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San Francesco di Sales

San Francesco di Sales – Vita raccontata da Don Emilio Puricelli
La vita. Francesco nasce il 12 agosto 1567 nel Castello di Sales, in Savoia, primogenito di una delle più antiche e nobili famiglie. Viene educato cristianamente dai genitori; a 16 anni si iscrive alla Sorbona di Parigi e poi frequenta l’università di Padova, dove riceve con grande lode il berretto dottorale. Ritornato in patria, è nominato avvocato del Senato di Chambéry. Il suo desiderio, però, è quello di farsi sacerdote: rinuncia a tutto e intraprende gli studi ecclesiastici. a 26 anni viene consacrato sacerdote e celebra la Prima S. Messa il 21 dicembre 1593. L’8 dicembre 1602 viene consacrato Vescovo, prima come coadiutore e poi effettivo di Ginevra, città quasi completamente calvinista.

Ritratto di San FrancescoMuore a Lione il 28 dicembre 1622, a soli 55 anni, e il 24 gennaio 1623 la sua spoglia viene trasferita ad Annecy, dove ancora si trova. Papa Alessandro VII lo dichiara santo nel 1665 e Papa Pio IX lo proclama protettore dei Sordi. La sua festa si celebra il 24 gennaio.

La spiritualità

L’educazione che riceve, specialmente dalla mamma, trova un terreno fertile nella bontà del suo carattere, mite ed umile. La sua devozione non ha nulla di formalistico o di convenzionale, è solo un riflesso del più sincero amore che nutre per Dio e che lo rende attento ai bisogni dei più poveri. L’amore è l’argomento che Francesco adopera per convincere i suoi avversari e persino i suoi persecutori. Al mondo calvinista annuncia la tenerezza cattolica. Insegna che la generosità è un ideale che tutti possono raggiungere. La visione che lui ha dell’uomo è piena di sereno ottimismo e predica l’amore di Dio con stile semplice, affascinante e popolare. Francesco non chiede atteggiamenti eccezionali ma solo un “more vivace” capace di generosità, utilizzando i mezzi normali dell’esperienza cristiana. Viene considerato il “primo” giornalista perché si mise a pubblicare dei foglietti volanti che appiccicava ai muri delle case e che faceva circolare con l’invito di andare in chiesa per ascoltare la sua predicazione. Oltre che predicatore, San Francesco è stato anche un grande scrittore.

San Francesco e il sordomuto Martino
Molti poveri andavano ogni giorno dal Vescovo Francesco per chiedere l’elemosina ed uno di essi era sordo e muto fin dalla nascita, di vita innocente ed esperto in vari affari ai quali la servitù di casa lo impegnava. Fu condotto dal Santo mentre egli pranzava; il santo prelato si informò delle sue qualità e, avendo saputo che Martino non conosceva i Misteri della Fede, ordinò ai suoi di averne cura e di prenderlo in casa. Presolo dunque in casa, si prese altresì cura di istruirlo e con grande fatica gli insegnò anche i Misteri della Fede, tanto che un amico, vedendolo così applicato, con libertà di amico gli domandò se non era attediato da tale esercizio, tanto che sarebbe stato più facile ottenergli l’udito e la parola che l’intelligenza. Con un sorriso, il Vescovo rispose che essendo a lui vantaggioso il fare ogni giorno qualche atto di carità a quel buon uomo, non gli era mai venuto in mente di pregare il Signore a fare quel miracolo. Martino concepì tale affetto per il Santo che quando lo vide morto, dopo pochi giorni morì di cordoglio (dalla “Vita di S. Francesco”, scritta da Pier Giacinto Gallizia, Venezia 1790).

San Francesco patrono dei sordomuti
È una tradizione orale, quella che si tramanda, che dice sia stato dichiarato tale da Papa Pio IX, anche se la Sacra Congregazione dei Santi, recentemente interpellata dal sottoscritto, ha risposto che non esiste alcun documento scritto al riguardo. Si dice che, un giorno, Papa Pio IX volle far visita ai piccoli sordi dell’Istituto Sordomuti di Roma, nei pressi delle Terme di Diocleziano, e che, una volta arrivato, trovò le aule vuote e i ragazzi vocianti nel sottostante cortile. Chiese informazioni e gli fu risposto dai religiosi che dirigevano il complesso che quel giorno, 24 gennaio, era la festa di San Francesco di Sales, patrono dei sordomuti. Il Santo Padre ne fu sorpreso e, pregato dai Padri, dichiarò ufficialmente, anche se solo verbalmente, San Francesco patrono di tutti i sordomuti (da “Apriti”, anno V, n. 30). San Francesco di Sales fu dichiarato santo nel 1665 da Papa Alessandro e nella Bolla di canonizzazione del Vescovo di Ginevra si dice “accoglieva in casa pellegrini e bisognosi, che tutti indistintamente aiutava. Tra questi c’era un uomo sordo e muto, privo di ogni bene con cui potesse sostenersi, ma che, in casa sua, fu educato a gesti e a cenni (quanto è ingegnosa la carità!) ed educato alla eterna salute (dalla “Bolla di canonizzazione”, Tomo XVII, MDCLXII). Ironia della sorte: il giorno 24 gennaio è anche San Francesco come patrono dei giornalisti! Loro che, a volte, scrivono (parlano) troppo, mentre i Sordi, spesso, sono costretti al silenzio.

 

San Francesco di Sales – A protezione dei sordi il più mite dei Santi: Francesco di Sales
di Cesare Magarotto

Canonizzato nel 1665 a poco più di quarantenni dalla morte, proclamato da Pio IX, nel 1877, “Dottore della Chiesa” e da Pio XII, nel 1923, patrono dei Giornalisti e scrittori cattolici, Francesco di Sales, il mite pastore di anime, è anche (…e non tutti lo sanno) il Santo protettore dei Sordi. Considerato una delle più speculari immagini dell’Umanesimo cristiano, illuminato dall’ottimismo francescano e ispirato alle prospettive della Devotio moderna ed alla spiritualità di Filippo Neri, Francesco di Sales insegnò, quant’altri mai, quella mansuetudine dolcissima e virile che, com’ebbe a dire il Cardinale Palazzini in una memorabile omelia, <<Cristo espresse “meglio di Abele” con il sangue versato con il “superiore eloquenza”>>.

San Francesco istruì il sordomuto che si chiamava MartinoLa sua teologia dell’amore e la sua pietà rifuggono da ogni rigdezza formale e da qualsiasi schematismo per esaltare le virtù peculari d’ogni condizione umana e sociale, nell’intento di collocare il rapporto Dio-Uomo su di un piano di reciproca confidenza. Francesco non nacque “mite”: il raggiungimento di questa dolcezza e mitezza in un temperamento vivace ed irruente provocò nel suo organismo come s’apprese a morte avvenuta, una patologia stranissima con la polverizzazione del fegato, ma nell’umiltà conquistata, il “dottore dell’amore puro” poté parlare, per esperienza personale – e ci rifacciamo di nuovo all’appassionata allocuzione di Palazzini – “di un’umiltà così lucida di fede e così carica di carità da rendere familiare la dottrina di Paolo, che vede nell’umiltà dell’albero della Croce il solo correttivo per stroncare l’innato orgoglio del vecchio Adamo”. Una carità che ci fa sentire ancora di più l’essenza di un santità molto vicina a noi, turbati da una menomazione che se ci isola in parte dal mondo ci fa avvertire intensamente la somiglianza a Dio nella radice dell’umiltà e della opportazione. L’insegnamento di Francesco, espresso in scritti magistrali densi di acute osservazioni psicologiche, redatto in un stile originale, ricco di immagini e di allegorie, costituisce, specie in questi tempi di buio esistenziale e di panico spirituale, un punto di riferimento, sicuro e mai convenzionale, un’ancora di salvezza per chi sa e vuole leggere nel cuore del maggiore “direttore di coscienza” che l’umanità abbia avuto.

Come è noto San Francesco di Sales è stato nominato (1857) da Pio IX e successivamente proclamato Patrono dei Sordomuti che da allora lo ricordano con particolare devozione il 24 gennaio anche nelle Sezioni Provinciali e nei Consigli Regionali dell’Ente Nazionale Sordi. San Francesco di Sales è attualmente Patrono dei Sordomuti e dei Giornalisti (nominato da Pio XI) e ciò far ben sperare per una ancor più doverosa attenzione della stampa nei confronti dei disabili dell’udito e della parola!

– Visualizza la storia illustrata della vita di San Francesco di Sales, disegnata da Ermanno Personé (sordo) della Piccola Missione per i Sordomuti nel 2004-2009.

– Visualizza l’articolo: Filotea di San Francesco di Sales.

 San Francesco di Sales (4)


 

«La storia è testimonio dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra della vita» (Cicerone)
«La storia non è utile perché in essa si legge il passato, ma perché vi si legge l’avvenire» (M.D’Azeglio)
«Bisogna ricordare il “passato” per costruire bene il “futuro”» (V.Ieralla)
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“Storia dei Sordi. Di Tutto e di Tutti circa il mondo della Sordità”, ideato, fondato e diretto da Franco Zatini

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