata dall’Ente nazionale sordi (Ens) in collaborazione con varie associazioni e strutture scientifiche, tra cui l’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione (Istc) del Consiglio nazionale delle ricerche, la manifestazione ha richiamato nella città scaligera un folto numero di relatori, che, grazie ai loro interventi, hanno fornito un quadro esaustivo e dettagliato delle ricerche in atto sulla materia.
Le highlights. “Nella tre giorni veronese”, spiega Virginia Volterra dell’Istc-Cnr, animatrice delle prime ricerche in questo campo, “le tematiche affrontate sono state numerose: come raccogliere e archiviare le testimonianze storiche, il punto sulla ricerca linguistica e psicolinguistica, i tempi e i modi di acquisizione, la didattica, il rapporto con le nuove tecnologie e con il mondo artistico (cinema, poesia, teatro, narrativa), il ruolo della Lis in contesti riabilitativi e terapeutici e le più recenti scoperte in campo neuropsicologico”. Tutti interessanti gli interventi dei ricercatori dell’Istc-Cnr presenti. “Di un settore decisamente ancora poco esplorato”, prosegue Volterra, “ha parlato Barbara Pennacchi, una collega sorda che ha presentato una serie di osservazioni e riflessioni sulla mancanza di una scrittura della Lis che aiuti a preservarne il patrimonio culturale e a documentarne i cambiamenti e che propone l’uso del sistema di ‘Sign Writing’ (SW) sperimentato nel ‘Laboratorio SW’ di Roma, illustrandone le principali regole visivo-mnemoniche”. “Uno degli interventi del nostro gruppo”, spiegano Olga Capirci e Maria Cristina Caselli del Cnr, “ha esaminato la relazione tra genitori e figli sordi e mostrato come le madri udenti compiano importanti adattamenti comunicativi per interagire con i loro figli imparando col tempo a utilizzare con frequenza crescente attività visive e gestuali”. Sulla comparazione tra le lingue dei segni italiana, francese e americana verteva invece l’intervento di Elena Pizzuto. “Il nostro studio”, commenta la ricercatrice, “esamina tratti tipologici specifici della modalità segnata, le ‘Strutture di Grande Iconicità’ (SGI). Queste ultime consentono una strutturazione multilineare nel discorso segnato impossibile nelle lingue vocali e risultano simili nelle tre lingue esaminate”. Tra le altre relazioni del Cnr, quella di Elena Tomasuolo e Laura Fellini ha illustrato uno studio sulle abilità lessicali dei bambini sordi valutate direttamente in Lis, anziché, come avviene di solito, con strumenti pensati per bambini udenti; mentre quella di Maria Cristina Caselli e Pasquale Rinaldi ha proposto i risultati di uno studio longitudinale sullo sviluppo comunicativo e linguistico di un bambino sordo, in età prescolare, figlio di genitori udenti, inserito precocemente in un progetto educativo bilingue (italiano e Lis).
Bibliografia. Ufficio stampa III Convegno nazionale sulla Lingua dei segni, Dall’invisibile al visibile – Verona 2007 – nw201
Newsletter della Storia dei Sordi n.201 del 12 marzo 2007